Intervista al grower Markab Mattossi

Maria Novella De Luca
08 Jun 2022

Oggi in Italia stiamo assistendo a un ritorno alla coltivazione della canapa, molte aziende hanno iniziato a investire e molte altre ancora stanno decidendo di farlo e cercano di capire su quale settore specializzarsi considerando che dire ‘Canapa’ significa parlare di estratti, di CBD, di bioedilizia, agricoltura, benessere, cosmesi e alimentazione.


Per questo le esperienze, le opinioni e i consigli di persone che della coltivazione della cannabis hanno fatto una professione possono essere molto utili, sia per i più esperti che per chi ha appena iniziato ad avvicinarsi al mondo della coltivazione di cannabis. Ecco perché abbiamo voluto porgere alcune domande a Markab Mattossi, esperto in canapa e cannabis che da anni dedica la sua vita all’osservazione, alla cura e alla crescita delle piante di cannabis. Attivista per i diritti della cannabis negli anni ha promosso e seguito molte campagne per la legalizzazione e oggi lavora come grower presso la THCbd.

Insieme abbiamo cercato di capire come prendersi cura delle piante di canapa, come è cambiato negli ultimi anni il mercato della cannabis e quali sono alcuni consigli utili per coloro che stanno pensando di avvicinarsi a questo settore economico in forte crescita anche nel nostro Paese.

SSIT: Come vedi il settore della cannabis oggi in Europa? E tra 10 anni?

Conoscendo il vecchio continente tra 10 anni potremmo essere ancora qui. In realtà, negli ultimi anni, sono stati fatti molti piccoli passi in avanti din molti paesi. Da quando l'Italia, ma in realtà la prima in assoluto è stata la svizzera, ha legalizzato il CBD e le infiorescenze di cannabis, tutta la comunità europea ne ha potuto giovare. Ne hanno goduto sia i Paesi che hanno seguito il nostro esempio sulle infiorescenze allo 0,2-0,3% di THC, ma anche quei Paesi che pur non riconoscendo ancora il fiore di cannabis light, lavorano da anni con i derivati industriali della canapa e hanno visto alleggerirsi i controlli, le restrizioni e aumentare la clientela che è diventata più consapevole delle proprietà dei derivati della canapa.

SSIT: Il 2016 è stato per l’Italia l’anno della svolta con la legge 242 che puntava a incentivare nuovamente le coltivazioni di canapa con maggiori tutele, regole più semplici, incentivi statali. Una legge che in effetti ha fissato alcune nuove destinazioni d’uso e ha aperto, in qualche modo, il varco alla cannabis light legale. Ma resta incompleta in quanto non menziona gli utilizzi della canapa, le infiorescenze, radici e foglie.

Una legge fatta bene dall’inizio in Itala è utopia, per questo l'attivismo concreto ha sempre ragionato su leggi che potessero, da subito, aprire quella strada innovativa proibita per decenni. Una legge come la 242/2016, che ricordiamo è rimasta ferma per 5 anni in Senato dopo la prima approvazione alla Camera, è una legge semplice che nella proposta presentava in modo chiaro la destinazione delle infiorescenze di cannabis; ma la politica decise di abrogare quell’articolo. Gli attivisti che vi avevano lavorato si tennero alcuni assi nella manica conoscendo l'inclinazione proibizionista del nostro paese.

SSIT: Cosa intendi con asso nella manica?

Grazie al inserimento nell'art. 2 lettera g) “coltivazioni destinate al florovivaismo”, la commercializzazione del fiore divenne possibile e legale. Per quanto riguarda il suo utilizzo deve essere ancora normato dal MIPAAF (Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali) con appositi decreti attuativi che inseriscano la parola Cannabis Sativa L. nelle normative vigenti.

SS: Intanto il mercato del CBD negli ultimi anni è cresciuto oltre le aspettative e probabilmente continuerà a farlo. Cosa ha significato questo dal punto di vista della “legalizzazione” della cannabis? È stato un vero passo in avanti verso la legalizzazione dell’uso ricreativo?

