Cannabis e menopausa: risultati promettenti da uno studio di Harvard
Secondo uno studio pubblicato alla fine dello scorso anno su Menopause, la rivista della North American Menopause Society (NAMS), l'uso di cannabis medica sta diventando sempre più diffuso tra le donne che soffrono di sintomi legati alla menopausa.
La menopausa è un momento della vita della donna molto delicato, che in genere si verifica tra i 45 ed 55 anni di età, ma non sono rare menopause precoci e tardive. Già alcuni mesi prima della cessazione delle mestruazioni si osservano alterazioni del ciclo mestruale (mestruazioni ravvicinate e abbondanti oppure più distanziate tra di loro). Nello stesso periodo le ovaie cessano la loro attività e, di conseguenza, diminuisce nel sangue la quantità degli estrogeni, cioè di quegli ormoni prodotti fino allora dalle ovaie. Tutto questo causa un drastico cambiamento ormonale che si accompagna a disturbi fisici, a mutamenti del corpo e, di conseguenza, a malesseri psicologici rendendolo un periodo difficile anche per le donne più forti. Le vampate di calore, i disturbi del sonno, la secchezza della pelle, il nervosismo e i problemi di concentrazione, spingono verso una forte condizione di stress.
La diminuzione degli estrogeni, infatti, può provocare alcuni disturbi e sintomi, sia di natura neurovegetativa (vampate di calore, sudorazioni profuse, palpitazioni e tachicardia, sbalzi della pressione arteriosa, disturbi del sonno, vertigini, secchezza vaginale e prurito genitale), sia di natura psicoaffettiva (irritabilità, umore instabile, affaticamento, ansia, demotivazione, disturbi della concentrazione e della memoria, diminuzione del desiderio sessuale).
Le conseguenze più importanti del calo degli estrogeni sono: l'aumento del rischio cardiovascolare (infarto cardiaco, ictus cerebrale, ipertensione) e le patologie osteoarticolari, in particolare l’aumento dell’incidenza dell’osteoporosi.
Sebbene la terapia ormonale sia efficace nel trattamento di questi sintomi, la maggior parte dei trattamenti disponibili ha anche effetti collaterali negativi. Per questo molti ricercatori sono costantemente alla ricerca di nuove strategie terapeutiche per i sintomi della menopausa, ma con effetti collaterali più limitati. E la cannabis potrebbe essere la risposta.
Già diversi studi osservazionali, realizzati in questi anni, hanno dimostrato che l'uso di cannabis terapeutica è associato a vari benefici clinici, inclusi miglioramenti nelle misure di ansia, umore, sonno e dolore, nonché miglioramenti cognitivi dopo il trattamento. Ma nessuno studio fino ad oggi ha esaminato la sicurezza e l'efficacia della cannabis terapeutica per alleviare i sintomi legati alla menopausa.
In questo nuovo studio, condotto da ricercatori affiliati al McLean, il più grande ospedale psichiatrico didattico della Harvard Medical School, che ha coinvolto più di 258 donne (perimenopausa, 131; postmenopausa, 127), reclutate attraverso pubblicità mirate a donne interessate alla salute delle donne e ai cannabinoidi, i ricercatori hanno cercato di valutare l'uso di cannabis e le modalità di utilizzo, e di confrontare i modelli di utilizzo tra perimenopausa e postmenopausa. I risultati hanno suggerito che l’86% delle donne attualmente usano la cannabis come trattamento aggiuntivo per i sintomi legati alla menopausa attraverso diverse modalità di utilizzo, tra cui il fumo è il più comune (84,3%) e gli alimenti (78,3%). Le indicazioni più frequentemente riportate per l'uso di cannabis terapeutica sono state i disturbi del sonno e dell'umore/ansia legati alla menopausa.
I ricercatori hanno spiegato che il sistema endocannabinoide è coinvolto in vari processi fisiologici e psicologici, ad esempio la regolazione della temperatura corporea, l’umore, l’ansia, il sonno e il dolore.
Allo stesso tempo, secondo i ricercatori, "le prove suggeriscono che questo sistema influenza in modo significativo la fertilità e la riproduzione".
“In particolare, l'ovaio umano produce anandamide, che è un importante endocannabinoide, con livelli plasmatici di picco che si verificano durante l'ovulazione e sono correlati ai livelli di estrogeni. Questo suggerisce che la produzione di anandamide può essere controllata da questo ormone (estrogeno). Inoltre, i trattamenti con cannabinoidi migliorano il vasorilassamento, le complicanze post-ooforectomia e riducono l'ansia”, secondo il rapporto.
La ricerca, quindi, indica che la cannabis medica può essere un'opzione di trattamento non ormonale con un potenziale per alleviare i sintomi della menopausa in modo più efficace e possibilmente con meno effetti collaterali rispetto ai trattamenti esistenti. Tuttavia i dati degli studi clinici sono ancora insufficienti. Ecco perché "sono necessarie ulteriori ricerche prima che questo trattamento possa essere raccomandato nella pratica clinica ", afferma la dott.ssa Stephanie Faubion, direttore medico del NAMS. "Gli operatori sanitari dovrebbero chiedere ai loro pazienti l'uso della cannabis medica per i sintomi della menopausa e fornire raccomandazioni basate sull'evidenza per il trattamento dei sintomi".
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