MMP: prima azienda italiana di Pharma-Cannabis certificata GMP

Maria Novella De Luca
05 Aug 2025

Un nuovo capitolo si apre in Italia nel panorama della cannabis terapeutica, con l'emergere della prima azienda farmaceutica di cannabis certificata GMP (Good Manufacturing Practice). Un traguardo che è non solo un vanto nazionale, ma anche un passo significativo verso la standardizzazione e la professionalizzazione di un settore in rapida evoluzione


Si chiama Materia Medica Processing ed è la prima azienda autorizzata da Aifa e dall’Ufficio Centrale Stupefacenti del Ministero della Salute a operare nella filiera della cannabis terapeutica, dall’importazione al confezionamento, fino alla distribuzione al dettaglio di principi attivi (API).

L’autorizzazione arriva poco prima di quella rilasciata dal Ministero della Salute, Ufficio Centrale Stupefacenti (UCS), che consente l’importazione e la distribuzione di infiorescenze di cannabis medica, tra cui la varietà Bedrocan, e di un olio bilanciato THC/CBD. 

Queste autorizzazioni completano un percorso regolatorio strategico che ha come obiettivo quello di portare la startup ad operare su tutta la catena del valore: dalla lavorazione di principi attivi alle forniture ospedaliere, fino alla distribuzione al dettaglio in farmacia, contribuendo a costruire una filiera italiana più strutturata, accessibile e sicura.

La startup Materia Medica Processing (MMP) è nata nel 2018 e ha sede a Siena all’interno del centro di ricerca Toscana Life Sciences e oggi si afferma come la prima pharma-cannabis company italiana certificata GMP. 

Per chi non è del settore, la certificazione GMP è lo standard di qualità più elevato nel mondo della produzione farmaceutica. Non si tratta solo di un timbro, ma di un sistema rigoroso di linee guida che coprono ogni aspetto del processo produttivo: dalla qualità delle materie prime al controllo degli impianti, dalla formazione del personale alla documentazione dettagliata di ogni fase. Ottenere la GMP, quindi, significa dimostrare che il prodotto finale è sicuro, efficace e di qualità costante, ogni singola volta.

Nel contesto della cannabis, dove la variabilità può essere un problema, la GMP assicura che il farmaco a base di cannabis sia prodotto con la stessa precisione e affidabilità di qualsiasi altro medicinale convenzionale. Questo è cruciale per i pazienti, i medici e le autorità regolatorie, che necessitano di garanzie sulla purezza e l'efficacia del prodotto.

La certificazione GMP per la cannabis non è solo una vittoria per questa singola azienda, ma un segnale per l'intero settore. Indicherà un futuro in cui la cannabis terapeutica sarà pienamente integrata nel sistema sanitario, trattata con la stessa serietà e rigore di qualsiasi altro farmaco. Questo potrebbe accelerare ulteriormente il processo di educazione e accettazione della cannabis come strumento terapeutico legittimo e prezioso.

“Le autorizzazioni ottenute dalle autorità competenti rappresentano una tappa fondamentale nel nostro percorso industriale e rafforzano il nostro posizionamento come abilitatore strategico nella filiera italiana della cannabis terapeutica. In un mercato in rapida espansione vogliamo essere un partner affidabile per il sistema sanitario, garantendo ai pazienti l’accesso a principi attivi standardizzati e sicuri”. Questo è quanto hanno dichiarato Pietro Paolo Crocetta e Giovanni Isoldi, rispettivamente CEO e COO di Materia Medica. 

"La nostra missione è supportare i medici nell’offrire ai pazienti le migliori opzioni terapeutiche disponibili. In quest’ottica, abbiamo compiuto un primo passo importante per ampliare l’offerta di prodotti in Italia e continueremo a sensibilizzare le istituzioni sull’importanza di questo settore”.

Fino ad ora, l'approvvigionamento di cannabis terapeutica in Italia è dipeso da importazioni e dalla produzione dello Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare (Scfm) di Firenze, unico laboratorio legale italiano che produce le sostanze vegetali Fm1 e Fm2 per uso medico, destinate alle farmacie come preparati magistrali e che continuerà a tenere il monopolio produttivo.

Ricordiamo che da poco anche l’azienda Tilray ha ricevuto l'autorizzazione per distribuire le proprie infiorescenze di cannabis medica in Italia, affiancandosi alle produzioni dello Stabilimento Militare e di Bedrocan. 

Un nodo cruciale, rimane, infatti, la capacità produttiva limitata dello Scfm: sostenere la domanda interna richiederà ampliamenti nella coltivazione nazionale, semplificazioni burocratiche e coordinamento tra Regioni.

Resta fondamentale il sistema delle farmacie galeniche che ha permesso, fino ad oggi, l'accesso alla cannabis terapeutica in Italia, ma che tuttavia, è un sistema "artigianale" e su piccola scala.

Ora, l’introduzione di una pharma-cannabis company certificata GMP, vuol dire passare a una produzione industriale e standardizzata. Questo dovrebbe non solo aumentare la disponibilità per i pazienti, ma anche elevare l'Italia a un nuovo livello nel panorama internazionale della cannabis medicinale.

Un traguardo, quindi, che pone le basi per un'industria della cannabis italiana non solo orientata al paziente, ma anche leader in termini di qualità, sicurezza e innovazione.

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Maria Novella De Luca