La definirei una lezione di vita. Subito dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, tutti (o quasi) gli attivisti sono scomparsi per trasformarsi in imprenditori o agricoltori per dimostrare chi sapeva fare l'erba migliore, senza tener conto che la società in cui viviamo è piena di squali senza pietà e senza morale che hanno invaso il mercato di veri scarti di magazzino dalla Svizzera; mettendo in crisi chi aveva vera passione e voleva intraprendere un percorso lavorativo duraturo. Questo ha creato un vuoto e una demotivazione all’ interno di tutto il movimento cannabico italiano. Comunque sia questa legge ha segnato la storia. Finalmente la pianta di Cannabis è libera di circolare per la penisola e in molti altri stati così da farsi ammirare da tutti i cittadini aperti mentalmente e abbastanza curiosi da superare preconcetti sedimentati da decenni. Quello che mi sarei aspettato avvenisse con questa legalizzazione light era vedere almeno una pianta in ogni balcone.

SS: Hai parlato di scarti di magazzino dalla Svizzera. Perché?

La Svizzera è stato il primo stato che io conosco a commercializzare la cannabis light. Nel 2017 le aziende avevano già delle buone scorte e tutto il materiale non adatto al loro mercato, venne abbassato di principio attivo da <1% allo 0,5% di THC con i metodi i più disperati e venduto in Italia. Ricordo che ci stupì molto il fatto che le dogane avessero da subito concesso il transito di cannabis Sativa L. tra stati non appartenenti alla UE, senza richiedere i soliti permessi ministeriali che si usa chiedere per la biomassa o i semi di canapa, o per importare materiale soggetto agli accordi internazionali sulle sostanze stupefacenti.

SS: Come è cambiato il mercato della cannabis con l’avvento del CBD? Sono cambiati anche i gusti dei consumatori?

È curioso notare come la cannabis light abbia riconquistato tutti quei consumatori che da anni avevano smesso con il THC per problemi di ansia o per motivi lavorativi. Si può in oltre constatare che è sceso il consumo di cannabis in giovanissima età perché questa sostanza (con o senza THC) inizia a non essere più vista come una trasgressione. Purtroppo però, si nota invece un calo dell’ età media di chi si avvicina alle droghe pesanti.

 

Intervista al grower Markab Mattossi
Foto Maria Novella De Luca

Vediamo ora più da vicino aspetti legati alla coltivazione.

SSIT: Per chi sta ancora decidendo se coltivare all’aperto o al chiuso, possiamo spiegare quali sono le differenze tra una coltivazione outdoor e indoor?

In campo aperto (outdoor) la pianta riceve attenzioni dal coltivatore e dalla natura, ma è soggetta anche alle avversità.

L'indoor è un luogo protetto separato dalla natura dove tutti gli oneri ricadono sul grower (coltivatore). È lui che ha il pieno controllo di tutti i parametri: luce, terra, acqua, temperatura, umidità, ventilazione, ricambio d'aria. Se sbaglia anche solo uno di questi parametri, la pianta ne risentirà, non essendoci, appunto, fattori esterni che possano intervenire e aiutare nella coltivazione.

La serra, è un ambiente ibrido, dove si sfrutta la luce solare in un luogo circoscritto, protetto dalle intemperie o da forti venti, adatto a anticipare ed allungare la stagione agricola.

SSIT: I coltivatori, per non incorrere in eventuali sanzioni perseguibili dalla legge, devono acquistare semi certificati. Come avviene la scelta del seme?

Il discorso è complesso, la legge prevede i semi certificati e tutti devono averli, e conservare per almeno un anno il cartellino. Ma i semi UE sono adatti solo all’utilizzo industriale, non sono adatti alle coltivazioni florovivaistiche. Per questo molte aziende forniscono direttamente il servizio di selezione dei fenotipi adatti al mercato della cannabis light distribuiti in plateau pronti al trapianto diretto.

SSIT: Come scegliere il terreno più adatto? 

Il substrato da usare nella coltivazione dipende molto dalle procedure che si utilizzeranno per accudire la pianta. Ci sono metodi idroponici in acqua, in cocco o in un altro inerte poroso a scelta. In una coltivazione semplice consiglio un terreno neutro leggero e ben areato da usare con integrazione di fertilizzanti liquidi (meglio se organici), o meglio ancora ben ammendato con fertilizzanti organici adatti e ben dimensionati per tutto il ciclo vitale della pianta.

