Supermarket canapa: l'Italia regala milioni all'Europa (VIDEO INTERVISTA)
È possibile che l’unica risposta del Governo italiano sia bloccare un settore in espansione?
È la domanda che si pone Lorenza Romanese, Direttrice EIHA, European Industrial Hemp Association, nell'intervista per Soft Secrets, a margine del convegno sulla canapa industriale, che si è tenuto il 22 ottobre a Roma, presso il Senato della Repubblica. Un convegno organizzato dalla senatrice Sabrina Licheri per discutere del difficile momento che il settore della canapa industriale si trova a vivere per colpa di un Governo che, pur sventolando lo slogan “Prima gli Italiani”, con il DDL Sicurezza decide di lasciarne per strada a migliaia. Tutti quegli italiani che da anni operano nel settore della canapa industriale, che hanno investito nella produzione di CBD, nella lavorazione della fibra di canapa, nella cosmesi e nel settore della canapa alimentare.
In Italia, infatti, ci troviamo di fronte a un paradosso, abbiamo da un lato l’Univerità, la scienza e gli imprenditori che avanzano con decisione, dall’altra le Istituzioni che sembrano rimanere immobili o addirittura arretrare, ignorando non solo i progressi scientifici ma anche il buonsenso.
In diversi Paesi dell’Unione Europea vediamo esempi virtuosi di come la canapa stia contribuendo a un’economia locale e nazionale. Uno dei primi esempi che racconta la Romanese è quello della Svezia dove il Governo ha investito 10 milioni di euro nella creazione del primo impianto di decorticazione dello stelo per ottenere fibra e canapulo da utilizzare nell’edilizia. In Grecia, in Croazia, nella Repubblica Ceca e nel Regno Unito, i complementi alimentari sono normati garantendo un mercato trasparente e sicuro.
Per non parlare della Germania che recentemente ha legalizzato tutta la parte della pianta e attraverso questa normalizzazione ha affrontato anche il discorso canapa industriale, che è stata affidata al Ministero dell’Agricoltura e non più al Ministero della Sanità. La Germania ha scollegato la canapa dal concetto di potere drogante, per questo la chiama Nunzhanf, che significa canapa tecnica, come continua a spiegare la Romanese, insistendo su come tutti questi paesi si stanno muovendo verso un mercato stabile che incentivi gli investimenti.
E l’Italia che fa?
L’Italia sembra non capire il potenziale positivo della canapa sull’economia, sull’ambiente, sulla salute, sulla società.
Assistiamo purtroppo a un Europa che su questo settore, ha due velocità, una parte è in corsa, avanza decisa e l’altra, l’Italia appunto, rallenta, anzi rischia di fermarsi e diventare vittima di quello che la Romanese chiama “sciacallaggio” da parte degli altri Paesi Europei.
“Quello che stà già accadendo è che compagnie straniere, che sono a conoscenza dei continui cambi normativi, stanno effettuando uno sciacallaggio. Cioè vengono dai nostri imprenditori, che stanno per morire, per metterli davanti alla decisione o di vendere a loro a sottoprezzo o morire per mano del loro Governo”.
Quindi se il 16 dicembre sarà approvato questo assurdo articolo 18 non ci sarà più un futuro per la canapa industriale in Italia.
Siamo sempre al punto di partenza, continua la Romanese col rammarico di un’italiana che pur vivendo a Bruxelles, torna spesso nel suo Paese natale, e lo vede fermo. Un Paese con grandi potenzialità sprecate e con tanti imprenditori che probabilmente si troveranno a dover scegliere, appunto, di vendere o delocalizzare le loro aziende, portando questo grande potenziale fuori dal Paese.
La canapa, invece, come sottolinea ancora la direttrice dell’EHIA, offre opportunità straordinarie, dalla bioedilizia all’industria alimentare, passando per la cosmesi e le fibbre tessili.
“Questa coltura non solo sostiene un’economia circolare, ma riduce anche dipendenze da risorse non rinnovabili, aprendo la strada a nuove soluzioni tecnologicamente sostenibili. Inoltre il settore della canapa ha un enorme potenzialità in termini di creazione di nuovi posti di lavoro”.
E se l’idea di questo Governo è far sparire il mercato della canapa, ha fallito perché non sparirà. Il mercato della canapa esiste, è già esploso e se non starà a Roma starà nel resto d’Europa.
“Non sparirà ma sparirà l’Italia se non ci sarà più una catena di valore italiana, che produrrà cibo italiano, canapulo italiano, perché stiamo andando a sottrarre la parte della pianta che dà più reddito ai contadini” conclude la Romanese.
Sulla carta, quindi l’Italia ha tutte le potenzialità per diventare un leader nel settore della canapa europea ma solo se deciderà di agire con determinazione e con chiarezza una volta per tutte.
Leggi anche su Soft Secrets
Il Governo Meloni-Salvini uccide la canapa italiana
Insorge il settore della Canapa: appello a Governo ed Europa
La Germania deride Lollobrigida per le sue affermazioni