Legalizzazione: convegno all'ARS con Meglio Legale
“Coltiviamo il pensiero della legalizzazione. Aspetti economici e giuridici: meglio parlarne”
Questo il titolo del convegno sui benefici della liberalizzazione della cannabis, che si è tenuto ieri 27 Marzo a Palermo e organizzato da Meglio Legale con i parlamentari dell'Assemblea regionale siciliana Luigi Sunseri e Martina Adizzone e a cui hanno partecipato l’ex procuratore antimafia Federico Cafiero De Raho, Valentina D'Orso, deputato M5S alla Camera, il professor Ferdinando Ofria, docente di politica economica presso l’Università degli Studi di Messina, insieme a molti docenti e associazioni.
Un momento di confronto nato da quanto accaduto a Enna qualche settimana fa dove agenti di polizia hanno fatto irruzione all’istituto Majorana-Cascino di Piazza Armerina per identificare gli studenti che stavano partecipando a una assemblea regolarmente autorizzata in cui si parlava di cannabis.
Un momento di confronto per lanciare il messaggio più importante, come ha sottolineato Luigi Sunseri in apertura dei lavori, ovvero quello di parlarne.
Parlarne in una sede ufficiale come quella dell’Assemblea Regionale Siciliana, nell’aula che porta il nome importante di Piersanti Mattarella, e soprattutto in questo momento in cui si avverte una volontà politica che tende invece a frenare il dibattito, a ostruire l’informazione e aumentare solo i controlli.
Le istituzioni, come ha spiegato Martina Ardizzone, deputato M5S dell’Assemblea Regionale Siciliana, devono essere culla di conoscenza, di confronto e di dialogo. “L’Istituzione, come può essere una Scuola o un’Assemblea Regionale o il Parlamento, devono essere veicolo di libertà di espressione, ma purtroppo gli ultimi casi a cui abbiamo assistito, prima con l’irruzione delle forze dell’ordine alla Fiera di Roma durante Canapa Mundi e dopo con l’irruzione delle stesse durante un’Assemblea di Istituto, vanno in tutt’altra direzione”.
Parlare di legalizzazione della cannabis resta in effetti ancora oggi molto faticoso, è un tema difficile da portare nelle Istituzioni e nel dibattito pubblico, come ha ribadito anche Antonella Soldo di Meglio Legale, perché è un tema che crea tante resistenze, che alza subito dei muri, ma proprio per questa sua difficoltà, va sviscerato più approfonditamente.
“Il tema dell’antimafia è un tema centrale perché la sola cannabis riguarda il 40% del mercato di tutti gli stupefacenti, secondo i dati del Ministero dell’Interno. È un tema quindi che riguarda tutti noi, perché con l’enorme guadagno che la mafia ricava con il mercato della cannabis, compra ristoranti, bar, attività commerciali che ci circondano, ricicla del denaro con cui compromette la concorrenza leale e la nostra democrazia”.
“Antiproibizionisti non si nasce ma si diventa” continua la Soldo spiegando che quella parolina “anti” significa essere contro, contro il fatto che la droga circoli liberamente in ogni piazza, in ogni strada, in ogni scuola, su telegram, sui social e contro il fatto che a gestire tutto questo sia la Mafia, sia la criminalità organizzata che da questo mercato ricava molti soldi e grande potere.
Quindi quando parliamo di liberalizzazione parliamo anche di lotta alla Mafia, quella Mafia che non si combatte con irruzioni di forze dell’ordine a scuola, con l’arresto di giovani per il solo consumo, perché purtroppo ancora oggi 1 detenuto su 3 è in carcere per aver violato il testo unico sugli stupefacenti e purtroppo non è uno dei grandi narcotrafficanti.
A sottolinearlo è stato anche l’ex procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero De Raho che spiegando quanto sia necessario un cambio di passo nel contrasto alle mafie ha ribadito che “la liberalizzazione delle droghe leggere, soprattutto della cannabis, non è un tema che tende semplicemente a soddisfare coloro che sono contro il proibizionismo, ma significa togliere alle mafie una fetta importante nel mercato illegale degli stupefacenti”
“Le organizzazioni criminali incamerano miliardi di euro dalle attività di spaccio” ha aggiunto, ”introiti che vengono successivamente reinvestiti nel mercato legale. In momenti come quelli attuali, con il Piano nazionale di ripresa e resilienza e lo sviluppo di appalti è un’occasione importante per le mafie di infiltrarsi negli appalti pubblici”.
In effetti, secondo uno studio svolto dal dipartimento di Economia dell’ateneo messinese, di cui ha parlato nel suo intervento Ferdinando Ofria, docente di politica economica all’università di Messina, diversi sarebbero i benefici della legalizzazione della cannabis. Il primo riguarda appunto le minori spese in magistratura e nelle carceri (540 milioni di euro), l’ordine pubblico e sicurezza (230 milioni di euro) e il gettito fiscale. Se la vendita del prodotto fosse gestita dallo Stato, applicando un’aliquota simile a quella per le sigarette, si potrebbe generare un gettito tra i 7 e i 9 miliardi di euro. In totale, i benefici diretti ammonterebbero a 9,8 miliardi di euro.
Discutere di legalizzazione non vuol dire promuovere un consumo: questo è un fatto che esiste e che riguarda 6milioni di persone, tra cui molti giovani. Sicuramente demonizzare tematiche come questa, impedendone anche il dibattito, non è la strada giusta da percorrere, perché non fa altro che favorire la criminalità organizzata e le mafie. L’incontro di ieri quindi assume una grande importanza perché rappresenta un altro piccolo passo in avanti verso un dibattito aperto, libero e speriamo sempre più partecipato che porti alla liberalizzazione.
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