Impatto sociale della legalizzazione: lavoro ed economia
Parlare di legalizzazione nel nostro Paese ormai sembra quasi impossibile, quasi sarcastico visto quanto accade al mondo della cannabis da quando il Governo Meloni ha deciso di combatterla con ogni mezzo e pretesto possibile, in nome della lotta alla droga e della sicurezza dei cittadini
Eppure se volgiamo lo sguardo fuori dal Belpaese, senza andare troppo lontano, vediamo come molti Paesi europei stanno attraversando un momento di riflessione e cambiamento riguardo la cannabis legale, e stanno attuando politiche senza dubbio più intelligenti della nostra.
Forse perché prima di noi hanno compreso che è meglio rendere legale una sostanza utilizzata da milioni di persone e non lasciarla in mano alle mafie.
O forse perché stanno valutando l’importanza dell’impatto sociale che la legalizzazione della cannabis ha sul lavoro e sull’economia.
Sì perché quando si parla di legalizzazione non si pensa solo all'uso personale di cannabis ma anche alle nuove e molteplici opportunità di lavoro con conseguente aumento delle entrate fiscali per lo Stato, diminuzione della disoccupazione e investimenti che spesso riguardano i giovani. Ma si parla anche di una riduzione del mercato nero e miglioramento della sicurezza pubblica.
Per questo sempre più Stati, non solo in Europa ma nel Mondo, hanno intrapreso una politica di legalizzazione e regolamentazione del mercato della cannabis, attraverso una valutazione pragmatica dei costi e benefici che questo comporta.
Ma quindi, questo mercato, che vale miliardi di euro, rappresenta un problema o un’opportunità?
Secondo gli esperti il mercato europeo possiede un enorme potenziale nel settore della cannabis, un potenziale che, in base ai professionisti, non rimarrà inespresso ancora a lungo e in parte stiamo già assistendo ad alcuni cambiamenti positivi.
Infatti secondo i sondaggi, 1 europeo su 10 fuma cannabis almeno una volta l’anno, mentre un quarto delle persone intervistate ha ammesso di aver fatto uso di cannabis una volta nella vita. Basandosi su questi dati (al ribasso), le vendite della cannabis sul mercato legale potrebbero aggirarsi intorno agli 11 miliardi di euro l’anno. Se, quindi, si superasse l’ostacolo della legislazione frammentata Stato per Stato, il mercato europeo della cannabis potrebbe inserirsi in un giro internazionale di affari legali che, secondo quanto evidenziato dal report realizzato da Prohibition Partners “The European Cannabis Report: 6th Edition”, raggiungerà 800 milioni di euro entro il 2025.
A confermare l’importanza di un commercio legale e regolamentato è il Canada, che, prima della legalizzazione nazionale, doveva fare i conti con un mercato illegale del valore di 800 milioni di dollari. Due anni dopo la legalizzazione, la metà di quel mercato si era spostata verso le casse dello stato, dimezzando, di fatto, le entrate della criminalità organizzata derivate dalla cannabis e aumentando quelle statali.
Le dimensioni di questo mercato in rapida crescita sono dovute, in parte, sicuramente alla crescente fama e utilizzo del CBD grazieall’aumento di consapevolezza dei consumatori sui suoi potenziali benefici per la salute, tra cui sollievo dal dolore, riduzione dell'ansia e miglioramento della qualità del sonno. La legalizzazione del CBD in molti Paesi ha, infatti, ampliato le opportunità di mercato, consentendo lo sviluppo e la distribuzione di una vasta gamma di prodotti come olio di cannabidiolo, commestibili e topici. Inoltre, i progressi nelle tecnologie di estrazione e lavorazione, nonché il crescente numero di studi clinici, hanno migliorato la qualità dei prodotti, aumentando ulteriormente la fiducia dei consumatori. Infine, l'espansione delle piattaforme di e-commerce ha reso i prodotti CBD più accessibili, guidando le vendite e la penetrazione del mercato a livello globale.
