Milano modello Cannabis: "Altri comuni ci seguiranno"
Dopo l'approvazione dell'ordine del giorno a favore della legalizzazione sono arrivate da altri Comuni richieste di condivisione del testo per far pressione sul Parlamento e sul Governo
Legalizzazione della Cannabis in Italia, la spinta decisiva potrebbe partire da Milano. La città lombarda, che solo qualche giorno fa ha approvato in consiglio comunale un ordine del giorno a favore della legalizzazione della Cannabis, sembra volersi posizionare come capofila per forzare il sistema nazionale, troppo lento a recepire le istanze della popolazione. Il testo presentato per l'approvazione di una legge sulla legalizzazione della Cannabis infatti sarà inviato ad altri Comuni in Italia, interessati a richiedere un'azione legislativa sul tema da parte dello Stato.
La novità è che l’ordine del giorno firmato dal consigliere Pd Filippo Barberis e appoggiato all’unanimità dal suo gruppo politico, ha trovato anche il sostegno dell’opposizione, in particolare dal capogruppo di Forza Italia Alessandro De Chirico, da sempre attivo per una visione meno ideologica della Cannabis e dei suoi derivati: «La mia è una posizione personale non condivisa da molti membri del mio partito - spiega De Chirico - in questo sono forse una mosca bianca. Penso però che bisogna superare il bigottismo di Stato che permette di guadagnare vendendo veleno, cioè le sigarette, oppure consentendo un uso smodato dell’alcol con le problematiche sociali che ne derivano mentre sulla Cannabis ci si continua a girare dall’altra parte, spalleggiando il mercato nero e le mafie. Ritengo che la Cannabis debba essere regolamentata in altro modo e gli incassi generati potrebbero addirittura essere investiti in formazione, prevenzione e riduzione del danno».
Le ragioni dell’ordine del giorno presentato in Consiglio Comunale sono anche da rintracciare nel fallimento del Referendum nonostante le svariate centinaia di migliaia di firme raccolte (leggi l’articolo). «La bocciatura del Referendum non fa venire meno la necessità di una legge sulla produzione e consumo - spiega Filippo Barberis, firmatario della proposta - Abbiamo cercato di presentare un testo libero da pregiudizi che mostrasse il punto di vista degli amministratori di una città».
Il ragionamento argomentativo muove dall’eliminazione da parte dell’Oms - Organizzazione mondiale della Sanità - della Cannabis dalla tabella delle sostanze stupefacenti: ««In Italia - prosegue Barberis - ci sono stati già importanti sviluppi normativi a partire dal 2007. Esiste quindi uno storico e molte ragioni economiche e sociali per cui si rende necessaria al più presto una legiferazione da parte dello Stato. In primis per ridurre gli introiti della criminalità organizzata ma anche per diminuire il sovraffolamento delle carceri e dei tribunali, per cui siamo costretti a investire risorse nel perseguire un consumo personale che non ha senso in relazione alla bassa pericolosità della sostanza».
L’obiettivo è far pressione sul Parlamento per evitare che ci si sieda dopo la bocciatura del Referendum da parte della Corte Costituzionale. «Il testo sarà presentato ai parlamentari che rappresentano la città di Milano affinché spingano in questa direzione - conclude Barberis - nel frattempo stanno arrivando richieste da altre città che vogliono seguire la strada che stiamo tracciando. Bisogna superare atteggiamenti vecchi di oltre 50 anni che catalogano tutto sotto il termine droga in maniera proibizionista. La realtà oggi dice che la Cannabis può trasformarsi in risorsa economica e terapeutica, è quindi compito della politica agevolare questa transizione, come richiesto dalle centinaia di migliaia di cittadini che hanno sottoscritto il referendum».