Smettere di fumare con il CBD. È possibile?

Maria Novella De Luca
13 May 2023

Il fumo di sigaretta è ancora un grave problema di salute con oltre 93.000 morti in Italia (il 20,6% del totale di tutte le morti tra gli uomini e il 7,9% del totale di tutte le morti tra le donne).


La nicotina, infatti, è una delle sostanze che più al mondo crea dipendenza, basti pensare che oltre un miliardo di persone in tutto il mondo fuma. Questo significa che, anche quando arriva l’intenzione di smettere, riuscirci è molto arduo. Inoltre quando parliamo di dipendenza da tabacco, ci troviamo di fronte a un enorme problema di salute pubblica che consuma una grande quantità di risorse sanitarie statali.

Molte persone hanno tentato diversi rimedi, dalle cure farmacologiche alla sigaretta elettronica, ma senza aver ottenuto i risultati che speravano.

Finalmente sembrerebbe che una risposta efficace, e soprattutto naturale, si sia trovata nel Cbd.

Il Cbd, o cannabidiolo, è un potente principio attivo contenuto all’interno della pianta di canapa. Questa sostanza naturale possiede numerose proprietà benefiche. Gli scienziati hanno infatti scoperto che è in grado, tra le altre cose, di ridurre il dolore anche cronico, curare le infiammazioni, calmare le convulsioni, stimolare l’appetito, curare l’insonnia, gestire l’ansia, attenuare la depressione e regolare l’umore.

Questo è possibile poiché il Cbd è un cannabinoide e ha una composizione chimica simile a sostanze già prodotte dall’organismo: gli endocannabinoidi. Questi vengono prodotti dal sistema endocannabinoide, un sistema biologico presente nel sistema nervoso centrale (compreso il cervello) e in quello periferico. Contenendo i recettori dei cannabinoidi, può influenzare funzioni cognitive come il sonno, l’appetito e l’umore.

Gli scienziati effettuano studi e test su questa sostanza naturale già da molti anni, ma ora, un nuovo studio finanziato dal governo federale ha scoperto che il Cbd può aiutare i consumatori di tabacco a smettere riducendo il desiderio.
I ricercatori della Washington State University (WSU), infatti, hanno esaminato gli effetti del cannabinoide non inebriante sul metabolismo della nicotina, ovvero il principale componente del tabacco che crea dipendenza.
Questo studio, pubblicato a Gennaio 2023 sulla rivista Chemical Research in Toxicology, ha dimostrato che dosi relativamente basse di Cbd inibiscono significativamente un enzima chiave associato all'elaborazione della nicotina nel corpo. Per i dipendenti da nicotina, il rallentamento del metabolismo del farmaco potrebbe consentire loro di aspettare prima di sentire il bisogno di inalarne di più insieme a tutte le altre cose dannose che si trovano nel fumo di sigaretta.

Sono necessarie ulteriori ricerche per confermare questi effetti negli esseri umani e determinare i livelli di dosaggio, ma questi risultati sono promettenti, sostiene Philip Lazarus, professore di scienze farmaceutiche presso la Washington State University, autore senior dello studio.

"L'intera missione è ridurre i danni causati dal fumo, che non proviene dalla nicotina in sé, ma da tutti gli agenti cancerogeni e altre sostanze chimiche presenti nel fumo di tabacco", ha dichiarato in un comunicato stampa.

"Se riuscissimo a minimizzare quel danno, sarebbe una grande cosa per la salute umana".

Per il presente studio, i ricercatori hanno testato il Cbd e il suo principale metabolita, ovvero ciò in cui si converte nel corpo, il 7-idrossicannabidiolo, su microsomi del tessuto epatico umano e su microsomi di linee cellulari specializzate che hanno permesso loro di concentrarsi su singoli enzimi correlati al metabolismo della nicotina.

Hanno scoperto che il Cbd ha inibito molti di questi enzimi, incluso quello principale per il metabolismo della nicotina , identificato come CYP2A6. Altre ricerche hanno rilevato che oltre il 70% della nicotina viene metabolizzata da questo enzima nella maggior parte dei consumatori di tabacco. L'impatto del CBD su questo particolare enzima è apparso piuttosto forte, inibendo la sua attività del 50% a concentrazioni di Cbd relativamente basse.

"In altre parole, sembra che non sia necessario molto CBD per vedere l'effetto", ha affermato Lazarus.

Il team di Lazarus sta attualmente sviluppando uno studio clinico per esaminare gli effetti del Cbd sui livelli di nicotina nei fumatori, misurando i livelli di nicotina nel sangue rispetto ai fumatori che assumono un placebo nel corso di sei-otto ore. Quindi, sperano di fare uno studio molto più ampio sulla dipendenza da Cbd e nicotina.

Dal punto di vista della riduzione del danno, le implicazioni di questo studio potrebbero essere significative. La nicotina è una sostanza che crea dipendenza e persino compensare il desiderio di una piccola quantità potrebbe avere impatti dimostrabili sulla salute pubblica.

Molte persone, infatti, iniziano a fumare quando si trovano in età adolescenziale. È quello, infatti, il periodo più a rischio perché si vogliono provare cose nuove, si vogliono seguire le mode e, sostanzialmente, si vuole essere accettati dal gruppo. Molti vogliono solamente provare, ma questa prova gli costa una grave dipendenza perché nel momento in cui la sostanza entra nei polmoni si trasferisce direttamente al sangue e, di conseguenza, nel resto del corpo. 

La nicotina stimola la produzione di dopamina nel cervello, la quale regola l’umore, e di adrenalina, che aumenta la pressione sanguigna. 

Nel momento in cui il corpo si abitua alla quantità iniziale, il fumatore deve aumentare sempre di più la dose per evitare di incorrere nei tipici sintomi dell’astinenza. Questo meccanismo porta ben presto alla dipendenza. Il fumatore non riesce più a smettere se non incappando in effetti collaterali estremamente fastidiosi da sopportare come irritabilità, irrequietezza, aumento dell’appetito, tosse, fino alla depressione. 

Alla dipendenza fisica si aggiunge anche una dipendenza emotiva. Un individuo che si sente bene fumando riesce apparentemente ad affrontare meglio gli stress e i traumi. Questo è esattamente lo scoglio contro il quale sbattono tutti coloro che desiderano smettere. 

Per superare questo scoglio il cannabidiolo potrebbe essere la strada giusta, un grande alleato. 

Ma come utilizzarlo?

Ci sono diversi modi per usare il Cbd per smettere di fumare. La maggior parte dei consumatori di cannabidiolo lo consuma come olio Cbd, tuttavia, come abbiamo appena detto, la dipendenza da tabacco non è solo la dipendenza fisica dalla nicotina, ma è l’abitudine al fumo che impedisce a molti fumatori di smettere di fumare.

Per questo motivo, almeno inizialmente, potrebbe essere meglio utilizzare i fiori di canapa ricchi di Cbd o gli E-liquidi con Cbd, in quanto possono progressivamente aiutare a smettere di fumare mantenendo la gestualità. Dal punto di vista della salute l’uso di inalatori con Cbd è sicuramente più consigliato rispetto al fumo dei fiori, poiché in questo caso si verifica una combustione che può generare sostanze tossiche.

Sul mercato esiste già un’ampia varietà di inalatori, di diverse concentrazioni e sapori.

Inoltre, nuovi prodotti ricchi di Cbd sembrano contribuire a ridurre l’ansia causata dall’astinenza da nicotina. Possiamo già trovare ad esempio capsule, gomme da masticare e dolciumi ricchi di cannabidiolo.

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Maria Novella De Luca