In California erba DOC per certificare la qualità
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Le Indicazioni Geografiche (IG) e le Denominazioni di Origine (DO) sono sistemi di proprietà intellettuale riconosciuti a livello internazionale, che offrono importanti opportunità per tutelare tradizioni e risorse genetiche preziose per le popolazioni di tutto il mondo.
L’indicazione geografica è un segno utilizzato per i prodotti che hanno una determinata origine geografica e che hanno qualità o una certa reputazione dovute a tale origine. Le denominazioni di origine sono una tipologia speciale, o un sottoinsieme, dell’indicazione geografica, nel senso che il legame qualitativo fra il prodotto e il luogo deve essere più forte di quello della IG.
Nel caso della denominazione di origine, la qualità o le caratteristiche distintive del prodotto devono derivare essenzialmente o esclusivamente dalla sua origine geografica. Il termine francese "Terroir" viene usato comunemente per descrivere l’insieme di fattori come il terreno, il clima e l’irraggiamento solare che conferiscono a un prodotto le sue caratteristiche distintive. Questi sistemi normativi basati su standard fungono da codifica delle conoscenze e delle pratiche agricole tradizionali, nonché da tutela delle preziose risorse genetiche, determinando l’armonizzazione delle rispettive norme di proprietà intellettuale, dei valori e delle tecnologie fra i Paesi che partecipano alla compravendita di prodotti a DO.
COME SI POTREBBERO APPLICARE TALI SISTEMI ALLA MARIJUANA?
Riconosciuta dagli agricoltori come pianta altamente adattabile, la Cannabis è fortemente influenzata dall’ambiente in cui viene coltivata. Quando i semi di marijuana si sono diffusi in tutto il mondo, la pianta è stata coltivata per diversi utilizzi ed è stata adattata a una grande varietà di ambienti naturali, il che ha comportato lo sviluppo di innumerevoli cultivar con variazioni caratteristiche. Molte sono le regioni note per cultivar uniche che producono infiorescenze di alta qualità con caratteristiche distintive, attribuite in parte all’ambiente in cui sono state coltivate e selezionate originariamente.
Tra queste figurano le regioni geografiche note per la coltivazione moderna della marijuana, come l’Emerald Triangle della California e alcune regioni della Spagna, ma soprattutto le numerose regioni dell’Asia centrale e sudorientale in cui si è evoluta la pianta. Si tratta di Paesi come l’Afghanistan, il Bhutan, l’India, il Nepal, la Thailandia e il Vietnam, oltre a diverse zone dell’America centrale e meridionale e dei Caraibi. Nonostante la decennale proibizione internazionale della marijuana, le più note fra queste regioni hanno creato un riconoscimento globale del marchio fra i pazienti, i consumatori e il pubblico. Con l’aumento del riconoscimento regionale, è incrementata anche la domanda di prodotti a base di cannabis provenienti da queste regioni. Tuttavia, con l’aumento della notorietà a livello regionale e del valore dei prodotti, è incrementato anche il numero di prodotti di marca con nomi regionali coltivati o prodotti al di fuori della regione indicata.
SVILUPPO DEI PRIMI PROGRAMMI GLOBALI DI IG E DO PER LA MARIJUANA
Nel 2015, a quasi 20 anni di distanza dall’approvazione del Compassionate Use Act, la Legislatura della California ha istituito il Medical Cannabis Regulation and Safety Act (MCRSA). L’MCRSA ha creato un quadro statale per regolamentare la marijuana medica e ha istituito due programmi d’indicazione geografica molto importanti per la cannabis: Contea di origine e Denominazione di origine. Nel 2019 è stata approvata una successiva legislazione che ha rafforzato lo status della denominazione di origine. Nel 2020, la Legislatura californiana ha approvato il Senate Bill 67, che ha esteso il programma di Contea di origine fino a ricomprendere anche le indicazioni di origine di città e contee basate sui confini politici. Consente la denominazione della marijuana e dei prodotti a base di cannabis, prodotti al 100% all’interno dei confini, con il nome della contea, della città, o della città e della contea. Inoltre, cosa forse ancora più importante, il Senate Bill 67 ha stabilito le regole di partenza basate sul terroir per il California Appeal Program (CAP), che prevede che affinché sia idonea al marchio di denominazione di origine, la marijuana deve essere coltivata nel terreno senza utilizzare una struttura e senza l’uso di illuminazione artificiale o integrativa in fase di fioritura.
COME CREARE UNA DENOMINAZIONE DI ORIGINE DELLA CANNABIS IN CALIFORNIA
Per creare una denominazione, un gruppo di coltivatori autorizzati con sede nella regione proposta per la denominazione deve preparare e presentare una petizione al Ministero dell’Alimentazione e dell’Agricoltura della California perché venga visionata e approvata. Analogamente alle denominazioni di origine per prodotti come vino, champagne e formaggio, il programma di denominazione di origine della cannabis in California prevede che il richiedente debba, fra le altre cose: 1) Esibire evidenze dell’uso storico della denominazione. 2) Descrivere ciascuna delle caratteristiche geografiche che incidono sulla Cannabis prodotta nell’area geografica della denominazione di origine proposta, fra cui: Informazioni sul clima, con elementi quali temperatura, precipitazioni, vento, nebbia, orientamento solare e irraggiamento. Informazioni geologiche, che possono ricomprendere le formazioni sottostanti, le forme del terreno e i fenomeni geofisici come terremoti, eruzioni e grandi inondazioni. Caratteristiche del terreno, che possono ricomprendere la microbiologia e le serie di terreno o le fasi di una serie del terreno. Caratteristiche fisiche, con elementi quali topografia pianeggiante, collinare o montuosa, formazioni geografiche, corpi idrici, bacini idrografici e risorse d’irrigazione. Caratteristiche colturali, che possono ricomprendere i confini politici legati a una determinata storia o reputazione, la distribuzione di una serie specifica di pratiche colturali e le caratteristiche antropogeniche.
