Analisi troppo lente, restituiti tre quintali di fiori
Per la prima volta dopo Decreto Sicurezza il giudice ha deciso di dissequestrare delle infiorescenze di canapa, espressamente proibite. La motivazione è che era passato troppo tempo dalla data del sequestro per continuare a trattenere della merce deperibile. Sentenza storica che apre a nuove strategie difensive
La Guardia di Finanza blocca un carico di 3 quintali di infiorescenze di Cannabis Light destinato alla Svizzera ma dopo sette mesi delle analisi ancora non c’è traccia e il tribunale di Lodi impone la restituzione della merce.
Per la prima volta dal Decreto Sicurezza vengono restituiti i fiori di Canapa, il cui possesso è espressamente vietato.
Continua a far acqua da tutte le parti il Decreto Sicurezza voluto dal Ministro Matteo Salvini e sempre più giudici decidono di disattendere le assurde direttive imposte dalla legge che sta strangolando gli imprenditori del settore canapicolo. La notizia però è ancora più rilevante poiché, per la prima volta, la disapplicazione del Decreto Sicurezza ha raggiunto un’evidenza tanto chiara con un giudice del tribunale di Lodi che ha imposto addirittura la restituzione delle infiorescenze. Questo non era mai avvenuto prima.
Infatti, fino ad oggi, erano state restituite le piante ma mai i fiori, oggetto diretto del Decreto Sicurezza. Protagonista del fatto è un imprenditore siciliano che si era visto sequestrare a marzo, al confine tra l’Italia e la Svizzera, circa tre quintali di infiorescenze di Canapa Light, legalmente prodotte e certificate.
Il sequestro della Guardia di Finanza era motivato dalla necessità di ulteriori accertamenti. Poco dopo era entrato in vigore il Decreto Sicurezza che proibisce il possesso di fiori complicando da un giorno all’altro la situazione per l’imprenditore. «A maggio abbiamo sollecitato la procura per effettuare le analisi necessarie - spiega l’avvocato Claudio Miglio - ma nessuna risposta è arrivata. Abbiamo sollecitato nuovamente a giugno tramite un’opposizione al giudice e in seguito a luglio con un’istanza dicendo che la merce trattenuta si sarebbe rovinata creando un danno economico. Ad ottobre la situazione era ancora bloccata e il giudice ha quindi ordinato il dissequestro applicando un orientamento giurisprudenziale che riguarda i dispositivi tecnologici. Ciò ha permesso la restituzione della merce. E’ una sentenza che può cambiare di molto le strategie difensive in materia».
Infatti, l'orientamento giurisprudenziale sui dispositivi elettronici impone che, nel caso ad esempio di un sequestro di un cellulare, il Pubblico Ministero non possa prendersi tutto il tempo che vuole ma deve fare gli accertamenti in termini ragionevoli. Sorprendentemente, per la prima volta, la stessa legge che frena il libero arbitrio delle procure è stata applicata anche alla canapa.
«La decisione è innovativa per due motivi - prosegue l’avvocato Miglio - il primo è appunto l’imposizione di tempi utili per svolgere le analisi. Il secondo è che anche i fiori possono essere restituiti. Questa è una novità assoluta poiché il possesso dei fiori è esattamente ciò che vieta il Decreto Sicurezza».
Imponendo la restituzione quindi il giudice di Lodi ha espressamente disapplicato il decreto. Infatti, essendo gli stessi vietati a prescindere, non sarebbe nemmeno stato necessario attendere le analisi.
«E’ sicuramente un provvedimento particolare che dà una speranza ai tanti imprenditori del mondo della canapa - conclude Miglio - in particolare a chi ha già lavorato i fiori e deve spedirli, oppure li ha già spediti e sono stati bloccati. Si apre una nuova strategia utile non solo per l’assoluzione , ormai n questa materia “quasi” certa, ma anche a livello economico tutelando il lavoro degli imprenditori e il valore della merce».
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