Cannabis medica alla guida: la proposta dall'Australia

Marco Ribechi
22 Nov 2024

Lo stato del Victoria sta valutando delle misure per rendere meno discriminante la legge sulla revoca della patente per chi si cura con Cannabis medica


Il governo dello stato del Victoria, in Australia, sta valutando una misura provvisoria che consentirebbe ad alcuni guidatori in trattamento con cannabis medicinale di evitare la revoca automatica della patente

La proposta, presentata dall'ex magistrato Tony Parsons, mira a introdurre una maggiore discrezionalità per i giudici, permettendo loro di esaminare caso per caso le situazioni degli utenti di cannabis medicinale.

Un ponte verso il futuro

La proposta è concepita come una soluzione temporanea in attesa dei risultati di uno studio governativo in corso, che dovrebbe concludersi nel 2026. Lo studio, condotto dall’Università Swinburne, sta valutando come la cannabis medicinale influisce sulle capacità di guida, analizzando aspetti come il controllo del volante, la frenata e la gestione della velocità su una pista dedicata. Attualmente, le leggi statali considerano reato guidare con qualsiasi traccia di tetraidrocannabinolo (THC), il componente psicoattivo della cannabis, nel sistema, indipendentemente dalla presenza di segni di alterazione delle capacità alla guida.

Questa situazione espone gli utenti di cannabis medicinale al rischio di perdere la patente o di subire sanzioni amministrative, anche se assumono il farmaco secondo prescrizione medica.

Una questione di equità

Nel rapporto presentato in parlamento, Parsons ha descritto l’attuale normativa come "ingiusta e discriminatoria", sottolineando che penalizza le persone che seguono prescrizioni mediche valide. "Gli utenti di cannabis medicinale sono sanzionati solo per la presenza del farmaco nel loro organismo, anche senza evidenza di alterazione delle capacità," ha affermato.

Le conseguenze possono essere significative, comprendendo la perdita della patente, sanzioni economiche, un casellario giudiziario permanente e ostacoli occupazionali. Parsons ha anche evidenziato che molti farmaci comunemente prescritti – come benzodiazepine, oppioidi e antidepressivi – hanno un potenziale maggiore di influire sulla capacità di guida, ma non sono trattati con la stessa severità legale.

Un approccio discrezionale

La proposta prevede che i giudici possano valutare, caso per caso, fattori come:

La presenza di segni di alterazione alla guida.

L'assunzione della cannabis secondo prescrizione medica.

L'eventuale presenza di precedenti per guida pericolosa.

Se approvata, la nuova norma manterrebbe comunque il divieto di guidare con THC nel sistema e le relative sanzioni, ma consentirebbe ai giudici di evitare automaticamente la revoca della patente in situazioni specifiche.

Sostegno e prospettive future

Il rapporto di Parsons è stato redatto su richiesta del parlamentare David Ettershank, del partito Legalise Cannabis, e ha ricevuto sostegno da diverse autorità governative, mediche e legali, inclusa l’Associazione della Polizia. Tuttavia, il commissario della polizia di Victoria, Shane Patton, non ha partecipato alla consultazione. Un portavoce del governo ha ringraziato Parsons per il suo contributo e ha confermato l’impegno a collaborare con i ricercatori per valutare se le persone possano guidare con cannabis medicinale senza compromettere la sicurezza stradale.

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Marco Ribechi