Cannabis e minori: gli effetti del thc sul cervello
Anche se è ormai appurato che il THC può avere effetti positivi sulla salute, quando si parla di Cannabis si prende sempre in considerazione adulti maggiorenni, ovvero che hanno concluso la fase di sviluppo cerebrale. Questo perché l'uso eccessivo di cannabis nei minori può avere a lungo termine conseguenze negative, in particolare sullo sviluppo cerebrale e del sistema nervoso
L’abuso di cannabis da parte dei minori può avere effetti significativi e duraturi sul loro sviluppo cerebrale e sul sistema nervoso. Nonostante l’amore spasmodico che si può nutrire per la pianta e i suoi derivati, è necessario prevenire condizioni di abuso nei minori, così come suggeriscono la maggior parte delle ricerche scientifiche sul tema, alcune delle quali condannano anche l’uso occasionale nei minori.
Ci sono diversi modi in cui l'uso di cannabis può influire sulla salute dei minori questo perché il cervello dei giovani è ancora in fase di sviluppo, e l'uso di cannabis può interferire con questo processo.
Secondo la maggior parte degli studi l'organismo può essere a rischio fino a quando il cervello è ancora in via di sviluppo, che generalmente avviene durante l'adolescenza e può estendersi fino alla metà dei 20 anni. Gli esperti concordano sul fatto che l'uso di cannabis può interferire con il processo di sviluppo normale e causare danni anche permanenti, quanto prima inizia l'uso di cannabis, maggiori sono i rischi per lo sviluppo del cervello. Pertanto, è importante evitare l'abuso di cannabis durante l'adolescenza e fino alla fine della fase di sviluppo cerebrale. Dopo i 20 anni invece, il cervello ha già completato gran parte del suo processo e quindi alcuni dei rischi associati all'uso di cannabis possono essere notevolmente ridotti. In particolare, dopo i 20 anni, il cervello ha raggiunto la sua piena maturità strutturale e funzionale, e quindi la cannabis ha meno probabilità di causare danni permanenti.
Ad avere particolare impatto sul cervello è il delta-9-tetraidrocannabinolo (THC), ovvero il cannabinoide che causa l’effetto psicoattivo. Il THC si lega ai recettori cannabinoidi nel cervello, che sono responsabili di regolare l'umore, l'appetito, il sonno e la memoria. L'uso di cannabis può influire sulla capacità del cervello di svilupparsi correttamente, e può causare problemi con la memoria, l'apprendimento e l'attenzione. Inoltre, la cannabis può influire sulla struttura del cervello. Uno studio condotto su adolescenti che avevano usato cannabis ha mostrato che avevano una maggiore densità di materia grigia in alcune parti del cervello rispetto a quelli che non avevano mai usato cannabis. La materia grigia è responsabile dell'elaborazione delle informazioni e della risposta ai segnali sensoriali. L'aumento della densità di materia grigia può indicare una perdita di efficienza nella trasmissione delle informazioni nel cervello.
L'uso di cannabis può anche influire sul sistema nervoso dei minori. Il sistema nervoso è responsabile della comunicazione tra il cervello e il resto del corpo. La cannabis può interferire con questo processo, causando problemi di coordinazione, equilibrio e controllo muscolare. Inoltre, la cannabis può influire sulla funzione del sistema endocannabinoide, che è responsabile di regolare l'umore, l'appetito e il sonno. L'uso di cannabis può interferire con la capacità del sistema endocannabinoide di funzionare correttamente, causando problemi di umore e sonno.
Infine, l'uso di cannabis può aumentare il rischio di sviluppare disturbi psichiatrici come la schizofrenia. Uno studio ha mostrato che l'uso di cannabis nell'adolescenza aumenta il rischio di sviluppare la schizofrenia di 2-3 volte rispetto a chi non ha mai usato cannabis.