CBD in Europa: come funziona?

Maria Novella De Luca
18 Jul 2023

Negli ultimi anni abbiamo assistito a un’incredibile impennata del mercato del CBD, non solo negli Stati Uniti ma anche in Europa. Il CBD (cannabidiolo) è un composto chimico naturale presente nella cannabis che può essere infuso in vari prodotti. Gli studi hanno dimostrato che i prodotti a base di CBD possono essere utili per il nostro corpo in diversi modi, come affrontare lo stress, l'ansia, la perdita di sonno e ancora come ottimo elemento per cosmetici. Tuttavia, la sua principale controversia riguarda il suo status legale in diversi Paesi.


La sua complessità nei mercati europei è causata principalmente dal numero di stati che compongono il vecchio continente. Con 44 paesi, di cui solo 28 sono stati membri dell'UE e 24 lingue diverse, avere un insieme standard di leggi e regolamenti è quasi impossibile. Questo significa che mancando una legislazione comune, gli Stati membri dell'UE possono adottare misure nazionali, fermo restando il principio della libera circolazione delle merci. Ogni Paese ha la propria legge, che determina il modo in cui trattano il CBD e gli estratti di cannabis in generale. Anche se l'UE sta cercando di armonizzare le leggi, il processo è piuttosto lento.

Tuttavia, possiamo dire che in tutta l'UE, l'olio di CBD e altri prodotti simili a base di cannabis sono legali. Sì, alcuni Paesi hanno una strana legge o regolamento, che rende la legalità del CBD alquanto ambigua. Pensiamo ad esempio alla Slovacchia che ha cambiato idea nel 2020, ma comunque oggi si può acquistare legalmente olio di CBD in ogni stato membro dell'UE. Questo significa anche che si può provare a vendere olio di CBD in ogni stato membro dell'UE, pur tenendo sempre d'occhio le peculiarità del panorama giuridico di ciascun Paese. Le leggi e i regolamenti su questo argomento cambiano continuamente e qualsiasi informazione può diventare rapidamente obsoleta. 

Questo fa dell’Europa, dopo il Nord America, il mercato del CBD più importante al mondo, anche se ci sono ancora posti in cui il CBD è illegale. Tra loro c’è la Georgia, l’Albania, Andorra, l’Armenia, la Bielorussia, la Bosnia Erzegovina, la Lituania, la Moldavia, Monaco, il Montenegro e la Slovacchia, appunto.

I maggiori mercati di consumo per il CBD in Europa sono invece la Germania e il Regno Unito, con rapporti che mostrano che l'8-11% degli adulti del Regno Unito ha provato il CBD. Ciò rappresenta un numero impressionante di 4-6 milioni di persone. Al Regno Unito e Germania, che occupano i primi due posti, seguono Austria e Svizzera e poi molti altri Paesi come Polonia, Bulgaria, Paesi Bassi e Lussemburgo che stanno mostrando una crescita notevole.

La visione europea del CBD è cambiata definitivamente il 19 novembre 2020, data in cui la Corte Europea ha emesso una sentenza in cui questa molecola venne dichiarata legale in quanto priva di effetti psicoattivi o dannosi per la salute. Inoltre, nel testo è anche precisato che il CBD non crea dipendenza.

Di fatto, questa sentenza legittima la commercializzazione e il consumo del CBD nel territorio comunitario, e tutti i Paesi membri sono tenuti a rispettare tale indicazione. Tuttavia, esiste la possibilità per ogni singolo Stato di porre dei limiti al suo utilizzo per ragioni di salute pubblica.

Nel testo della sentenza vengono chiarite anche le regole in merito alla commercializzazione del cannabidiolo, che prevedono che le piante da cui viene estratto, siano state coltivate in Europa e abbiano una concentrazione di THC inferiore allo 0,2%. Inoltre, il cannabidiolo deve essere estratto da tutte le parti della pianta e non solo dalle infiorescenze o dalle foglie.

Indubbiamente sulla decisione della Corte Europea non ha influito esclusivamente il fatto che il CBD non dia dipendenza e non sia dannoso per l’organismo, ma anche il gran numero di effetti benefici che lo caratterizzano.

