Scarti nella Cannabis medica, parlano i farmacisti
Rametti nella cannabis, la risposta dei farmacisti ai pazienti: "Non generalizzate, c'è un lavoro grandissimo dietro"
Dopo la denuncia da parte di due pazienti della presenza di rametti inutilizzabili venduti allo stesso prezzo della terapia, la parola passa al farmacista Matteo Mantovani della farmacia galenica San Carlo di Terre del Reno in provincia di Ferrara, che si occupa di cannabis dal 2013. Il Dott. Mantovani ci spiega l'iter di produzione e distribuzione della medicina sottolineando che "Scarti possono essercene ma sono irrisori, la cannabis viene distribuita così in tutto il mondo".
Al Dott. Mantovani abbiamo chiesto di spiegarci il lavoro che viene fatto in farmacia per i preparati richiesti dai pazienti e se esiste davvero il problema degli scarti?
Noi riceviamo barattoli o sacchi con dentro infiorescenze pesate al grammo che dobbiamo utilizzare interamente, per i preparati, perché abbiamo un registro di carico e scarico stupefacenti che ci permette di monitorare la quantità di cannabis che entra e che esce dalla farmacia. Quindi dobbiamo dare per assunto che tutto il quantitativo presente nei barattoli o nei sacchi sia farmaco utilizzabile.
La cannabis è una terapia vegetale quindi la lavorazione può portare ad avere dei residui che però sono molto esigui rispetto alle infiorescenze. A noi non è mai successo di trovare degli scarti visibilmente superiori al numero delle infiorescenze.
Ci è capitato che qualche paziente ci chiedesse il perché di piccolissimi residui che però da un punto di vista inalatorio possono essere comunque assunti.
Quali sono i preparati che la vostra farmacia fornisce ai pazienti?
I nostri pazienti che si curano con cannabis utilizzano soprattutto cartine e oli. Questi problemi sono legati solo alle cartine, ovviamente, perché nell’olio viene estratto tutto e viene separata la parte vegetale dall’olio e viene messo nel conta gocce.
Quale cannabis utilizzate per i vostri preparati?
Utilizziamo quella olandese, quindi Bedrolite, Bedrocan, Bedica, Bediol, quella dello Stabilimento Chimico Farmaceutico di Firenze FM1 e FM2 e ora anche la Linneo, la nuova cannabis medica proveniente dalla Spagna e vincitrice del bando presso lo Stabilimento Militare di Firenze.
Al Dott. Mantovani abbiamo sottoposto anche alcuni commenti dei lettori che ci sono arrivati dopo la pubblicazione dell'articolo, tra cui:
“Sono fiori e ovviamente gli scarti ci saranno sempre, non ci si può fare nulla. Ma ci sono farmacie che giocano molto su questa cosa e fanno cose poco pulite. L'unico consiglio che posso dare dopo anni di terapeutica è di provare più farmacie possibili fino a trovare chi lavora seriamente”.
Come ripeto si sta parlando di una pianta e di scarti piccolissimi, su 5 gr di terapia, ad esempio, si potrebbe trovare uno 0,5/0,10 mg di residui di cannabis, cioè quantitativi trascurabili rispetto alle infiorescenze.
Però questa osservazione è interessante perché in effetti la qualità del prodotto dipende anche molto dalla mole di lavoro della farmacia. Mi spiego meglio, se una farmacia lavora poco con la cannabis e fa una preparazione al giorno o anche meno, rischia di aprire i contenitori primari, lasciare entrare aria a lungo e far seccare le infiorescenze. Questo soprattutto per quantitativi di cannabis importanti che resterebbero inutilizzati per molto tempo.
Noi, come altre farmacie, lavorandone tanta, abbiamo un continuo turnover e consumiamo tutto il quantitativo in pochi giorni.
"L'erba è stata venduta così da sempre, anche in Olanda. Se l'erba é stata seccata in modo perfetto e la comprate secca è perché solo quando è perfettamente secca potrete apprezzare il suo vero sapore e effetto, altrimenti iniziate a perdervi per strada principi attivi".
Parliamo di infiorescenze e non di erba. Le infiorescenze femminili, prodotte negli stabilimenti farmaceutici, garantiscono la titolazione dei principi attivi e del loro fitocomplesso. La lavorazione che viene fatta permette di assumere tutti i principi attivi indipendentemente dalla formulazione allestita.
"Confido che la nuova indica che il servizio sanitario ha da poco aggiunto nei farmaci cannabis sia più terapeutica del Bedica".
Sicuramente la Linneo è un’infiorescenza che raramente presenta residui.
"Io sono dispensato dal pagarla per fortuna ma chi la deve pagare si dovrebbe arrabbiare di brutto. Meglio ricorrere al mercato di strada se conosci qualcuno con il pollice verde. Tante cose sono da rivedere altrimenti l'autocoltivazione è sacrosanta per chi ha bisogno".
Non sono d’accordo. Ripeto, parliamo di scarti irrisori dell'ordine di qualche milligrammo che in proporzione non costerebbe neanche un centesimo. Noi controlliamo continuamente tutti i lotti e solo in alcuni casi ci sono piccole parti di scarto, normali e irrilevanti sul peso che poi verrà dato al paziente per la sua terapia.
Il mercato di strada non è la soluzione per i pazienti così come non lo è l’autocoltivazione o avere il pollice verde. Qui si sta parlando di farmaci, di prodotti che devono essere assunti da pazienti e che devono essere controllati.
Purtroppo alcuni commenti rischiano di essere incalzati da tutto un mondo attento più che altro all’utilizzo ludico della cannabis e che pensa di coltivare meglio di aziende come la Bedrocan. Quindi indipendentemente dalla qualità delle infiorescenze, non sarà mai soddisfatto degli standard di qualità rispettati dalle aziende e di cui noi ci fidiamo. Soprattutto perché a noi stanno a cuore i nostri pazienti.