Kamala Harris favorevole alla legalizzazione
"Sono convinta che la gente non dovrebbe andare in prigione per aver fumato erba", ha dichiarato la vicepresidente in un podcast
In un'edizione molto speciale di All The Smoke, podcast che si è sempre occupato di sport e intrattenimento, diventando popolare tra le celebrità e le icone dello sport, i due conduttori, ex giocatori della NBA Matt Barnes e Stephen Jackson, hanno incontrato, per un'intervista esclusiva, l'attuale vicepresidente e candidata democratica per le elezioni presidenziali del 2024, Kamala Harris.
I conduttori, nei 47 minuti di intervista, hanno parlato con la Harris di questioni politiche, economia, giustizia sociale e ovviamente delle prossime elezioni. Ma si è parlato anche di cannabis.
La vicepresidente, per la prima volta da quando è stata nominata candidata democratica alla presidenza Usa, ha affrontato l’argomento sostenendo che si è arrivati ad un punto in cui si deve comprendere che è necessario legalizzare la marijuana e smettere di criminalizzare questa condotta.
“Credo fermamente che la gente non dovrebbe andare in prigione per aver fumato marijuana. Sappiamo cosa ha significato questo per coloro che sono stati arrestati” ha sottolineato ai conduttori del podcast. Si riferiva, ovviamente, alla disparità razziale che esiste negli arresti per possesso di cannabis. Secondo i dati dell’ACLU, American Civil Liberties Union, infatti, i neri hanno in media 3,6 volte più probabilità di essere arrestati con accuse legate alla marijuana.
"In secondo luogo, penso che siamo arrivati a un punto in cui dobbiamo capire che dobbiamo legalizzarla e smettere di criminalizzare questo comportamento", ha continuato la candidata. "E, in realtà, non è una nuova posizione per me. Lo penso da molto tempo”.
Infatti, anche se la stampa Usa ha voluto sottolineare che sinora la candidata democratica aveva evitato di affrontare la questione nell’ambito della campagna presidenziale, Harris, durante tutta la sua carriera politica, ha costantemente sostenuto la legalizzazione della cannabis e la sua posizione, nel tempo, si è evoluta significativamente. Ricordiamo, infatti, che inizialmente, nel 2010, in qualità di procuratore distrettuale di San Francisco, si era opposta alla Proposition 19 della California, e aveva perseguito circa 2.000 delinquenti per marijuana.
Ma da allora ha fatto molta strada e le sue idee riguardo la marijuana sono cambiate.
Era il 2015 quando durante la Convenzione dello Stato Democratico aveva lanciato un appello per "porre fine al divieto federale sulla marijuana medica”.
In un discorso del 2017, aveva affermato: "Anche se non credo nella legalizzazione di tutte le droghe, come procuratore di carriera semplicemente non ci credo, dobbiamo fare la cosa intelligente, la cosa giusta, e finalmente depenalizzare la marijuana”.
Solo un anno dopo, nel 2018, aveva sostenuto apertamente la legalizzazione della cannabis per gli adulti co-sponsorizzando il Marijuana Justice Act del senatore Cory Booker, che avrebbe legalizzato la cannabis a livello federale.
"Rendere legale la marijuana a livello federale è la cosa più intelligente e giusta da fare. Lo so da ex procuratore e lo so da senatore” aveva affermato in quel’occasione.
E anche nel suo libro pubblicato nel gennaio 2019, The Truths We Hold, si è espressa a favore della legalizzazione della cannabis.
Sempre nello stesso anno, Harris aveva collaborato anche con l'allora presidente della magistratura della Camera Jerry Nadler al Marijuana Opportunity Reinvestment and Expungement Act, una misura per rimuovere la marijuana dal Controlled Substances Act.
E ricordiamo ancora quando, durante il dibattito vicepresidenziale del 2020 a Salt Lake City, Harris aveva ribadito che un'amministrazione Biden-Harris avrebbe depenalizzato la cannabis ed eliminato i precedenti penali legati alla marijuana. Con questo, nell'ottobre del 2022, Biden, infatti, annunciò la sua intenzione di indulgere a tutti i delitti federali di semplice uso di marijuana.
A livello politico quindi, la marijuana non sembra affatto essere un argomento nuovo per la Harris, che tra l’altro, cinque anni fa in un’intervista al popolare programma radiofonico mattutino The Breakfast Club aveva ammesso senza vergogna il suo personale consumo di marijuana al college, sostenendo apertamente che la marijuana "Dà gioia a molte persone, e noi abbiamo bisogno di più gioia nel mondo”, ammettendo già il suo chiaro punto di vista pro legalizzazione.
Se la Harris si assicurasse la nomination democratica e vincesse la presidenza, passerebbe alla storia come la prima candidata presidenziale donna di un grande partito a sostenere pienamente la legalizzazione della marijuana e questo porterebbe probabilmente più gioia, se non nel mondo, almeno negli Stati Uniti.
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