Stop al nuovo codice della strada: l’appello di Meglio Legale al presidente Mattarella
Soft Secrets aderisce all'appello di Meglio Legale al Presidente Mattarella per chiedere un intervento di mediazione sul nuovo codice della strada entrato in vigore il 14 dicembre e che in pochi giorni ha sanzionato 170 conducenti per stato d'ebrezza e 14 conducenti per essere stati trovati alla guida per aver assunto sostanze stupefacenti
Non si sa ancora quanti di questi per cannabis, e che tipo di test la polizia abbia usato. Ma Meglio Legale sta già provando a intercettare alcune di queste persone per offrire supporto e portare i loro casi in tribunale per i ricorsi.
Sicuramente quello che si è già compreso è che tutto questo sta generando tanta paura e incertezza e che il nuovo codice della strada è un provvedimento ideologico che vìola la Costituzione.
“Oggi tante persone che lavorano rischiano il ritiro della patente per tracce che restano in circolo nella saliva anche 80 ore” ci spiega Antonella Soldo di Meglio Legale.
“E anche se Salvini ha detto che ci sono eccezioni per i pazienti, beh questo non è vero, non c’è scritto. Speriamo lo modifichi ma per il momento il testo della legge non prevede eccezioni”.
Per questo è stato deciso di scrivere direttamente al Presidente della Repubblica Mattarella.
“L’appello è stato lanciato questa mattina e ha raggiunto già più di 20mila firme” ci dice la Soldo che sottolinea, come scritto anche nell’appello, che il nuovo codice della strada è un provvedimento ideologico e dannoso, che necessita di modifiche per garantire rispetto dei principi costituzionali del diritto alla cura e della certezza e proporzionalità delle pene.
Noi di Soft Secrets abbiamo aderito all’appello insieme ad altre associazioni come Luca Coscioni, Forum Droghe, Canapa Sativa Italia, Nessuno Tocchi Caino, CNCA, Associazione Negozianti italiani canapa, l’Associazione Tutela Pazienti Cannabis Medica APS ETS, Comitato Fibromialgici Uniti, Associazione Vulvodinia e neuropatia del pudendo, Associazione italiana neuropatia piccole fibre, A Buon Diritto e Comitato vulvodinia
“Le modifiche introdotte all’art. 187 prevedono il ritiro immediato della patente per 3 anni (che si aggiunge all’arresto fino a 1 anno e alla multa fino a 6mila euro) per il guidatore che risulti positivo a un test antidroga. Mentre per l’alcool bisognerà continuare a dimostrare lo stato di ebbrezza, per tutte le altre sostanze non varrà più lo stato di alterazione ma la semplice positività ai test. Le due cose non sono equivalenti, come è stato ribadito da un’ampia letteratura giuridica in questi anni, e da ultimo da una sentenza della Corte di Cassazione (sent. 40543/21). Ciò vale specialmente nel caso dei cannabinoidi che con i test salivari sono rilevabili fino a 80 ore dopo l’uso, e addirittura sono riscontrabili, in determinate circostanze, falsi positivi con l’utilizzo di farmaci antinfiammatori e con canapa light (con THC sotto lo 0,3%, dunque non una sostanza psicotropa)” si legge nell’appello.
A ciò si aggiunge che
● Non sono previste deroghe per i pazienti con regolare prescrizione medica, nonostante l’uso terapeutico della cannabis sia legale dal 2007, con oltre 1,4 milioni di grammi distribuiti nel 2023;
● Gli strumenti di rilevazione in dotazione alle forze dell’ordine non sono uniformi, e presentano diversi livelli di rilevabilità (cut-off) e dunque di imputabilità: 10 ng/ml per i carabinieri, 25 ng/ml per la polizia.
● In Italia ci sono 6 milioni di consumatori di cannabis e l’impatto di una criminalizzazione massiva di così tante persone sarebbe disastroso su tribunali e carceri, già ampiamente gravati.
● Il consumo di sostanze in Italia non è reato, ma oggetto di sanzione amministrativa
Per queste ragioni si chiede un intervento del Capo dello Stato affinchè si ritiri il ddl 1086 così come approvato dal Senato il 20 novembre 2024 e si proceda a un decreto urgente che introduca deroghe per chi ha una prescrizione medica regolare e stabilisca livelli di rilevabilità certi e strumenti uniformi per garantire la certezza del diritto, come avviene in altri Paesi europei e come già avviene in Italia per l’alcol.
Per leggere il testo completo dell'appello e firmare clicca qui
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