Insorge il settore della Canapa: appello a Governo ed Europa

Marco Ribechi
25 Sep 2024

Le principali organizzazioni agricole, artigianali e commerciali italiane si schierano compatte contro il provvedimento che rischia di distruggere il settore della canapa industriale nel nostro Paese che attualmente, nonostante le pressioni, conta 15.000 lavoratori che generano 500 milioni di fatturato


Canapa industriale, le associazioni compatte chiedono dialogo col Governo e invocano sostegno dall’Europa.

Una coalizione trasversale che unisce il mondo della canapa a quello dell’agricoltura in generale si è schierata contro l’atteggiamento ostinato e antiscientifico del Governo italiano, che vuole distruggere un’eccellenza del Made in Italy solo per propaganda elettorale. 

«L’Articolo 18 del DDL Sicurezza e il Decreto Ministeriale sul CBD del 27 giugno 2024 minacciano di bloccare la produzione, la trasformazione e la commercializzazione della canapa industriale - spiegano compatti gli operatori - un settore legale e regolamentato che offre lavoro a circa 15.000 persone e genera un fatturato annuo di 500 milioni di euro. Questi provvedimenti, se attuati senza modifiche, bloccherebbero lo sviluppo di un intero comparto economico, mettendo a rischio migliaia di aziende agricole e commerciali».

L'APPELLO ALL'EUROPA

La presa di posizione immotivata del Governo italiano viola le normative europee e per questo, il settore compatto, ha inviato una petizione all’Europa sottolineando come tali misure siano in disaccordo con i principi fondamentali del diritto dell’Unione Europea, in particolare la libera circolazione delle merci sancita dagli Articoli 34 e 36 del TFUE, e la giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’UE, che ha già stabilito che il CBD non è una sostanza stupefacente. 

«Siamo pronti a portare il caso davanti alla Corte di Giustizia Europea - proseguono - contestando al governo italiano i danni economici che deriverebbero da queste normative. Un eventuale risarcimento alle imprese colpite graverebbe sulle casse dello Stato, e quindi su tutti i cittadini italiani. Molti imprenditori hanno investito legittimamente in questo settore, acquistando macchinari specifici, sviluppando infrastrutture e stipulando contratti a lungo termine basati sulle leggi vigenti. La repentina modifica delle normative mette a repentaglio questi investimenti, senza alcuna garanzia o indennizzo. Questo crea incertezza e sfiducia non solo tra gli operatori nazionali, ma anche tra gli investitori esteri, compromettendo la credibilità dell’Italia come Paese affidabile per gli investimenti».

salvini, meloni,
Giorgia Meloni e Matteo Salvini, gli artefici del colpo basso al Made in Italy

Per questo, si rende quindi sempre più necessario un confronto costruttivo con il Governo.

«Chiediamo un tavolo di lavoro per trovare soluzioni condivise che rispettino le normative europee e tutelino un settore strategico per l’economia italiana - dicono gli operatori - È fondamentale che il Governo segua le procedure stabilite a livello comunitario, assicurando un quadro normativo chiaro e stabile».

IL PARADOSSO ITALIANO

In Italia il settore della canapa sta vivendo un vero e proprio paradosso senza precedenti. Mentre altri Paesi europei come Francia e Germania incentivano la crescita della canapa industriale, riconoscendone i benefici economici e ambientali, l’Italia rischia di perdere una grande opportunità.

«La canapa industriale contribuisce non solo all’economia, ma anche alla sostenibilità ambientale, grazie alla sua capacità di assorbire CO2 e alla riduzione dell’uso di prodotti fitosanitari - concludono i firmatari - per questo ci siamo uniti in un appello al Governo affinché riveda le sue posizioni e intraprenda un percorso condiviso con le parti interessate. È tempo che le istituzioni ascoltino le voci di migliaia di cittadini, imprenditori e lavoratori che chiedono solo di poter operare nel rispetto delle leggi europee e di contribuire allo sviluppo economico e sostenibile del Paese».

 

Tra gli operatori: CNA Agroalimentare, Confagricoltura, CIA, COPAGRI, UNCI, Liberi Agricoltori, Altragricoltura, Associazione Florovivaisti italiani e le associazioni di filiera Canapa Sativa Italia, EIHA, Federcanapa, Sardinia Cannabis, Assocanapa, Resilienza Italia Onlus, Canapa delle Marche e UPCBD. 

 

 

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Marco Ribechi