Biden grazia i condannati: "Basta guerra alla Cannabis"

Marco Ribechi
07 Oct 2022

Joe Biden ha finalmente capito quello che attivisti di tutto il mondo tentano di spiegare da anni: la guerra alla droga è inutile. Il Presidente degli Stati Uniti ha quindi esposto i suoi tre passi per cambiare l'approccio alla pianta aggiungendo l'intenzione di pulire le fedine penali di chi ha subito o sta subendo processi per Cannabis


Il presidente Joe Biden ha annunciato che sta adottando misure drastiche per modificare le leggi federali sulla marijuana e fornire soccorso alle vittime della guerra della droga.  Lo sviluppo inaspettato arriva circa un mese prima delle elezioni di novembre tramite delle dichiarazioni ufficiali sul sito della Casabianca dove Biden ha fatto trascrivere il suo pensiero.

«Come ho detto spesso durante la mia campagna presidenziale, nessuno dovrebbe essere in prigione solo per aver usato o posseduto marijuana - spiega il Presidente di uno dei paesi che più ha sostenuto la repressione e la persecuzione della Cannabis - Mandare persone in prigione per possesso di marijuana ha sconvolto troppe vite e incarcerato persone per comportamenti che molti stati non proibiscono più. I precedenti penali per possesso di marijuana hanno anche imposto inutili barriere all'occupazione, all'alloggio e alle opportunità educative».

Biden ha quindi insistito su un altro tema che gli attivisti hanno battuto per anni senza mai essere stati veramente ascoltati: quello della differenza razziale nel tasso punitivo della marijuana. 

«Mentre i bianchi e i neri e i marroni (nel testo originale letteralmente “white, black and brown”) usano marijuana a tassi simili - prosegue il Presidente - i neri e i marroni sono stati arrestati, perseguiti e condannati a tassi sproporzionati».

Tre sarebbero le tappe con cui Joe Biden intende cambiare l’approccio alla pianta: «Oggi annuncio i tre passi che sto intraprendendo per porre fine a questo approccio fallito - spiega dalla Casabianca - In primo luogo, annuncio la grazia per tutti i precedenti reati federali di semplice possesso di marijuana. Ho incaricato il procuratore generale di sviluppare un processo amministrativo per il rilascio di certificati di grazia alle persone aventi diritto. Ci sono migliaia di persone che hanno precedenti condanne federali per possesso di marijuana, a cui potrebbero essere negati lavoro, alloggio o opportunità educative di conseguenza. La mia azione contribuirà ad alleviare le conseguenze collaterali derivanti da queste convinzioni. In secondo luogo, esorto tutti i Governatori a fare lo stesso per quanto riguarda i reati di Stato. Proprio come nessuno dovrebbe essere in una prigione federale solo per il possesso di marijuana, nessuno dovrebbe essere in una prigione locale o statale per questo motivo. Terzo, chiedo al Segretario della Salute e dei Servizi Umani e al Procuratore Generale di avviare il processo amministrativo per rivedere rapidamente come la marijuana è trattata dalla legge federale». Attualmente la legge federale classifica la marijuana nella Tabella I del Controlled Substances Act, la classificazione intesa per le sostanze più pericolose. Si tratta dello stesso programma dell'eroina e dell'LSD, e persino superiore alla classificazione del fentanil e della metanfetamina, farmaci che causano moltissime overdose.

«Anche se la regolamentazione federale e statale sulla marijuana cambia, dovrebbero rimanere importanti limitazioni al traffico, al marketing e alle vendite di minori. Troppe vite sono state sconvolte a causa del nostro approccio fallito alla marijuana. È tempo di correggere questi torti».

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Marco Ribechi