Bologna scopre il Cbd con Santori: "Giornata storica"
Oggi si è svolta l’udienza conoscitiva richiesta da Mattia Santori per portare il consiglio cittadino a conoscenza della filiera della pianta. Assenti solo Fratelli d’Italia che l’ha ritenuta una provocazione. Grande interesse dai consiglieri leghisti e di Forza Italia. L’organizzatore: "Nel suo piccolo è stata una giornata storica"
La provocazione del pesto pericoloso come il Cbd (leggi l'articolo) non è terminata nel vuoto e l’ex Sardina Mattia Santori, oggi consigliere del Pd a Bologna, ha raggiunto il suo scopo di informare il Consiglio Comunale del capoluogo sulla verità riguardo al Cbd e alla Cannabis Light.
Tutte le forze politiche di maggioranza e minoranza hanno inviato i propri rappresentanti ad eccezione di Fratelli d’Italia che ha ritenuto la visita a un’azienda che opera legalmente e paga le tasse sul territorio italiano una "provocazione di Santori" e per questo i suoi rappresentanti si sono sentiti legittimati a dare forfait, nascondendo la testa sotto la sabbia e palesando il loro livello di comprensione della realtà.
LA VISITA
Alle 9 di stamattina quindi, il gruppo che amministra la città, si è recato in visita all’azienda Tre Mori che produce infiorescenze di Cbd per il mercato all’ingrosso.
«Nel suo piccolo è stata una giornata storica - spiega Mattia Santori - per la prima volta il Consiglio di una grande città vista un’azienda di Cbd. La cosa più bella da registrare è che c’è stata davvero molta curiosità e attenzione con tante domande volte a capire quale sia la realtà che ci si trovava davanti. Anche i rappresentanti di Forza Italia e della Lega hanno ascoltato con interesse, purtroppo invece i consiglieri di Fratelli d’Italia non si sono nemmeno presentati, ma tanto lo sapevamo già».
L’azienda, gestita da Luigi Dordei e Carlo Alberto Mori è strutturata nelle classiche tre zone: la prima stanza per la vegetazione, la seconda per la fioritura e la terza per l’essiccazione. Nel tour il gruppo ha potuto ascoltare la vera realtà che si cela dietro il Cbd, al di là di ogni facile populismo politico, e vedere che i titolari non erano affatto dei pericolosi narcotrafficanti ma delle persone normali, padri di famiglia ma anche seri professionisti del settore, che hanno investito soldi per far crescere l’attività e che, a causa della propaganda, sono a rischio di non poter svolgere un’attività perfettamente legale.
NORMALIZZARE E UMANIZZARE IL CBD
«È stato importante umanizzare e normalizzare questo mercato - prosegue Santori - che spesso viene dipinto dalla politica come un vero e proprio narcotraffico, causando grandi problemi ingiustificati a comuni cittadini e onesti lavoratori. Ascoltare il racconto dalla voce di chi ha subito una perquisizione, trovandosi i sigilli all'azienda per tre mesi, senza aver commesso un illecito né aver ricevuto denunce, ha fatto ben capire quanto sia ingiusta la crociata che si combatte contro questo prodotto. Quello del Cbd è un settore che cambia a seconda dell’umore politico, questo però causa danni gravissimi a chi intraprende un’attività, è quindi necessario finirla con questa inutile persecuzione».
In conclusione la visita è stata un grande successo: «Direi che è stato importante non solo per aprire la visione di chi osteggia il Cbd - conclude Santori - ma anche per coloro che, pur essendo favorevoli, non avevano mai approfondito la conoscenza di questo settore. Anche se il Comune non ha potere di decidere sull’argomento è importante fare formazione e cultura a livello locale per poi combattere la vera battaglia sul piano nazionale».