SSIT: Nelle coltivazioni outdoor perché a volte si preferisce non piantare direttamente a terra ma in vasi in tessuto geotessile?

Solitamente si fa questa scelta dove il terreno a disposizione non è adatto alla coltivazione della cannabis (PH del terreno, nematodi o funghi ostili) altrimenti sarebbe un dispendio economico ed energetico inutile.

Nel nostro caso, ad esempio, siamo in una serra pavimentata nata per l'uso di vasi per agevolare la meccanizzazione della coltivazione e permettere cicli vitali brevi e continui. Fortunatamente la THCbd.eu è lungimirante e il substrato viene riutilizzato migliorandolo di volta in volta.

Intervista al grower Markab Mattossi
Foto Maria Novella De Luca

SSIT: Quali sono i migliori fertilizzanti da utilizzare per una buona cura delle piante?

Di prodotti sul mercato ce ne sono moltissimi. Tutte le ditte negli anni hanno acquisito ottima competenza sulla cannabis, grazie anche alle sperimentazioni fatte nelle coltivazioni italiane in questi anni. Personalmente preferisco non mischiare le linee di fertilizzanti a meno che non conosca già le interazioni che potrebbero esserci.

Il consiglio che mi sento di dare è cominciate usando metà della dose consigliata dal produttore, che spesso preferisce vendere maggior prodotto piuttosto che farvi produrre la massima quantità con la giusta qualità, e senza sperperare denaro inutilmente.

SSIT: Quali sono gli errori più comuni e come evitarli durante la fase di fioritura?

In tutte le fasi della pianta la cosa più importante è saper darle da bere. Sembra una cosa banale ma ogni pianta è un essere a se. Piante in condizioni simili possono assorbire l'acqua disponibile nel substrato in maniera diversa, per moltissimi fattori. Quando si innaffia è buona norma pesare il vaso, alzarlo o anche solo inclinarlo per valutarne il peso e capire quanta acqua sia ancora disponibile. Così si potrà capire quanta acqua sia necessaria per la pianta nelle diverse fasi di crescita. I pericoli in una coltivazione restano molteplici, per non parlare della delicatissima fase di essicazione e concia dei fiori.

SSIT: Per chi coltiva semi di cannabis regolari c’è sempre il rischio che le piante di cannabis maschio possano impollinare le femmine. Come evitarlo o prevenire il problema?

L'osservazione è la più grande dote di un coltivatore. Tutte le piante comunicano con il loro aspetto il loro stato. Nel nostro caso basta spulciare una a una le piante per individuare i fiori maschi, spesso i primi ad apparire. In una coltivazione produttiva su larga scala però questo non è semplice. Per questo si usano talee di genetiche già selezionate per sesso, fenotipo, resistenza alle avversità, principio attivo, ecc...

SSIT: Nelle nuove coltivazioni di CBD come si riesce a monitorare il grado di THC e CBD da rispettare per ottenere un prodotto legale?

Il monitoraggio viene fatto da metà del ciclo di fioritura, ma il picco solitamente si ha due settimane prima del momento della raccolta, quando i tricomi, visti con un microscopio di almeno 30x, passano dall’ essere trasparenti ad avere un colore opaco bianco latte. Quando l'infiorescenza, ad occhio nudo, avrà ambrato circa l’80% dei suoi peletti, si potrà raccogliere Non è facile avere la certezza di non sforare nel coltivo se non usando talee derivanti da madri selezionate.

SSIT: Come avviene successivamente alla raccolta l’immissione del prodotto sul mercato?

Come detto in precedenza, mancano i decreti attuativi che permettano alle leggi e alle regolamentazioni esistenti di recepire la “nuova” legge 242/2016 e di considerare la cannabis sativa L. una pianta come le altre, ben regolamentata, con protocolli di qualità come per ogni altro prodotto agricolo. Oggi siamo in un mercato anarchico, dove non c'è certezza, dove le interpretazioni della legge cambiano da comune a comune, e dove gli investimenti a lungo termine non sono ancora auspicabili vista l'incertezza burocratica, che non permette il pieno sviluppo di questo mercato.

 

Intervista al grower Markab Mattossi
Markab Mattossi markab77.it
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Maria Novella De Luca