Cannabis militare a Firenze: nuova direzione fra passi avanti e burocrazia

Il 5 settembre scorso, Mattia Cusani, presidente di Canapa Sativa Italia e direttore di CannabiService, ha visitato lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare (SCFM) di Firenze, unico polo pubblico autorizzato alla produzione di cannabis a scopo terapeutico.
Sin dalla nascita del progetto, lo Stabilimento è stato oggetto di critiche, cristallizzatesi negli ultimi anni intorno al fatto che, dal 2017 ad oggi, non sia mai riuscito a soddisfare la quota di produzione autorizzata annualmente dal Ministero della Salute. La visita di Cusani, condotta sotto la guida del Comandante Colonnello Arcangelo Moro e del Dott. Giorgio Faggiana, capo sezione Cannabis, sembra finalmente rivelare un cambio di passo a livello di programmazione ed alcune importanti novità che potrebbero traghettare questo progetto verso orizzonti più soddisfacenti.
Ne abbiamo parlato con Cusani per comprendere meglio cosa stia davvero cambiando.
SS: Da quanto sappiamo lo Stabilimento ha sempre continuato a produrre FM2 [Ndr. THC compreso tra il 5 e l’8% e CBD compreso tra il 7,5 e 12%], perché deve attenersi al Master File depositato all'AIFA nel 2016. Nell'articolo pubblicato in seguito alla visita si parla di nuove genetiche, sa dirci qualcosa?
FM2 resta la base perché è quella prevista dal Master File, la cornice che dà certezze a medici e farmacie. Sulle nuove genetiche posso dire solo ciò che ho visto con i miei occhi: sono già in prova dentro lo stabilimento ed hanno ottime premesse per aromi e costanza. Finché non si chiudono i passaggi formali (registrazione/validazione) niente nomi, niente schede. La sostanza però è chiara: la programmazione c’è e guarda a varietà moderne paragonabili ai migliori standard internazionali.
SS: In un' intervista fatta a fine marzo scorso, il Dott. Ternelli ci ha raccontato che le serre funzionassero al 50%. Inoltre, il problema era che molta FM2 restasse invenduta perché c'erano poche prescrizione dai medici che continuavano a prescrivere il Bediol, il suo corrispettivo olandese. È cambiato qualcosa?
Quel gap prescrittivo c’è stato, inutile negarlo: abitudini cliniche, percezioni sulla qualità, ecc. Su questa varietà ci sono però appunto notevoli miglioramenti. L’FM2 che ho visto è cresciuta di livello (colore, profumo, consistenza). Il fiore intero se, come è stato messo in programma, arriverà anche come infiorescenza integra, per i farmacisti sarà più semplice lavorare in magistrale e per i medici sarà più naturale prescrivere. Sui numeri interni delle serre non entro; dico però che l’impostazione è più ordinata e l’obiettivo dichiarato è continuità e stabilità, riempire o svuotare due serre in più è un'operazione semplice se cresce la fiducia nelle prescrizioni, l’invenduto scende e la catena produzione dalla prescrizione alla dispensazione si rimette a girare.
SS: Le risulta che l'FM2 invenduta, in caso di scadenza, sia stata distrutta o piuttosto rititolata?
Non so, ad oggi ne avevano di fresca congelata quindi che si conserva bene.
SS: L'Fm2 attualmente viene macinata, si è parlato di considerare una distribuzione sotto forma di granulato o di infiorescanza integra?
Tema giusto: sì, se ne sta parlando da dentro. Durante la visita è stato riconosciuto che fiore intero (e/o granulato a taglio controllato) è in programma, compatibilmente con allineamenti regolatori e controlli qualità. Perché conta? Perché il fiore intero espone meno superficie [Ndr. all'ossidazione] ed i terpeni rimangono più protetti con migliore stabilità nel tempo. Le nuove forme servono a dare più stabilità e più flessibilità galenica, non a bocciare il macinato che per determinate applicazioni [Ndr. estrazioni ed oleoliti] resta comunque utile.
SS: Oltre alla FM2 lo Stabilimento produceva anche la FM1 [Ndr. titolata al 13-20% THC e <1%CBD] esiste ancora? Sempre il Dott. Ternelli ci diceva che la stanno coltivando per produrre l'estratto... Non si potrebbe utilizzare in parte per gli estratti e in parte per immetterla sul mercato come infiorescenza?
L'FM1 non è sparita: c’è materiale in mantenimento/selezione e, per quanto ci è stato possibile apprendere, confermiamo che serve meglio per gli estratti. Con i metodi a freddo in acqua/ghiaccio (totalmente solventless) non cerchi la resa massima, ma il fitocomplesso integro: profilo ricco, aromi preservati. In questo contesto FM1 ha senso e una sua collocazione già di per se interessante. Metterne una quota come fiore? In teoria non è escluso; in pratica dipende da programmazione, Master File, controlli qualità e domanda reale. Sicuramente in futuro le varietà in sperimentazione potranno fare la vera differenza su questo fronte chemiotipico. La priorità adesso sembrerebbe chiudere bene le prove sugli estratti, oli full spectrum senza solventi e a freddo, con standard farmaceutici, e stabilizzare le nuove forme di presentazione mantenendo lo standard produttivo e percorrendo anche la strada delle nuove varietà.
SS: Vuole aggiungere qualche ultima riflessione su quanto visto allo Stabilimento di Firenze?
C’è sempre spazio per migliorare, ma l’obiettivo di arrivare al 100% di produzione e distribuire/dispensare tutto il prodotto lo vedo vicino. Se poi entrano le nuove varietà che sono in test, il livello salirà ancora e si può davvero accelerare senza fermarsi. Questo potrebbe richiedere ampliamenti o supporti dei privati, ma, attenzione, su basi molto più solide rispetto al passato. Il fatto che oggi si lavori con tecniche più moderne, piante gestite meglio (anche madri e materiale vegetale), e si punti a varietà di livello apre prospettive migliori anche per aziende private che potrebbero partire da uno standard già alto
SS: Durante la sua visita, si è parlato del nodo cruciale delle tempistiche? Ci sono buone notizie o indicazioni concrete che qualcosa si sia già mosso sul fronte dell'AIFA, con la speranza di poter parlare finalmente di una data certa per la disponibilità di questi prodotti?
Purtroppo non sappiamo niente sui tempi e tecnicamente non saranno brevissimi, ma se non si inizia questo processo non si finisce mai e vista la lentezza del pubblico è fondamentale iniziare.
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