La cannabis fa dimagrire, verità o mito?

Maria Novella De Luca
18 Aug 2023

Sebbene esista un'associazione comune nella mente di molte persone tra cannabis e aumento di peso, dovuta soprattutto alla famosa fame chimica o muchies, che si scatena in ognuno di noi dopo aver fumato, esistono alcuni studi che dimostrerebbero il contrario.


Uno studio del 2010 sull'American Journal of Drug and Alcohol Abuse intitolato "Uso di cannabis e obesità nei giovani adulti", ad esempio, mostra che i giovani consumatori adulti di cannabis hanno evidenziato una minore prevalenza di sovrappeso e obesità. 

Allo stesso modo, una recensione del 2011 sull'American Journal of Epidemiology (AJE) intitolata "Obesity and Cannabis Use: Results from 2 Representative National Surveys" conclude che i tassi di obesità sono più bassi per coloro che usano cannabis almeno tre giorni alla settimana rispetto a quelli che non la usano.

Dopo aver aggiustato per sesso ed età, l'uso di cannabis è stato anche associato a differenze dell'indice di massa corporea (BMI) in entrambi i campioni, portando i ricercatori a concludere che nonostante l'evidenza che l'uso di cannabis stimoli l'appetito negli studi clinici e negli studi di laboratorio, i consumatori di cannabis hanno in realtà meno probabilità di essere obesi rispetto ai non consumatori nella popolazione generale.

Ma come funziona? Come è possibile che i consumatori di cannabis che mangiano di più e spesso in maniera del tutto irregolare e poco controllata dal punto di vista della qualità del cibo, possano addirittura dimagrire?

In effetti, quasi tutti gli studi evidenziano un aumento dell'apporto calorico tra i consumatori di marijuana. Ma la scienza ci porta ancora una volta ad osservare il nostro vecchio amico, il sistema endocannabinoide (SEC), per spiegare come questo interagisca anche con il nostro metabolismo e permetta il non aumento di peso. Il SEC, infatti, è ciò che permette ai cannabinoidi come il CBD o il THC di interagire con il nostro corpo.

Un certo numero di importanti sistemi biologici, infatti, compreso appunto il metabolismo, dipendono dal nostro sistema endocannabinoide che è costituito da recettori (i più studiati sono CB1 e CB2, che si trovano prevalentemente nel cervello e nel sistema immunitario, ma anche nello stomaco e nel tessuto intestinale) e composti chimici chiamati cannabinoidi . Esistono due tipi di cannabinoidi: endocannabinoidi, quelli prodotti naturalmente dal nostro corpo e fitocannabinoidi, quelli prodotti dalle piante di cannabis. Entrambi i tipi condividono una serie di somiglianze chiave. Questo significa che i cannabinoidi della marijuana possono interagire con il nostro sistema endocannabinoide naturale per influenzare importanti sistemi biologici, come il metabolismo oltre che l’umore, il sonno, la temperatura e le infiammazioni.

Però c’è da fare innanzi tutto una distinzione fondamentale. Quando si tratta di erba, la maggior parte delle persone usa le parole “cannabis” e “marijuana” in modo intercambiabile, ma non sono la stessa cosa in questo contesto. La cannabis è il nome della pianta, mentre la marijuana è il nome dei fiori psicoattivi che produce. Il suo raccolto, per così dire. E mentre la cannabis è composta da centinaia di composti cannabinoidi, il principale principio attivo della marijuana è il THC.

Ma quando parliamo di perdita peso, tutto si riduce al CBD. Ci sono quattro modi principali con i quali il CBD può essere in grado di influenzare e alterare il nostro metabolismo: la funzione mitocondriale, il grasso buono, la regolazione dell’insulina e la soppressione dell’appetito. Vediamo come e perché?

Funzione Mitocondriale

Se ancora ricordi qualcosa delle care lezioni di scienze, potrebbe essere questa, che i mitocondri sono la centrale elettrica della cellula.

