Cime di marijuana: come riconoscere quelle di buona qualità. Ne parliamo con Giuseppe Nicosia
La Canapa Light oramai ha preso piede nel mercato italiano in maniera davvero importante come in tanti altri paesi del mondo. Questo ha fatto si che terminologie come “cima di marijuana” o “cannabis light” siano diventati termini di uso comune e soprattutto sempre più persone si chiedono come distinguere le cime di buona qualità da quelle scarse.
La Canapa Light oramai ha preso piede nel mercato italiano in maniera davvero importante come in tanti altri paesi del mondo. Questo ha fatto si che terminologie come “cima di marijuana” o “cannabis light” siano diventati termini di uso comune e soprattutto sempre più persone si chiedono come distinguere le cime di buona qualità da quelle scarse. In effetti esistono così tante varietà sul mercato che i fumatori hanno oggi la possibilità di provare un'ampia selezione di sapori, aromi, colori e sensazioni cerebrali. Tuttavia, quando si acquista marijuana, bisogna sapere quali fattori considerare per riconoscere la qualità del prodotto che si andrà ad acquistare. Magari è passato ancora troppo poco tempo da quando avete iniziato ad utilizzare la cannabis e, riconoscerne la buona qualità, è una cosa che vi resta ancora difficile. Allora, intanto, iniziamo col dire che quando parliamo di cime di marijuana stiamo parlando di infiorescenze della pianta di cannabis che vengono raccolte in età matura e poi essiccate e conciate. Queste cime vengono prodotte esclusivamente dalla pianta di cannabis femmina, e se non fecondate dal polline della pianta maschile, crescono e si sviluppano fino ad arrivare alla completa maturazione. È in questa fase che ogni cima di cannabis riesce ad avere le più alte concentrazioni dei principali cannabinoidi che oggi conosciamo, ma con una distinzione:
le infiorescenze di canapa “legale” saranno ricche di CBD;
le infiorescenze di canapa “illegale” invece saranno più ricche di THC (la sostanza psicotropa).
Le infiorescenze di cannabis legale, la cosiddetta cannabis “light”, sono quelle che possiamo comprare on line o negli ormai numerosissimi negozi di cannabis light, appunto. Nonostante la stragrande maggioranza di venditori di cannabis dichiarino che la loro erba legale sia superiore alla media, in realtà non sempre è così, per questo occorre avere un po’ di esperienza per poter valutare da soli. Ne abbiamo parlato con Giuseppe Nicosia, Educatore Alimentare, autore del libro "Leone bianco - Leone nero. La legge non è uguale per tutti" e soprattutto grande esperto di canapa.
Fermo restando che il miglior modo di valutare se un’erba è di buona o cattiva qualità è, ovviamente, quello di provare i suoi effetti, se volessimo valutare prima ciò che stiamo per fumare quali cose dovremmo osservare? Ad esempio, vale il principio l’occhio vuole la sua parte? Se ci sembra bella può voler dire che sarà anche buona?
“Si, vale il principio l’occhio vuole la sua parte, per quanto riguarda le caratteristiche fisiche di questo fiore. Da un esame visivo e tattile, infatti, vediamo se è più o meno compatto e possiamo capire in che condizioni è cresciuto e se è stato coltivato indoor o outdoor. Questo però non ci dice effettivamente se il prodotto è buono o meno, perché a prescindere dal suo aspetto fisico, potrebbe essere stato sciacquato o asciugato male e aver perso i terpeni o fertilizzato troppo. Questo lascerebbe un cattivo sapore”.
Da che cosa dipende la qualità delle infiorescenze di erba?
“Questa è una domanda a cui è difficilissimo rispondere perché dipende praticamente da tutti i fattori presenti nei vari passaggi della coltivazione. Innanzi tutto dobbiamo valutare la genetica della pianta, quanti terpeni contiene, come viene coltivata, i fertilizzati utilizzati, l’esposizione alla luce e l’essiccazione”.
Le tecniche di coltivazione che sono state utilizzate possono fare la differenza sulla qualità?
“Assolutamente si, le tecniche di coltivazione sono importantissime. Una pianta lasciata selvaggia, ad esempio, produrrà fiori disomogenei, piccoli e soffici, con cime compatte, mentre una pianta lavorata produrrà fiori tutti uguali”.
Cosa cambia se la cannabis è stata coltivata indoor o outdoor?
“Partiamo con il dire che sia la coltivazione indoor che quella outdoor hanno i loro pro e contro.
La coltivazione indoor si avvale ovviamente della luce artificiale delle lampade, quindi indipendentemente dalla luce solare si potrà coltivare sia di inverno che d’estate, con raccolti continuativi durante tutto l’arco dell’anno. In questo tipo di coltivazione la facilità maggiore è quella di avere un controllo sull’ambiente, perché trattandosi di ambiente chiuso non si dovrà combattere contro fattori atmosferici come pioggia, grandine, vento o contro insetti e parassiti, tutti fattori che potrebbero compromettere il raccolto. Si può inoltre controllare l’umidità, cosa importantissima contro il proliferare di muffe. Però di contro abbiamo un grande utilizzo di concimi e altri preparati che dovranno aiutare la crescita della pianta.
Questo massiccio utilizzo di concimi e necessità di elettricità, oltre che di acqua per irrigare, fa sì che la coltivazione indoor abbia tra i suoi contro anche il prezzo finale del prodotto.
La coltivazione outdoor, invece, avvenendo all’aperto, con le radici nel terreno, la luce del sole e l’irrigazione per quanto possibile naturale, dovrà tenere conto del periodo della semina, in base alle stagioni.
Se la coltivazione outdoor avviene su terreni naturalmente ricchi di elementi non ci sarà bisogno di concimi additivi per ottenere un risultato di alta qualità. Inoltre non dovremo preoccuparci dello spazio e le piante potranno crescere quanto vorranno senza liniti di altezza.
Se da un lato però, nella coltivazione outdoor abbiamo questa serie di elementi naturali che rendono migliore la coltivazione e, di conseguenza, il fiore, dall’altro ci sono alcuni aspetti negativi: temporali, grandinate, piogge eccessive, siccità estrema, parassiti, insetti, funghi, muffe, animali dannosi, eventuali coltivazioni di maschi che potrebbero impollinare piante femmina”.
I livelli di umidità sono un componente molto importante nella valutazione della qualità di una cima. Come facciamo a capire se l'erba è stata esposta a luce o calore per periodi di tempo troppo lunghi da comprometterne la qualità?
“Se la pianta di cannabis è stata sottoposta a luce o calore per periodo di tempo troppo lunghi, cambia il suo colore, solitamente assume un colore paglierino perdendo la brillantezza del verde o del viola, di quel colore, insomma, che aveva sviluppato durante la maturazione”.
Aspetto, consistenza, aroma e sapore potremmo riassumere così le 4 cose fondamentali da considerare per dare un giudizio su una cima di cannabis?
“Si, queste sono le quattro caratteristiche importanti e fondamentali da tenere presente per valutare la qualità di un fiore. Io aggiungerei anche, come accennavi prima, il grado di umidità”.
Speriamo che questo piccolo vademecum vi sia di aiuto per fare chiarezza sui passaggi importanti alla base di una corretta coltivazione e che vi servano a riconoscere i fiori migliori che hanno alle spalle tutte le attenzioni necessarie di cui il Dott. Nicosia ci ha parlato