La crescita esponenziale di questo mercato è quindi abbastanza evidente e non si può far finta che non esista. Accanto ad essa, altrettanto evidenti sono i benefici che ne deriverebbero se solo si lasciasse libero di crescere come dovrebbe.
Quali cambiamenti positivi porterebbe la legalizzazione nel nostro Paese?
Vediamo insieme quelli che sono i punti fondamentali su cui si posano le tesi di politici, medici, associazioni di consumatori e organizzazioni della società civile favorevoli alla legalizzazione.
Maggiori entrate fiscali: Uno dei principali benefici economici della legalizzazione della cannabis è la possibilità di tassare la vendita al dettaglio. Gli Stati Uniti, in particolare, sono un chiaro esempio di come le entrate fiscali dalla cannabis possano crescere rapidamente. Ad esempio, il Colorado ha raccolto oltre un miliardo di dollari in tasse dalla cannabis dal 2014, anno della legalizzazione, fino al 2020. Simili proiezioni potrebbero essere applicabili all’Italia, dove la domanda di cannabis è alta e un mercato regolamentato potrebbe generare notevoli entrate fiscali.
Riduzione del mercato nero: il commercio illegale di cannabis, come sappiamo, è spesso gestito da organizzazioni criminali che traggono enormi profitti da questa attività. Legalizzando e regolamentando la cannabis, lo Stato potrebbe sottrarre questo mercato alla criminalità organizzata, garantendo allo stesso tempo che il prodotto venduto sia sicuro e controllato.
Investimenti e innovazione: le aziende potrebbero investire in nuove tecnologie per la coltivazione, la produzione e la distribuzione della cannabis. Inoltre, l’apertura di un mercato legale potrebbe incentivare la ricerca scientifica e medica, portando a nuove scoperte e trattamenti terapeutici. Un ambiente favorevole all’innovazione potrebbe rafforzare l’economia italiana a lungo termine.
Cannabis terapeutica: una migliore regolamentazione di questo mercato potrebbe portare a migliorare l’accesso dei pazienti a trattamenti sempre più efficaci che al momento mancano o sono difficili da reperire.
Sicurezza dei consumatori: la regolamentazione della cannabis permetterebbe di avere maggiore certezza che i prodotti venduti siano di alta qualità e privi di sostanze nocive. Nel mercato nero, infatti, la cannabis può essere adulterata con sostanze non pure, mettendo a rischio la salute dei consumatori. Attraverso la legalizzazione, i governi potrebbero, quindi, stabilire standard di sicurezza e qualità, proteggendo meglio la salute dei propri cittadini.
Riduzione del carico sul sistema giudiziario: la criminalizzazione della cannabis comporta un significativo carico sul sistema giudiziario. Ogni anno, infatti, migliaia di persone vengono arrestate e incarcerate per reati legati alla cannabis, sovraccaricando il sistema penale e sottraendo risorse che potrebbero essere utilizzate per combattere crimini più gravi.
Giustizia sociale: le leggi sulla cannabis hanno storicamente avuto un impatto sproporzionato su alcune comunità, in particolare quelle di minoranze etniche e socio-economiche. La criminalizzazione della cannabis ha portato a tassi di arresto e incarcerazione significativamente più alti per queste comunità rispetto alla popolazione generale. Legalizzare la cannabis potrebbe essere un passo verso la giustizia sociale e la promozione dell’uguaglianza.
Consapevolezza e educazione: la legalizzazione della cannabis permetterebbe anche di promuovere la consapevolezza e l’educazione riguardo all’uso responsabile della sostanza. Attraverso campagne informative, il Governo potrebbe educare il pubblico sui rischi e i benefici della cannabis, promuovendo un uso più consapevole e responsabile.
Il dibattito politico nel nostro Paese, al momento, è in una fase di stallo e non va certamente verso nessuna di queste direzioni. Ma si spera che le esperienze internazionali siano un esempio da seguire presto e che la pressione dell’opinione pubblica così come le raccomandazioni degli esperti, le iniziative legislative e le considerazioni economiche continuino a farsi sentire e avere la meglio sulla demonizzazione della cannabis.
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