Polizia a scuola durante l’assemblea sulla cannabis

Maria Novella De Luca
07 Mar 2023

Dopo l’irruzione intimidatoria delle forze dell’ordine, in divisa, durante l’ultima edizione di Canapa Mundi, l’annuale fiera internazionale della canapa che si è tenuta a Roma dal 17 al 19 febbraio, dove abbiamo assistito a un invasivo ed eccessivo dispiegamento di forze, di mezzi e di risorse, si torna a vivere quel clima di repressione.


Questa volta in una scuola e con agenti in borghese.

Il colpevole è ancora una volta la cannabis.

È accaduto a Enna, nella scuola Majorana-Cascino di Piazza Armerina, mercoledì 1 Marzo. Durante un’assemblea autorizzata dalla scuola per discutere sulla legalizzazione della cannabis, la polizia è entrata in aula e ha identificato i rappresentanti d’Istituto, come si legge dal sito dell’Ansa.

 

L’iniziativa degli studenti rientrava nella campagna condotta in Italia dall’associazione “Meglio Legale” che nell’ultimo anno ha tenuto circa un centinaio di incontri per informare la cittadinanza sull’impatto che la legalizzazione avrebbe per la ricerca, per l’economia, per la giustizia, la salute pubblica, la sicurezza, la lotta alla mafia e ovviamente per le libertà individuali. Tutte tematiche che riguardano la cosa pubblica e le scuole, che sono il luogo perfetto in cui formare i cittadini di domani che eserciteranno il diritto di voto, in modo consapevole, come spiegato da Antonella Soldo, coordinatrice dellassociazione e responsabile dell’organizzazione di incontri di informazione nelle scuole superiori e nelle università.

Eppure, secondo quanto riferito da alcuni studenti e dalla dirigente scolastica Lidia Gangi, mercoledì 1 Marzo, la polizia ha fatto il suo ingresso nei locali della scuola poco dopo le 9,30, in borghese, chiedendo di parlare con la dirigente scolastica che, come lei stessa ha chiarito, non era in sede.

"Sono stata contattata da uno dei docenti che è animatore digitale ed ha attivato un collegamento video. A quel punto un rappresentante della polizia” ha spiegato Gangi “mi ha chiesto se l'assemblea che si stava svolgendo fosse autorizzata e io ho confermato. Mi è stato riferito che era giunta una segnalazione da Enna". L’assemblea congiunta era stata richiesta dai rappresentanti di classe sulla base di programmazione con la consulta provinciale e vedeva la partecipazione degli alunni, tutti collegati dalle singole classi attraverso la piattaforma meet, e il rappresentante dell’associazione Meglio Legale, Pierluigi Gagliardi che ha presentato agli studenti un quadro normativo e chiarito sin da principio che l’obiettivo dell’associazione è quello di argomentare tesi sull’auspicato utilizzo legale della cannabis per contrastare i fenomeni di criminalità connessi con lo spaccio clandestino.

Marco Greco, coordinatore nazionale della Federazione degli studenti e componente del Forum delle Associazioni studentesche e consigliere comunale (PD) al comune di Enna, ha inviato al Ministro dell'Istruzione Valditara una richiesta formale di convocazione straordinaria urgente per chiedere di chiarire pubblicamente, senza polemiche, che "scuole e università sono inviolabili luoghi di democrazia e libero esercizio del pensiero in cui tutti devono sentirsi al sicuro, liberi di poter dibattere e discutere su tutto ciò che ha a che fare con la società che viviamo".

Di fronte a questa irruzione anche alcuni parlamentari dell’opposizione hanno annunciato che presenteranno un’interrogazione parlamentare sul tema al ministro dell’Istruzione, considerata l’assoluta regolarità dell’assemblea e l’importanza di un tema di attualità, un tema caro ai ragazzi e argomento di confronto in ambiti sociali, per cui dibatterne nel corso di un’assemblea, è cosa normale e anche auspicabile.

Tuttavia questo tema continua a non piacere al nostro Governo che non perde occasione di mostrare i denti con azioni che risultano spesso fuori luogo e inaccettabili.

La Questura, ha sottolineato che l’assemblea non è stata interrotta o ritardata e nel comunicato ufficiale si legge che i due agenti hanno solamente svolto la propria azione di vigilanza sul territorio.

Ma questo resta un fatto gravissimo, un intervento in forte contrasto con il diritto alla libera espressione sancito dall’articolo 21 della nostra Costituzione che ricorda come “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.

Un articolo che sembra essere stato dimenticato da molti politici se ancora oggi siamo costretti a leggere, dichiarazioni come:

“Le assemblee a scuola per parlare di cannabis non si possono fare”.

È il tono perentorio delle parole del vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri di Forza Italia che, ritenendo questo evento gravissimo, ha dichiarato che chiederà conto del perché gli studenti stessero parlando di cannabis legale.

“La droga non sarà mai legalizzata. Tutte le droghe fanno male. E la scuola deve dare informazioni sui danni causati dagli stupefacenti. Non deve essere un luogo per propagandare l'uso delle droghe. Si possono tenere assemblee per minimizzare i pericoli delle droghe? La scuola può diventare un luogo di diseducazione invece che una sede dove evidenziare i pericoli delle droghe, di tutte le droghe? Quanto è avvenuto è gravissimo” ha concluso con il tono di condanna alla cannabis che bene lo contraddistingue.

Ma il fatto gravissimo è che lentamente, un tassello alla volta, si sta prefigurando uno stato di polizia in cui si vuole controllare tutto, in cui si mette in discussione anche la libertà e il diritto degli studenti di approfondire temi che ritengono essere importanti per la loro formazione, la loro crescita, la loro cultura personale, per il loro futuro.

È un fatto gravissimo che non si era mai verificato negli altri incontri che l’associazione Meglio Legale ha tenuto in altre scuole italiane.

Antonella Soldo è preoccupata ma  vuole andare in fondo alla vicenda:

“Il tema della legalizzazione della cannabis è all’ordine del giorno nel dibattito pubblico e istituzionale, se n’è discusso anche nelle aule parlamentari. Le assemblee di istituto sono un diritto garantito degli studenti, offrono la possibilità di approfondire temi d’interesse generale: l’irruzione si configura come un pericoloso atto intimidatorio nei confronti di ragazzi, molti dei quali minori, che nella serenità delle aule scolastiche si sono visti arrivare gli agenti di polizia. Non si capisce quale possa essere l’imputazione che ha spinto la questura di Enna a mandare il controllo. Andremo fino in fondo per capire cosa è successo”

Unendoci alla preoccupazione della Soldo anche noi ci chiediamo, ora che questa vicenda si è verificata in una scuola, se è davvero in pericolo la libertà di opinione?

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Maria Novella De Luca