Progetto di produzione della Cannabis terapeutica a Torino

Soft Secrets
16 Jul 2019

La città di Torino potrebbe diventare uno dei più grandi poli di cannabis terapeutica d’Italia. A darne notizia è lo stesso ministro della Salute Giulia Grillo dopo averne parlato con la sindaca Chiara Appendino. Uno spiraglio di luce in un clima politico sulla tematica che si dimostra ipocritamente confuso


Lo scorso mese di maggio la Sala Rossa aveva votato favorevolmente a una mozione del consigliere del Movimento Cinque Stelle Federico Mensio che impegnava la giunta a mettere a disposizione i terreni coltivabili di proprietà della città di Torino per la cannabis terapeutica. Appello che il ministro Grillo non si è lasciata sfuggire anche perché ha più volte spiegato come le coltivazioni fino ad oggi utilizzate non siano sufficienti a coprire la richiesta dei pazienti tanto che il ministero stava appunto valutando l’ipotesi di indire un bando per una collaborazione pubblico-privato per estendere le aree coltivate. Federico Mensio è intervenuto insieme al Dott. Vittorio Andrea Guardamagna, responsabile dell’Istituto Europeo di Oncologia, al programma radiofonico Giorno per giorno, andato in onda negli scorsi giorni su Radio Rai 1, per commentare la notizia data in questi giorni della “bocciatura” della cannabis light da parte del Consiglio Superiore della Sanità (CSS). Su richiesta del ministro della Salute Giulia Grillo il CSS ha detto che la cannabis a uso medico non è un farmaco perché non è stata ancora condotta alcuna sperimentazione scientifica. Il ministro Grillo rassicura i pazienti in un comunicato sul sito del ministero: “il parere non contiene prescrizioni negative, pertanto non sarà bloccato l’utilizzo terapeutico della cannabis e continuerà a essere assicurato ai sensi della normativa vigente. Valuterò con le direzioni tecniche e i soggetti interessati l’opportunità di recepire quanto indicato nel parere dal Css sulla necessità di avviare una sperimentazione clinica a maggior tutela dei malati. I pazienti sanno bene che mi sono impegnata personalmente per aumentare le scorte di cannabis ad uso medico, incrementando le importazioni dall’Olanda e raddoppiando la produzione di cannabis dello Stabilimento chimico-farmaceutico militare di Firenze, e proprio nei prossimi giorni insieme al ministero della Difesa e al Mipaaf finalizzeremo l’accordo per migliorare ancora il processo produttivo e garantire l’approvvigionamento ai malati”. Il Dott. Guardamagna non vede la dichiarazione del CSS come una bocciatura, bensì uno stimolo per una ricerca di tipo scientifico che possa rompere i tabù e i pregiudizi su questa pianta, spesso vista come droga per l’uso ludico che si è fatto negli anni. Non si deve neanche pensare che sia una panacea, ma bisogna constatare i veri effetti del tetraidrocannabinolo (THC) e soprattutto del Cannabidiolo (CBD), che sono stati notati dai medici nei pazienti, ma che ora devono essere validati dalla ricerca. Tra gli effetti positivi citati dal Dott. Guardamagna ci sono la riduzione del dolore cronico, non solo oncologico, la riduzione di nausea e vomito, spesso associati con la radioterapia nei pazienti oncologici e effetto notato da chiunque abbia preso della cannabis di aumentare l’appetito, utile per persone HIV+ o con tumore. La classe medica è ancora poco informata sull’uso e gli effetti e perciò sono poche le prescrizioni, ma secondo il Dott. Guardamangna in 2/3 anni il numero di prescrizioni raddoppierà e saranno necessarie 2/3 tonnellate di cannabis per sopperire alle richieste. Federico Mensio sottolinea che a oggi la maggior parte della cannabis terapeutica è importata dall’Olanda e che non è comunque sufficiente. Per questo Torino si sta muovendo per avere l’autorizzazione alla coltivazione, anche se non è chiaro a chi chiederla, se al ministero della Salute o al ministero della Difesa. Il centro di produzione, già individuato, sarà pubblico con partner privati come per esempio l’Università. LINK   Proseguono quindi alcune buone iniziative da parte delle istituzioni, unite purtroppo alla fase di repressione dettata dalla parte proibizionista presente al Governo. Il cambio al timone delle politiche antidroga da Lorenzo Fontana a Alessandra Locatelli non fanno, purtroppo, presagire alcun cambiamento di rotta sulle tematiche affrontate quotidianamente nel mondo della cannabis.    

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