Tar del Lazio sospende ancora il decreto Cbd

Marco Ribechi
28 Oct 2024

Confermata di nuovo la sospensione del decreto Schillaci: il cannabidiolo non è uno stupefacente come invece sostiene (senza alcuna prova scientifica) il Governo e in particolare la Lega


Non c’è niente da fare, il Tar del Lazio "eversivo" proprio non ne vuole sapere del far passare il Cbd come stupefacente.

Sarà perché completamente legale in quasi tutti i paesi d’Europa, oppure perché l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha già espresso questo parere in più di un’occasione.

Sta di fatto che, nonostante il Governo Meloni-Salvini ci provi e riprovi da tempo a trasformare la propria propaganda politica antiscientifica in legge, lo stesso tribunale non è disposto ad ascoltarli.

I giudici del Tar del Lazio infatti hanno confermato la sospensione del decreto Schillaci, emesso dal Ministero della salute in data 27 giugno. Tale aberrazione legale e scientifica pretendeva infatti di inserire le composizioni orali contenenti Cannabidiolo (Cbd) nell’elenco delle sostanze stupefacenti. Una sostanza talmente pericolosa che non ha alcun effetto psicotropo se non per gli esponenti della Lega, convinti di combattere una battaglia per la legalità così come Don Chisciotte era convinto di combattere contro i mulini a vento, scambiati per terribili giganti.

Ma il paragone, me ne scuso con Cervantes, non è appropriato.

Infatti, mentre l’eroico cavaliere combatteva per la virtù, la Lega & Co. combatte per mera propaganda populista, impedendo a migliaia di italiani di lavorare nel settore. Una inutile battaglia contro il Cbd che ormai da parecchi mesi sta intasando senza senso il Tar del Lazio che già dall’11 settembre sta sostenendo che non ci sono prove scientifiche per affermare che il Cbd sia stupefacente, bloccando di fatto il decreto.

Proprio in questi giorni, è arrivata la nuova sospensione.

L’olio e altri preparati contenenti cannabidiolo, dunque, non sono (per ora) stupefacenti e possono essere venduti nei locali di cannabis light.

A preoccuparsi è soprattutto l’industria farmaceutica che invece ci teneva molto a mettere fuori legge il Cbd per poter vendere i suoi derivati a prezzi esorbitanti, ottenendone di fatto il monopolio per mano del Governo.

Prepariamoci alla solita retorica salviniana contro l'Europa e sui giudici di parte, favorevoli alla sinistra e altre filippiche del genere. Sta di fatto che il Tar in questione ha di nuovo preso la decisione corretta (inevitabilmente) che  potrebbe trasformarsi anche in un cuneo per scardinare il decreto Sicurezza, altra oscenità giuridica che tenta di mettere fuori legge l’intero fiore della canapa distruggendo di fatto anche le imprese tessili, di materiali edile, di cosmetici e di ogni altro derivato. 

 

LA BATTAGLIA E' ANCORA LUNGA E IL GOVERNO CENSURA OGNI ARTICOLO SULLA CANNABIS.

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Marco Ribechi