Cannabis: Trump apre alla riclassificazione, un segnale importante per il settore

Maria Novella De Luca
20 Aug 2025

Arriva a sorpresa, dal Paese che ha fatto della lotta alla droga un grande manifesto, la notizia che il Presidente Donald Trump starebbe valutando un'importante modifica alla politica federale sulla cannabis.


L'idea è quella di spostare la pianta dalla Tabella I, che include sostanze come eroina e LSD, alla Tabella III, al fianco di farmaci come la ketamina e gli steroidi anabolizzanti.

"Stiamo valutando la riclassificazione e prenderemo una decisione nelle prossime settimane, e si spera che questa decisione sia quella giusta. È un argomento molto complicato" ha dichiarato Trump durante una conferenza stampa alla Casa Bianca. Il presidente ha ammesso di aver ricevuto sia pareri positivi che negativi sulla cannabis, sottolineando in particolare l'uso medico per il trattamento del dolore e di alcune patologie.

Sebbene non si tratti di una legalizzazione, questa mossa rappresenta un "aggiustamento tecnico" che potrebbe avere profonde ripercussioni. 

Il cambiamento di classificazione porterebbe, infatti, a una serie di vantaggi significativi, in primo luogo, facilitando la ricerca medica sulla cannabis, permettendo agli scienziati di esplorare a fondo le sue potenzialità terapeutiche senza gli ostacoli burocratici attuali. Inoltre, la riclassificazione ridurrebbe l'enorme attrito fiscale che le aziende del settore devono affrontare. Attualmente, il Codice Fiscale 280E, impedisce alle aziende che trattano sostanze controllate, come la cannabis, di detrarre le spese aziendali ordinarie dalle loro tasse. Questo significa che le aziende del settore possono essere soggette a una tassazione molto più elevata rispetto ad altre aziende, un onere che limita la loro crescita e redditività.

Un'ultima conseguenza sarebbe l'apertura a una regolamentazione più ordinata, che potrebbe attrarre nuovi capitali e dare stabilità a un mercato in forte espansione.

La proposta di Trump ha scatenato un vivace dibattito all'interno del fronte conservatore. Alcuni la vedono come un cedimento morale, una mossa contraria ai valori tradizionali che considerano la cannabis una sostanza dannosa. Altri, pur non condividendo l'uso ricreativo, riconoscono che una politica troppo punitiva ha causato più danni che benefici, alimentando il mercato nero e sovraccaricando il sistema giudiziario.

I mercati finanziari, nel frattempo, hanno reagito con un immediato ottimismo. Dopo la notizia riportata dal Wall Street Journal, infatti, i titoli delle aziende di cannabis hanno visto un'impennata. I titoli di Canopy Growth e Tilray Brands hanno guadagnato il 20% ciascuno. Il Gruppo Cronos è salito di oltre l'11%, mentre Amplify Alternative Harvest ha messo a segno un + 19%.

È importante notare che il Presidente degli Stati Uniti, con il suo sostegno, può illuminare le prospettive, ma tecnicamente non può riclassificare la droga da solo. L'autorità, secondo il Controlled Substances Act, spetta al Procuratore Generale, che di solito delega il processo alla Drug Enforcement Administration (DEA) dopo un'attenta revisione scientifica e medica.

Tuttavia, una declassificazione sarebbe un punto di svolta per un mercato da circa 80 miliardi di dollari e avrebbe un sostegno apparentemente bipartisan.

L'esperto di investimenti Tim Seymour, infatti, ha definito un potenziale passaggio alla Tabella III un "punto di svolta", sottolineando come la mossa goda di un ampio sostegno politico. Seymour ha anche sottolineato che, sebbene il processo non sarà privo di complessità, un cambiamento di questo tipo potrebbe aprire le porte a un massiccio afflusso di capitali istituzionali nel settore.

Mentre negli Stati Uniti si sta discutendo attivamente come ridurre lo stigma e facilitare la regolamentazione della cannabis, in Italia si va nella direzione opposta. Con il recente Decreto Sicurezza (n. 48 dell’11 aprile 2025), il governo, infatti, ha equiparato la cannabis light , fino a poco tempo fa venduta legalmente con un contenuto di THC inferiore allo 0,2% , alle sostanze stupefacenti, vietandone la vendita e la detenzione.

Questa scelta sta distruggendo un intero settore economico, composto principalmente da realtà agricole e commerciali, e rischia di generare uno scontro con le normative europee in materia di commercio della canapa. La differenza di approccio tra i due paesi evidenzia come, se da un lato si riconoscono i benefici economici e sociali di una politica più aperta, dall'altro si preferisce una linea più proibizionista, con conseguenze immediate sul mercato e sulle imprese.

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