Endocannabinoidi: anche il tuo corpo produce la sua “cannabis”

Quando si parla di cannabis, la mente corre subito alla pianta, al THC e al CBD. Ma cosa succederebbe se ti dicessimo che il tuo corpo produce già sostanze molto simili ai cannabinoidi che trovi nella pianta, e che queste molecole sono fondamentali per il tuo benessere?
Parliamo degli endocannabinoidi, i protagonisti di un sistema biologico sorprendente e ancora in parte misterioso: il sistema endocannabinoide (SEC).
Scoperto negli anni '90, il sistema endocannabinoide è un complesso network di molecole di segnalazione (gli endocannabinoidi), recettori (principalmente CB1 e CB2) e enzimi che li sintetizzano e degradano. Non è concentrato in un singolo organo, ma è diffuso in tutto il corpo, influenzando quasi ogni funzione fisiologica.
Nel 1990, Lisa A. Matsuda, appartenente ad un gruppo di ricercatori del National Institute of Mental Healt (NIMH), annunciò la scoperta di una rete di recettori, attivati dai cannabinoidi. Gli scienziati stavano cercando di capire in che modo il principio attivo delta-9-tetraidrocannabinolo (THC) interagisce con l’organismo e individuarono i recettori CB1. A questo punto, la comunità scientifica iniziò a chiedersi il motivo della presenza di questi recettori per cannabinoidi. La risposta arrivò due anni dopo, quando alcuni ricercatori scoprirono la presenza di cannabinoidi prodotti dall’organismo, gli endocannabinoidi, appunto: si tratta di molecole di segnalazione molto diffuse nell’organismo, che si legano agli stessi recettori sensibili al THC.
I due endocannabinoidi più studiati sono l'anandamide (dal sanscrito "ananda", che significa beatitudine, gioia interiore) e il 2-arachidonoilglicerolo (2-AG). Queste molecole agiscono come neurotrasmettitori, inviando messaggi tra le cellule e aiutando a mantenere l'omeostasi, ovvero l'equilibrio interno del corpo.
La scoperta dell'Anandamide: un "messaggero della beatitudine"
Fu nel 1992 che un team di ricercatori guidati dal Dr. Raphael Mechoulam, "il padre della ricerca sui cannabinoidi" (già noto per aver isolato il THC dalla pianta di cannabis), e da Lumír Hanuš, riuscì a isolare e identificare la prima molecola di endocannabinoide nel cervello di maiale: l'anandamide. Questa scoperta fu rivoluzionaria, poiché dimostrò inequivocabilmente che il corpo produce le proprie sostanze simili ai cannabinoidi. Il nome stesso, "anandamide", non è casuale: fu scelto proprio per la sua capacità di legarsi ai recettori cannabinoidi e di indurre sensazioni di benessere e felicità, richiamando l'effetto euforico ma controllato che il corpo è in grado di produrre autonomamente. La sua identificazione aprì le porte alla comprensione del sistema endocannabinoide e del perché la cannabis interagisca così potentemente con la nostra fisiologia.
Cosa fa il sistema endocannabinoide?
Il SEC è un vero e proprio direttore d'orchestra del tuo organismo. Le sue funzioni sono incredibilmente ampie e includono:
- Regolazione dell'umore: contribuisce a gestire stress, ansia e depressione.
- Gestione del dolore: gioca un ruolo chiave nella modulazione della percezione del dolore, sia acuto che cronico.
- Appetito e metabolismo: influenza il senso di fame e i processi metabolici, spiegando il famoso "munchies" (aumento dell'appetito) associato alla cannabis.
- Sonno: aiuta a regolare i cicli sonno-veglia.
- Memoria e apprendimento: è coinvolto nei processi cognitivi, in particolare nella memoria e nella capacità di dimenticare ciò che non è più utile.
- Risposta immunitaria: modula l'infiammazione e la risposta del sistema immunitario.
- Fertilità: ha un ruolo anche nei processi riproduttivi.
In pratica, il sistema endocannabinoide agisce come un regolatore, assicurando che tutti i sistemi del corpo funzionino in armonia. Quando questo equilibrio viene meno, possono insorgere diverse problematiche di salute.
Endocannabinoidi e fitocannabinoidi: un legame speciale
La sorprendente similitudine strutturale tra gli endocannabinoidi prodotti dal nostro corpo e i fitocannabinoidi presenti nella pianta di cannabis (come THC e CBD) è ciò che rende la cannabis così efficace come medicinale.
Il THC, ad esempio, si lega ai recettori CB1 e CB2, mimando l'azione degli endocannabinoidi naturali e producendo effetti psicotropici e terapeutici. Il CBD, invece, agisce in modo più indiretto, influenzando la degradazione degli endocannabinoidi e modulando l'attività di altri recettori, senza causare effetti psicotropici.
Questa "chiave e serratura" tra le molecole della pianta e i nostri recettori interni ha aperto la strada a nuove frontiere nella medicina, portando alla ricerca su farmaci a base di cannabinoidi e alla riscoperta delle potenzialità terapeutiche della cannabis.
Come supportare il tuo sistema endocannabinoide
Comprendere l'importanza del SEC ci porta a chiederci: come possiamo mantenerlo in salute? Fortunatamente, ci sono modi naturali per supportare la sua funzione:
- Dieta equilibrata: consumare acidi grassi essenziali, in particolare Omega-3 (presenti in pesce grasso, semi di lino, noci), è cruciale, poiché gli endocannabinoidi sono derivati dai lipidi.
- Esercizio fisico: l'attività fisica, specialmente quella aerobica, può aumentare i livelli di anandamide, contribuendo al cosiddetto "runner's high" cioè quella sensazione di euforia, leggerezza e riduzione del dolore che molti atleti sperimentano durante o dopo un'intensa attività fisica. A lungo attribuito alle endorfine, oggi sappiamo che gli endocannabinoidi giocano un ruolo preponderante in questo stato di benessere indotto dal movimento.
- Gestione dello stress: tecniche di rilassamento, meditazione e un sonno adeguato aiutano a mantenere l'equilibrio del SEC.
- Riduzione dell'infiammazione: uno stile di vita sano che minimizzi l'infiammazione cronica supporta indirettamente il sistema endocannabinoide.
Ora, quindi, quando parlerai di cannabis, ricorda che il tuo corpo ha già un suo sistema "cannabinoide" interno, un'affascinante rete di comunicazione che lavora costantemente per il tuo benessere. Capire come funziona questo sistema è il primo passo per apprezzare appieno la complessità del nostro organismo e il potenziale terapeutico di una pianta così discussa ma tanto ricca e vicina al nostro benessere.
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