RILIEVI MINIMI E MASSIMI
1. Esibire evidenze sostanziali del fatto che l’area geografica è caratteristica, se confrontata con le zone al di fuori dei limiti proposti e con altre zone pertinenti che producono marijuana per la vendita sul mercato. 2. Illustrare come la caratteristica geografica sia considerata intrinseca all’identità o al carattere della zona con mezzi diversi da quelli richiesti da leggi, normative oppure ordinanze statali. 3. Offrire una descrizione della qualità, della caratteristica o della reputazione della Cannabis legata essenzialmente o esclusivamente alla forma del terreno, ivi inclusa una spiegazione di come la forma del terreno comporti che la marijuana abbia tale qualità, caratteristica o reputazione. 4. Individuare almeno una regola, una pratica o un requisito colturale specifico che funga da tutela del carattere distintivo dell’elemento geografico, mantenendo la sua rilevanza per la marijuana prodotta nella regione della denominazione. 5. Pianificare e creare un sito di coltivazione con denominazione di origine. La marijuana dev’essere piantata nel terreno Piantare la cannabis nel terreno garantisce che sia prodotta nella regione della denominazione, che venga influenzata dal suolo e dalla microbiologia autoctona di ogni regione della denominazione. Per piantare nel terreno si possono adottare diversi metodi, come la lavorazione o il rivoltamento del terreno nativo, la pacciamatura con foglie e il terrazzamento con cumuli. Il tipo di modifiche o integrazioni al terreno consentite, così come il metodo o i metodi consentiti per piantare nel terreno, devono essere conformi alle norme e/o alle rispettive prassi stabilite dalla denominazione.
LA MARIJUANA DEV’ESSERE COLTIVATA SENZA UTILIZZARE ALCUNA STRUTTURA
La cannabis prodotta nella zona di denominazione di origine deve essere coltivata all’aperto, senza l’utilizzo di serre, capannoni, strutture ombreggianti o altre strutture che possano alterare l’ambiente naturale temporaneo della zona di denominazione di origine. È vietato anche l’utilizzo di tecniche di privazione della luce, che non solo manipolano l’ambiente temporale in cui viene prodotta la marijuana, alterano anche le ore di luce solare naturale che riceverebbe la pianta. La produzione di Cannabis senza utilizzare una struttura vieta anche l’uso di coperture temporanee per tutelarla da condizioni naturali come gelate precoci, pioggia e/o particelle di fumo provenienti da incendi scoppiati nelle vicinanze.
LA MARIJUANA DEV’ESSERE COLTIVATA SENZA L’UTILIZZO D’ILLUMINAZIONE ARTIFICIALE O INTEGRATIVA
Anche se l’illuminazione artificiale o integrativa può essere utilizzata per sostenere la crescita delle piante madre e per altre attività di propagazione, l’illuminazione artificiale o integrativa non sarà utilizzata una volta che le piante supereranno i 46 cm in altezza o in larghezza. Questa regola di base garantisce che la marijuana venga coltivata utilizzando la luce naturale del sole, esponendola alle ore di luce naturale e all’intensità della luce solare della regione di denominazione.
ACQUA D’IRRIGAZIONE E FONTI IDRICHE
Oltre alle norme di partenza basate sul terroir stabilite per il California Cannabis Appeals Program, l’acqua utilizzata per irrigare la marijuana deve provenire dalla regione della denominazione e nella sua forma originale "non trattata". Fra tali fonti idriche possono figurare acque superficiali autorizzate, come torrenti, ruscelli, fiumi e sorgenti, o acque sotterranee provenienti da pozzi o falde acquifere, nonché acqua piovana raccolta e immagazzinata all’interno della regione di denominazione. In alcune regioni DO, le condizioni ambientali naturali fanno sì che non sia assolutamente necessario irrigare, il che consente ai coltivatori di adottare tecniche di coltivazione a pioggia. ÛLe ricche pianure alluvionali, come l’area di Holmes Flat nella valle del fiume Eel, in California settentrionale, dove i cicli storici d’inondazione hanno depositato strati di limo e lettiere forestali sul fondovalle e la falda freatica è naturalmente alta, sono perfette per la coltivazione a secco di un’ampia varietà di colture agricole, tra cui la cannabis.
I VANTAGGI DEI PROGRAMMI DI IG E DO PER I CONSUMATORI
I programmi d’indicazione geografica e di denominazione di origine offrono ai consumatori l’opportunità di verificare l’origine dei prodotti che acquistano, oltre a sostenere direttamente l’economia della comunità di origine. I prodotti a denominazione di origine offrono ai consumatori ulteriori opportunità, come la possibilità di verificare gli standard di produzione del prodotto, nonché la possibilità unica di provare il gusto di un luogo e le sottili differenze tra una cultivar prodotta in diverse regioni a denominazione nel mondo.