Essi convertono, infatti, zuccheri, grassi e proteine nell'energia che sostiene il nostro organismo. Per questo motivo, gli squilibri mitocondriali possono influenzare il modo in cui bruciamo energia, rendendo più difficile perdere peso. Di conseguenza, correggere questi squilibri può aumentare notevolmente la salute metabolica e rimettere in moto le cose.

Il CBD sembra regolare l'attività mitocondriale, rimettendo in forma il nostro sistema endocannabinoide, che ci aiuta poi a raggiungere l'equilibrio metabolico e l'omeostasi.

Grasso Buono

Il grasso è un macronutriente complicato. Lo pensiamo solitamente come una cosa negativa, ma scientificamente parlando non è proprio così. Al contrario, ci sono in realtà due tipi di grasso nel nostro corpo: il grasso buono (bruno) e quello cattivo (bianco).

Il grasso bianco è predominante: è il grasso che abbiamo sviluppato per evitare di morire di fame quando eravamo solo creature delle caverne. Il grasso bianco immagazzina e fornisce energia al nostro corpo, di conseguenza, può davvero compromettere il metabolismo. Il grasso bruno genera invece calore e brucia calorie.

Uno studio pubblicato sulla rivista Molecular and Cellular Biochemistry ha somministrato CBD alle cellule di tessuto adiposo bianco alla ricerca di eventuali segni di conversione in cellule di tessuto adiposo bruno. I ricercatori sono arrivati alla conclusione che sono necessari ulteriori studi sull’uomo per verificare la capacità del cannabidiolo di influire sulla composizione del grasso corporeo.

Regolazione dell'Insulina

Per mantenere il corpo al sicuro, il fegato elimina le tossine e converte gli zuccheri in eccesso in insulina. Questi zuccheri provengono praticamente da tutto ciò che mettiamo nel nostro corpo, dalla frutta alla birra. Da lì vengono trasmessi al pancreas, che lo invia alle cellule.

Livelli irregolari di insulina possono sovraccaricare il fegato e il pancreas, mandando fuori equilibrio l’organismo. Inoltre, troppa insulina nel sangue significa che non possiamo bruciare i grassi. Di conseguenza, avrai molte più difficoltà a perdere i chili.

Gli studi in corso condotti sugli animali continuano a somministrare CBD ai topi nella speranza di trovare segni di effetti antidiabetici.

Soppressione dell'Appetito

La cannabis (guidata dal THC) è uno stimolante dell'appetito. Infatti, alcuni medici prescrivono cannabis medica a pazienti chemioterapici il cui appetito è compromesso. Chiunque abbia avuto la “fame chimica” probabilmente sottoscriverà subito quest’affermazione.

Anche se è vero che il THC ti fa venire fame, questo non è il caso per il CBD. Ritenuto più che un semplice soppressore dell'appetito, il CBD isolato non ti farà riempire di dolci. Al contrario, come mostra uno studio del 2012 sui ratti, è più probabile che riduca l'assunzione di cibo.

Detto questo, potremmo concludere che la cannabis può svolgere una funzione regolatrice del nostro metabolismo, aumentando i chili sulla bilancia nelle persone sottopeso e non per chi è normopeso o in sovrappeso. 

Solo ulteriori ricerche sveleranno la risposta agli effetti di peso apparentemente sfaccettati della marijuana.

Non preoccuparti troppo se la marijuana fa ingrassare o fa dimagrire, alla fine quello che incide davvero è il tuo introito calorico giornaliero, se sarai bravo a non “cedere” troppo quando “ti sale la fame chimica”, non avrai di che preoccuparti. Fumando solo CBD si può stare ancora più tranquilli perché la cannabis light non provoca alcuna fame chimica.

Sicuramente l'aggiunta di CBD ad un sano programma alimentare e di esercizio potrebbe essere un ottimo complemento, grazie alla sua versatilità e al supporto generale al sistema endocannabinoide. Perché rimanere in linea è uno stile di vita.  

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Maria Novella De Luca