Tre giorni in carcere per traffico ma era canapa legale

Un imprenditore pugliese è stato arrestato con l’accusa di traffico di stupefacenti ma era canapa sativa certificata senza alcuna efficacia drogante
Tre giorni di carcere senza alcuna motivazione, la sostanza era priva di efficacia drogante.
Un giovane imprenditore agricolo pugliese ha ingiustamente trascorso tre giorni in prigione, da venerdì a lunedì, con l'accusa di traffico di stupefacenti. L'arresto è scattato dopo il sequestro di oltre 460 kg di derivati della canapa industriale, che le forze dell'ordine hanno inizialmente classificato come stupefacenti. Si trattava nello specifico di 362,76 kg di "panette" di hashish e 101,35 kg di fiori.
Tuttavia, secondo i certificati d'analisi parziali già in possesso dell'indagato, il materiale era derivato da cannabis sativa L. certificata, privo di efficacia drogante.
Gli avvocati difensori, Lorenzo Simonetti e Claudio Miglio dello studio Tutela Legale Stupefacenti, hanno sottolineato l'assenza di analisi tossicologiche preventive durante l'operazione. Il GIP ha respinto la richiesta di custodia cautelare del PM, ordinando l'immediata scarcerazione dell'imprenditore senza alcuna misura cautelare.
Nelle motivazioni, il giudice ha chiarito che "allo stato non è affatto scontato che il materiale abbia efficacia drogante o psicotropa" e che, senza analisi scientifiche valide, non sussistono gravi indizi di colpevolezza. Il provvedimento giudiziario ha richiamato il principio di offensività in concreto, stabilito dalle Sezioni Unite della Cassazione (sentenza n. 30475/2019) e ribadito dalla Relazione n. 33/2025.
Tale principio stabilisce che la semplice presenza di infiorescenze non è sufficiente a configurare un reato senza la prova della loro idoneità a produrre effetti psicoattivi.
La difesa ha inoltre evidenziato come l'indagato operasse nel pieno rispetto della giurisprudenza, con prodotti tracciati e destinati a usi leciti. Le associazioni di settore, che da tempo sostengono queste battaglie legali, hanno ribadito che la canapa industriale rappresenta un comparto agricolo e manifatturiero pienamente legittimo.
Le organizzazioni chiedono al governo un intervento di interpretazione autentica per eliminare le ambiguità normative e prevenire che episodi simili si ripetano, danneggiando le imprese e la collettività.