Torna l’Italian Cannabis Cup e trionfa Leo Bizz
Durante la fiera bolognese Indica Sativa Trade dello scorso aprile è tornata, dopo ben nove anni di pausa, la leggendaria Italian Cannabis Cup. Un evento di profonda portata politica, summa dell‘Antiproibizionismo italico, con la A maiuscola, un momento in cui i growers del nostro paese hanno rivendicato l‘orgoglio di un pollice verde inarrestabile anche durante i periodi storici più difficili. Il principe di quest‘edizione è stato Leo Bizz che ha trionfato grazie alla sua passione e che Soft Secrets ha incontrato a margine della fiera affinché potesse condividere la sua esperienza
Partiamo dalle basi, che tipo di grower sei? Sono un grower semplice, un maniaco del VPD [Ndr. vapor pressure deficit] alla ricerca dell’elisir perfetto mentre aspetto una libertà che ci è stata negata da tanto tempo. Mi informo costantemente su i vari prodotti per aumentare resa, qualità e diminuire il grande lavoro che c’è dietro alla buona riuscita di una coltivazione.
Quali tecniche di coltivazione prediligi? Come tutti ho iniziato dal terriccio di torba innaffiando con una pompa sommersa e una lancia, quindi vasi di terriccio sotto una HPS con alimentatore ballast elettromagnetico per poi passare a un alimentatore elettronico LUMATEK. Poi sono andato a vivere in California e lì sono passato a un tipo coltivazione sempre in terra, ma con “ebb and flood”. Nota anche come tecnica del flusso e riflusso, è un metodo di coltivazione idroponica che alterna periodi di inondazione e drenaggio della zona radicale delle piante. In pratica, una soluzione nutritiva viene pompata periodicamente in un vassoio dove sono ospitate le piante. Questa riempie il vassoio fino a un livello prestabilito e poi viene drenato completamente, permettendo alle radici di assorbire nutrienti e ossigeno. Questo ciclo d’inondazione e drenaggio stimola la crescita delle piante, ottimizza l’assorbimento di nutrienti e previene problemi legati all’accumulo di soluzioni nutritive. Sempre in California, con il mio socio americano, ho gestito due farm. Abbiamo fatto outdoor in greenhouse con living soil, preparando il terreno da zero seguendo i consigli del libro “true living organics”. Avevamo anche due capannoni con molte GAVITA 1000, tutto in “ebb and flood”. Tornato in madre patria ho iniziato con AUTOPOT.
Quali strain sono i tuoi preferiti? Principalmente le Kush per una questione d’effetto che considero più medico, le Sativa in generale ti portano troppo verso l’ansia, quindi, dopo una certa età, è bene capire cosa è meglio per ognuno. Ovviamente ormai tutte le genetiche americane sono ibridi, quindi non si può neanche più parlare di Sativa o Indica, però se nella genealogia della genetica è presente della Kush so che più o meno l’effetto sarà simile.
Qualche genetica che ti ha colpito di recente? Grape Gas, lo strain americano che ha vinto il primo premio, una varietà ibrida a predominanza Indica, creata incrociando Grape Pie con Jet Fuel Gelato. Poi la Apple And Banana e la Mafia Funeral per quanto riguarda le americane, ma nei semi rimango fedele alle mie genetiche classiche tipo la S.A.D. di Sweet Seeds e una menzione speciale alla B-45 di Silent Seeds.
Come hai coltivato la genetica che ha vinto? Ho usato gli Autopot con dei concimi minerali di Terra Aquatica, coco a+b, bloom booster, root booster, pro roots e pro bloom, additivi Resinator di Rock Nutrients e Terp Booster, il tutto illuminato da due lampade CULTILITE by Nanolux 630w 2.9. Il mio consiglio è DEVI AVERE IL VPD perfetto! Che cos’è il VPD? Il VPD è importante in agricoltura e orticoltura perché influisce sulla capacità delle piante di traspirare acqua. Un VPD ottimale può migliorare la crescita delle piante promuovendo un efficiente assorbimento di acqua e nutrienti dalle radici e facilitando la fotosintesi attraverso l’apertura degli stomi. Gestire correttamente il VPD può aiutare a ottimizzare la salute e la produttività delle piante. Ho usato anche Advanced Nutrients con ottimi risultati è stato un caso che abbia usato Terra Aquatica, quindi PRIMA di pensare alla lampada o ai concimi dovete pensare a sistemare il vostro VPD (trovate le tabelle su internet) per farlo in maniera ottimale investite in un controller come il TROLMASTER TENT-X che può darvi dei parametri più esatti di un termoigrometro da 10 euro e vi può portare veramente su un altro pianeta. Una volta sistemati i fattori ambientali allora potrete veramente capire se una lampada funziona meglio di un’altra, ma se lavori con 26 gradi e 53% di umidità non lo capirai mai, a 26 gradi dovresti avere almeno un 65% di umidità (controllate la tabella del VPD).
Da quali piante hai iniziato e come hai lavorato per ottenere questo risultato? Ho usato cloni da micropropagazione (Tissue Culture) di un cut originale di COMPOUND genetics dagli USA selezionato da (CLTVTD) V1. Dopodiché ho un ambiente molto curato e pulito e rispetto il VPD. La pulizia è fondamentale per una buona riuscita.