Fake News sulla cannabis e come smontarle (VIDEO)
In Italia il clima è cambiato e indubbiamente si riscontra una difficoltà maggiore nel portare avanti un dibattito chiaro sulla cannabis e soprattutto a promuovere campagne come “Io coltivo”, lanciata da Meglio Legale lo scorso dicembre per chiedere la legalizzazione della cannabis, ma soprattutto per continuare a mantenere alto l’interesse sul tema
Nella serata di ieri al Cinema Troisi di Roma, i promotori di quella campagna, hanno cercato di fare proprio questo, tornando a parlare pubblicamente di un tema che sembra così difficile da affrontare, soprattutto da parte di esponenti proibizionisti del centro destra, invitati al confronto, ma che non hanno risposto all’invito. Secondo gli organizzatori, le ragioni di un così robusto muro di gomma sono da individuarsi nell'arroganza di un potere che si sente forte da non prendere neanche in considerazione l'idea di confrontarsi e nella povertà di argomenti in merito.
Ma nonostante questo l'organizzazione Meglio Legale, ha deciso di organizzare ugualmente il dibattito e insieme ad attivisti, scienziati, professori e persone dello spettacolo per cui resta di fondamentale importanza fare chiarezza, ieri sera ha affrontato il problema delle fake news ricorrenti che si continuano a leggere e sentire sui rischi a cui porterebbe la legalizzazione di cannabis.
Fake News, bufale, fregnacce come dice Antonella Soldo, si potrebbero chiamare in qualsiasi modo e se ne potrebbe anche sorridere se non creassero spesso seri problemi alla vita di molti giovani che le stesse dicono di voler proteggere. Per questo di cannabis si vuole parlare, di cannabis si deve parlare, sottolinea ancora la Soldo “checchè ne dicano i politici che evitano il confronto”. Perché è facile fare propaganda usando i soliti arrugginiti ferri vecchi, come si legge sui canali social dell'organizzazione, ma se ci fosse qualcuno a replicare, tutto questo apparirebbe nella sua spaventosa vuotezza.
Infatti, ieri sera si è affrontato soprattutto il tema di come smontare, una ad una, queste false notizie e a farlo sono state le voci di Valentina Calderone, garante delle persone private della libertà di Roma Capitale, Riccardo Magi, parlamentare e segretario di +Europa, Enzo Ciconte, docente di Storia e della criminalità organizzata, lo scrittore e insegnante Christian Raimo.
E anche se sul proibizionismo c’è poco da ridere, l’umorismo e l’autoironia, sono anche un’arma contro le difficoltà, per questo non sono mancati sorrisi con i dialoghi delle Eterobasiche e il monolgo di chiusura di Chiara Becchimanzi.
Con loro si è cercato di spiegare perché non è vero che in carcere vanno solo grandi trafficanti, perché la politica dei cani antidroga nelle scuole non funziona, perché la legalizzazione toglierebbe molti soldi alle mafie, perché non è vero che la legalizzazione promuove la “cultura dello sballo”.
Sicuramente in questo ultimo periodo abbiamo fatto dei passi indietro come spiega Riccardo Magi, soprattutto con il Decreto Caivano, che non è assolutamente un dato trascurabile, perché sono già tantissime le persone che ogni anno entrano in carcere, per brevi periodi e per fatti di piccola entità.
“Per come è scritta la legge italiana, per quello che prevede il comma 5 dell’articolo 73, succede che i “casi” vengano contestati successivamente. Cioè, intanto c’è l’arresto, poi se si ha un bravo avvocato che prende a cuore il caso, la cosa può risolversi bene, altrimenti, molto spesso avviene un ingresso in carcere con impatto devastante per tantissimi giovani”.
Anche per Valentina Calderone, infatti, una delle più grandi fake news è proprio il fatto di pensare che questioni sociali, questioni che riguardano i comportamenti degli individui, possano essere gestiti, regolati e ingabbiati, attraverso le leggi penali.
“Questa è la più grande idiozia che abbiamo permesso che ci raccontassero. Eravamo uno dei Paesi più avanzati come ordinamento penale minorile, ma purtroppo stiamo riuscendo a retrocedere anche su questo, stiamo riuscendo a togliere le garanzie di quel sistema, perché ora, con il Decreto Caivano, è previsto il carcere in flagranza per i minori che magari vengono trovati a vendere pochi grammi di fumo”.
Un’altra delle tante bugie che spesso si utilizza come argomentazione contro la legalizzazione è che non toglierebbe potere alle mafie.
“Scusate, ma se volessi acquistare della cannabis questa sera, dove dovrei andare”? chiede provocatoriamente Enzo Ciconte per riflettere sul fatto che l’unica risposta alla sua domanda è rivolgersi a un mercato criminale. Se invece fosse legalizzata chiunque saprebbe dove andare, potrebbe avere maggiori garanzie e soprattutto non alimenterebbe i guadagni delle mafie.
È chiaro che la logica perversa della criminalizzazione di una serie di comportamenti e di aumento delle pene non è la soluzione. Per questo è importante, continuare a fare chiarezza e a chiedere un avanzamento in termini di riforme antiproibizioniste, soprattutto in un momento delicato come questo, in cui, come spiega bene Riccardo Magi, rischia di prevalere la sfiducia, lo scoramento e il senso di rassegnazione.
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