Vediamo in breve come funziona in Italia e negli altri Paesi in cui il CBD è legale:

In Italia la normativa sulla cannabis ha avuto la sua ultima svolta significativa nel 2016: è di quest’anno, infatti, la promulgazione della Legge n. 242/16 che regolamenta la coltivazione e commercializzazione della cannabis light. In base a questa legge, è possibile coltivare piante di cannabis che non contengano una percentuale di THC superiore allo 0,2%, e i suoi derivati possono essere venduti e posseduti. Tuttavia, c’è un vuoto legislativo in merito al consumo. La legge non lo vieta apertamente ma non specifica in alcun modo nemmeno la sua legalità.

Tra gli utilizzi consentiti sono stati messi nero su bianco quello cosmetico, quello alimentare e quello per il collezionismo, ma manca qualsivoglia riferimento all’uso della cannabis light a scopo ricreativo. Non solo: non è specificata la posizione legale del CBD.

Tuttavia, poiché l’Italia è un Paese appartenente all'Unione Europea, la sentenza del 19 novembre 2020 ha validità giuridica anche nel suo territorio; di conseguenza, il CBD è una sostanza legale e può essere consumato anche in Italia, a patto che rispetti i parametri indicati nel testo della sentenza della Corte Europea. Attenzione: si parla di CBD, non di cannabis light.

In Spagna la legge sul CBD consente l'uso di prodotti con cannabidiolo. Afferma inoltre che il CBD deve contenere meno dello 0,2% di THC per il suo utilizzo. Questa percentuale è applicata anche in Bulgaria, Croazia, Cipro, Danimarca, Germania, Grecia, Ungheria, Irlanda, Lettonia, Liechtenstein, Polonia, Romania e Slovenia.

Nei Paesi Bassi l'uso ricreativo della cannabis è stato depenalizzato e la sua vendita e il suo uso sono ampiamente tollerati, ma solo nei coffee shop autorizzati. Secondo la legge olandese, il CBD è legale, purché contenga meno dello 0,5% di THC per l'estrazione della canapa. 

In Austria, Repubblica Ceca e Lussemburgo, secondo le leggi nazionali, i prodotti CBD sono legali purché contengano meno dello 0,3% di THC.  

Nel Regno Unito la legge consente la coltivazione e l'utilizzo della canapa. Tuttavia, il livello di THC deve essere pari a zero. Inoltre, il Paese non consente la raccolta e la lavorazione del CBD all'interno del suo territorio.

In Svizzera la legge consente i prodotti CBD con fino all'1% di THC.

In Estonia, Finlandia e Malta il CBD è legale solo con un permesso speciale.

In Lituania l'uso del CBD è legale a condizione che non contenga più dello 0,2% di THC. Sebbene il governo lituano abbia legalizzato il CBD, ne ha vietato l'elaborazione e la commercializzazione. 

In Svezia e in Francia la legge consente prodotti al CBD senza traccia di THC. 

Ci sono poi alcuni Paesi europei in cui una legge resta ancora alquanto vaga:

Belgio, Portogallo, Norvegia e Macedonia del Nord sono Paesi in cui il CBD contenente THC può essere acquistato solo con prescrizione medica nelle farmacie locali.

In Georgia, invece, la cannabis è legale in termini di possesso e consumo, ma la coltivazione e la vendita rimangono illegali. Le leggi sulla legalità dell'olio di CBD rimangono poco chiare.

Il cannabidiolo, quindi, può essere una soluzione per il trattamento di condizioni più o meno gravi e poiché il suo consumo è stato legittimato da una sentenza della Corte Europea è possibile assumerlo senza violare alcuna legge. Vi invitiamo a stare sempre attenti al Paese in cui vi trovate e alle proprie leggi sul CBD, perché come abbiamo visto, queste possono cambiare rapidamente da un Paese all’altro. E l’importante è comunque acquistare derivati di CBD presso rivenditori autorizzati che rilascino un certificato di conformità.

 

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Maria Novella De Luca