Nuova PAC e futuro della canapa: L'UE chiede armonizzazione, l'Italia a un bivio

Maria Novella De Luca
11 Sep 2025

Ieri a Roma, presso il Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, si è tenuta una riunione cruciale che potrebbe ridisegnare il futuro della canapa in Italia e in tutta Europa


Al centro della discussione, la nuova proposta legislativa europea COM(2025)553 final, parte di un pacchetto di riforme della Politica Agricola Comune (PAC) post-2027, frutto anche del lavoro dell'eurodeputata dei Verdi/AVS Cristina Guarda, dell'EIHA, European Industrial Hemp Association e del Copa Cogeca, voce unita degli agricoltori e delle cooperative agricole dell'UE.

Questo documento segna una svolta, poiché per la prima volta l’UE propone un quadro legislativo chiaro e armonizzato per la canapa, mettendo l'Italia di fronte a un bivio: allinearsi o restare isolata.

Per capire le implicazioni di questo documento per il settore della canapa in Italia, abbiamo rivolto alcune domande a Jacopo Paolini, cofondatore di Enecta e vicepresidente del gruppo di lavoro “Lino e Canapa” del Copa-Cogeca, che era presente all'incontro.

SS: Ieri si è tenuta una riunione cruciale al Ministero dell'Agricoltura. Puoi spiegarci di cosa si è discusso?

Si è parlato della nuova proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio, la COM(2025)553 final, pubblicata dalla Commissione europea il 16 luglio. Questo documento rientra nel pacchetto di riforma della PAC post-2027 e mira ad aggiornare e modernizzare, nell'Organizzazione Comune di Mercato (OCM), vari settori agricoli tra cui ortofrutta, vino, olio d’oliva, colture proteiche e la canapa.

SS: Questa proposta ha valore legislativo?

Si, una volta approvato, sarà direttamente applicabile in tutti gli Stati membri e sostituirà la normativa attuale in materia di OCM.

SS: Puoi spiegarci quale sarà il percorso legislativo?

È un percorso che segue la procedura ordinaria di co-decisione. La proposta della Commissione è già stata pubblicata, e la Commissione AGRI del Parlamento europeo l’ha già esaminata e votata il 7 luglio, approvando anche i nuovi articoli sulla canapa. In questi giorni, 10 settembre compreso, si sta discutendo e votando nella plenaria del Parlamento europeo. Parallelamente, il Consiglio dell’UE sta definendo la sua posizione. La fase successiva prevede i "triloghi", ovvero i negoziati tra Commissione, Parlamento e Consiglio. Una volta pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’UE, come dicevo, il regolamento diventerà vincolante e direttamente applicabile in tutti gli Stati membri.

SS: Quali sono le modifiche più significative previste per la canapa?

Il documento COM(2025)553 contiene modifiche importantissime. Anzitutto, la canapa viene riconosciuta come una vera e propria coltura agricola all’interno dell’OCM unica, il che le darà diritto ai pagamenti PAC per superficie, a patto che si usino varietà con un contenuto di THC ≤ 0,3%

La proposta, inoltre, riconosce esplicitamente la sentenza della Corte di Giustizia UE (C-663/18), che ha stabilito che il CBD non è uno stupefacente se estratto da piante di Cannabis sativa L. a basso contenuto di THC.

SS: E per quanto riguarda la produzione e il commercio?

Vengono introdotti nuovi articoli per creare un quadro armonizzato a livello europeo per tutte le parti della pianta. 

L’Art. 147 ter stabilisce che possono essere prodotti canapa greggia, semi da semina, semi non da semina e tutte le altre parti della pianta (codice doganale NC 1211 90 86), a patto che provengano da varietà certificate ≤ 0,3% di THC. 

L’Art. 147 quater regola la commercializzazione, permettendo la vendita in tutta l’UE se vengono rispettate queste condizioni. 

Infine, l’Art. 189 riguarda le importazioni, consentendo l'ingresso nell’UE solo a partite di canapa che rispettano il limite di THC ≤ 0,3%. L'obiettivo è eliminare le differenze tra Stati membri e dare certezza giuridica agli agricoltori e agli operatori.

SS: Per quanto riguarda l'Italia, cosa si è detto ieri al Ministero?

Gli esperti presenti si sono mostrati concordi sulla validità della proposta, riconoscendo la sua coerenza sia con la PAC che con le sentenze europee sul CBD. La decisione finale, però, spetterà al Ministro. 

L’Italia si trova a un bivio: da una parte, c'è la possibilità di allinearsi alla direzione europea, riconoscendo la natura agricola della canapa e la non stupefacenza del CBD. Dall'altra, si potrebbe proseguire con la linea restrittiva attuale, che considera ancora il CBD come stupefacente. Quest'ultima scelta porterebbe avanti una battaglia priva di logica e continuerebbe a danneggiare l'intero comparto canapa.

Aspettiamo fiduciosi la scelta del Ministro nella speranza che l'Italia non resti ancora una volta sola, continuando a ostacolare il lavoro degli agricoltori e agli operatori del settore.

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Maria Novella De Luca