"La canapa è legale. Vogliamo lavorare": protesta pacifica per la chiarezza

Nella notte tra martedì e mercoledì 4 giugno, un gruppo di operatori del settore della canapa ha lanciato un messaggio forte e unitario in diverse regioni italiane. Con un appuntamento simbolico alle 4:20, sono stati esposti numerosi striscioni con la scritta chiara e inequivocabile: "La canapa è legale. Vogliamo lavorare"!
L'iniziativa, che ha coinvolto Lazio, Piemonte, Campania e Veneto, mira a fare luce su una situazione di crescente incertezza. Il punto centrale è che, nonostante alcune interpretazioni ambigue, la canapa industriale non è affatto vietata. La coltivazione, lavorazione e commercio di canapa con THC entro i limiti di legge (0,6%) non costituisce reato, come confermato dalla giurisprudenza della Corte di Cassazione, dalle sentenze della Corte Costituzionale e dalla normativa europea.
L'introduzione dell'Articolo 18 del DL Sicurezza (DL 48/2025) ha però generato una pericolosa confusione. Mescolando concetti penali con riferimenti agricoli, il testo non distingue tra attività lecite e traffico di stupefacenti, portando a controlli sproporzionati e paure infondate tra gli operatori.
Questa incertezza normativa non vieta, ma paralizza un intero settore. Impedisce la pianificazione, scoraggia gli investimenti e mina la credibilità dello Stato di fronte a imprese legali, innovative e sostenibili.
Gli operatori chiedono chiarezza e tutela, non una repressione ideologica. Il messaggio è semplice: la canapa è legale e il settore vuole continuare a produrre e innovare in Italia, alla luce del sole.
Leggi anche su Soft Secrets:
Difesa della canapa: tutte le Regioni contro il Governo
Salviamo la filiera della canapa industriale: incontro alla Camera contro il Dl Sicurezza
%20copia.jpg)

%20copia.jpg)
