Belize no alla legalizzazione, al referendum vince Dio

Marco Ribechi
14 Oct 2025

In un referendum storico in Belize, i residenti di Caye Caulker, gli Hicaqueños, hanno respinto in modo schiacciante la proposta di legalizzare la cannabis sull'isola, chiudendo la porta a una potenziale fonte di nuove entrate e sviluppo infrastrutturale. Con un’affluenza eccezionale, il 79% dei votanti ha detto "No", segnando una netta vittoria per il movimento conservatore 'Hope Not Dope’.


Poteva diventare la nuova Jamaica ma il sogno è svanito in un No. 

L'esito della consultazione popolare dell'8 ottobre a Caye Caulker (leggi l'articolo) non è solo un dato statistico, ma il chiaro sintomo di una battaglia vinta dalla morale conservatrice e dal timore del cambiamento, a scapito di un'opportunità di crescita economica tangibile per la comunità. 

Con 678 voti contro e solo 176 a favore, la popolazione della piccola isola ha scelto di rinunciare a un'industria della cannabis "responsabile, regolamentata e tassabile", come era stata proposta. 

Una Decisione di Massa 

Il dibattito sulla legalizzazione ha galvanizzato la comunità, portando a un'affluenza alle urne straordinaria. La partecipazione finale ha toccato un impressionante 79% degli elettori registrati (857 votanti su 1.454), un dato che non solo convalida il risultato, ma sottolinea quanto la questione abbia mobilitato i cittadini, superando persino l'affluenza delle precedenti Elezioni Generali di marzo 2025.

Il dato dimostra che il "No" non è stata una decisione marginale, ma una scelta consapevole e di massa. 

I seggi, aperti presso la Caye Caulker Roman Catholic Primary School, hanno visto una partecipazione in crescendo che ha confermato il sentimento anti-legalizzazione emerso fin dai primi scrutini. 

Un'Opportunità di Sviluppo Svanita 

La campagna per il "Sì" era stata lanciata dal Consigliere del Villaggio Ilya Rosado. Il suo progetto non era semplicemente quello di legalizzare la cannabis, ma di incanalare le nuove entrate fiscali direttamente a beneficio dell'isola. 

Rosado e il suo team avevano promosso una visione basata su educazione, trasparenza e empowerment, sostenendo che una regolamentazione dell'industria, inclusa la previsione per la marijuana medica, potesse generare fondi cruciali per scuole, assistenza sanitaria, infrastrutture (come il tanto necessario sistema fognario) e per potenziare il settore turistico e la creazione di posti di lavoro

In un contesto di limitazioni di risorse, come riconosciuto anche dal Rappresentante di Zona Hon. Andre Perez, la legalizzazione rappresentava una via pragmatica per l'autosufficienza e il miglioramento della qualità di vita. 

Questa visione progressista, tuttavia, si è scontrata con un blocco ideologico. 

La Vittoria dei Moralisti 

La schiacciante vittoria del "No" è stata celebrata come una "vittoria morale" dal movimento Hope Not Dope, guidato dal Senatore della Chiesa, Pastore Louis Wade Jr. Il messaggio è stato chiaro: Caye Caulker non ha bisogno di "soldi della droga", ma di "soldi del turismo". 

Questa retorica, che disconosce il potenziale di tassazione di un'industria regolamentata a favore di un moralismo nostalgico, ha efficacemente convinto la maggioranza degli elettori. 

I leader religiosi e i sostenitori del "No" hanno accolto l'esito dedicandolo a Dio, esprimendo la convinzione che la comunità debba rimanere unita attorno a valori tradizionali. "Un'industria legale della marijuana non è la soluzione alle sfide dell'isola" ha affermato il Consigliere Sergio Marin. 

Un sentimento ribadito dalla sostenitrice Celina Jimenez: "Siamo venuti qui per i nostri figli e la nostra comunità," un'affermazione che implicitamente associa la legalizzazione a un danno per le future generazioni.

 Il risultato finale è che il pragmatismo economico e l'innovazione sono stati sconfitti da un sentimento emotivo e conservatore. Caye Caulker ha scelto di non affrontare le proprie carenze infrastrutturali attraverso una nuova, diversificata e fiorente fonte di reddito, preferendo un futuro interamente dipendente da un settore turistico volatile. 

Il clamore suscitato dal voto ha comunque posto il tema all'attenzione nazionale. Gli organizzatori del "No" ora chiedono un referendum a livello nazionale, mentre alcuni residenti stanno già pensando a un'altra consultazione locale per trattenere più entrate sul territorio. 

In ogni caso, per Caye Caulker, l'occasione di diventare un pioniere nello sviluppo di un'industria della cannabis regolamentata e fiscalmente vantaggiosa è, per ora, amaramente sprecata. 

 

FONTE: San Pedro Sun

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Marco Ribechi