Positivi alla Cannabis alla guida: ecco cosa fare

Marco Ribechi
17 Sep 2023

Il nuovo disegno di legge (art. 187 c.d.s.) sulla guida in stato di alterazione psico-fisica per uso di sostanze stupefacenti potrebbe aprire l’assurdo scenario di essere accusati di reato nonostante si sia in perfette condizioni psicofisiche. Questo perché, per incriminare, sarà sufficiente risultare positivi ai tamponi salivari, magari anche vari giorni dopo l’assunzione. Gli avvocati Claudio Miglio e Lorenzo Simonetti lo analizzano e spiegano come comportarsi nel caso di un controllo


Cosa succederebbe se la polizia ritirasse la patente ad un automobilista per essersi ubriacato un mese prima del controllo?

Sarebbe assurdo per chiunque, persino per Giorgia Meloni e Matteo Salvini.

Nel caso della Cannabis però questo è un possibile scenario futuro a causa del nuovo disegno di legge (art. 187 c.d.s.) sulla guida in stato di alterazione psico-fisica per uso di sostanze stupefacenti.

La nuova proposta permetterebbe infatti di incriminare cittadini al volante per aver fumato uno spinello dieci o quindici giorni prima dell’alt. Infatti, perché si configuri il reato, sarà sufficiente risultare positivi ai tamponi salivari, a prescindere dall’idoneità alla guida. Una cosa non da poco se si considera che le tracce di sostanze stupefacenti possono essere riscontrate anche a distanza di molti giorni dall’assunzione.

«Si vuole confondere il contrasto all’uso delle droghe con la loro criminalizzazione - spiegano gli avvocati Claudio Miglio e Lorenzo Simonetti - come se non fosse bastata l’esperienza degli ultimi decenni che ha dimostrato il fallimento delle politiche proibizioniste. Il legislatore dovrebbe stabilire regole per scongiurare il più possibile condotte penalmente rilevanti e non, invece, allargare lo spettro dei reati».

Mentre può considerarsi una misura utile l'installazione dell’alcolock, che impedisce l’avvio del motore se il tasso alcolemico del guidatore è superiore a certe soglie, lascia basiti la nuova formulazione del reato di guida in stato di alterazione psico-fisica per uso di sostanze stupefacenti (art. 187 c.d.s.). 

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Gli avvocati Claudio Miglio e Lorenzo Simonetti

«Per andare subito al cuore del problema - proseguono gli avvocati - attualmente la normativa richiede, oltre al riscontro nei liquidi biologici di sostanza stupefacente, l’oggettivo e percepibile "stato di alterazione". Se il decreto dovesse passare, questo non sarà più necessario e si potrà incriminare una persona perfettamente idonea alla guida».

Il dibattito, certamente delicato in considerazione della necessità di tutelare la sicurezza stradale e l’incolumità pubblica, non deve, tuttavia, sfociare nell’irragionevolezza.

«Se si vuol garantire la salute collettiva è basilare accertare lo stato di alterazione del conducente ad opera dall’agente operante, dal sanitario ed infine dal giudice. Se invece si vuole soltanto incriminare l’uso delle droghe, allora non serve a nulla stabilire se un soggetto possa o meno mettersi al volante».

L’attuale formulazione garantisce sia l’esigenza di reprimere condotte di guida deplorevoli, sia la proporzionalità della sanzione penale. «Ebbene, è lecito chiedersi quale pericolo per la sicurezza stradale possa causare il conducente che tre giorni prima del controllo abbia fumato uno spinello - dicono Miglio e Simonetti - La proposta di legge andrebbe a incriminare anche lui. La semplice assunzione diverrebbe l’elemento unico e costitutivo di un reato, anche per casi che non presentino alcun allarme per la sicurezza nella circolazione stradale e l’incolumità pubblica».

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Cosa fare se si viene fermati per un controllo?

 

Per poter dimostrare la propria innocenza, sia al momento attuale che nella scellerata evenienza che il disegno diventi legge, è necessario seguire attentamente alcuni consigli utili. 

- Il conducente trovato positivo al test salivare dovrà indicare nel verbale le proprie reali condizioni psicofisiche che l’agente operante affermerà di aver osservato al momento del controllo su strada. Ciò è necessario per esigere l’accertamento di uno stato di coscienza modificato.

- Sarà poi necessario recarsi in pronto soccorso per essere sottoposti a visita medica. In questo modo un medico dovrà accertare il reale stato psicofisico dell’accusato: è proprio grazie a questo accertamento che sarà possibile lottare nei tribunali. Infatti determinante è il fatto che le tracce degli stupefacenti permangono nel tempo.

- A ciò, inoltre, si aggiunge il problema dei falsi positivi poiché i test su strada e quelli di I livello sono notoriamente sensibili a interferenze da farmaci o metaboliti.

«Quali avvocati ossequiosi della Legge e della Giustizia, confidiamo in un passo indietro in relazione alla modifica dell’art. 187 C.d.S. secondo quanto sopra anticipato. Importante sarebbe anche reinserire, al fine di definire meglio i contorni della condotta contestata, l’obbligo della visita medica in ospedale, espunta dalla norma nel 2015».

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Marco Ribechi