Siamo pazienti non delinquenti: nasce il Medical Social Club Italia

Maria Novella De Luca
18 Feb 2023

Con lo slogan “Siamo pazienti non delinquenti” e una grande pianta di canapa di spugna, dalla Sicilia alla Lombardia, giovedì scorso, 16 Febbraio a Roma, si sono riuniti sotto il Ministero della Salute i rappresentanti delle associazioni di pazienti che si curano con cannabis terapaeutica.


Erano presenti Cannabis Cura Sicilia di Siracusa, Seminiamo Principi di Torino, Deep Green di Taranto, Andrea Trisciuglio di Foggia, Christian Ferri di Roma, Canapa Caffè di Roma, Encode coordinamento europeo per politiche sulle droghe , The Hemp Club di Milano, Green Thc Social Club di Benevento.

Non è stata la prima volta, come ricordava Alberico Nobile, da Taranto, uno di quesi pazienti che instancabile continua a partecipare a questi incontri, da anni.

Ma in tutti questi anni, cosa è cambiato si chiedono, ormai stanchi di aspettare risposte dalla politica che non tiene conto della loro condizione di malati?

Niente. Non è cambiaiata molto la loro condizione e il 16 Febbraio, infatti, è stata l’occasione per annunciare la nascita del Medical Social Club Italia, un’unica associazione che riunirà tutte le realtà italiane, per renderle più unite e più forti di fronte al silenzio della politica. Un modo con cui ripercorrere il gesto dei pazienti della California che nel 1996 portò al riconoscimento della Cannabis medica. Tutti i pazienti e le associazioni d’Italia potranno affiliarsi per creare un movimento unitario e compatto. Il progetto è stato poi presentato il 17 febbraio alla fiera Canapa Mundi di Roma.

Siamo pazienti non delinquenti
Un momento della manifestazione. Foto Maria Novella De Luca

“Ora abbiamo interlocutori politici diversi e io” dice Andrea Trisciuoglio da Foggia “mi rivolgo proprio a loro ripetendo, come faccio da anni, da attento osservatore antiproibizionista, che tutte le battaglie non violente sono sempre state vinte quando sono scesi in campo i malati”. Anche Andrea infatti, affetto da sclerosi multipla da molti anni, non smette di lottare e continua a scendere in campo anche quando per muoversi ha bisogno della carrozzina perché il corpo non ce la fa.

“Noi di The Hemp Club di Milano ci siamo anche proposti come associazione per aiutare gli agenti nella comprensione delle leggi che tutelano i pazienti. Gli agenti purtroppo non sono formati e non è possibile che chi deve tutelare la salute e la libertà del cittadino non conosca quella che è la libertà del cittadino stesso. Non è giusto sequestrare piante a chi ha diritto di curarsi con quella molecola che si trova su questa magnifica pianta, non è giusto che lo stato ostacoli il percorso per arrivare ad ottenere la ricetta medica. Abbiamo bisogno di medici più formati, di farmacie fornite e soprattutto abbiamo bisogno che sia data ai pazienti la possibilità di autoprodurre la propria terapia” spiega Raffaello D’Ambrosio di Milano. 

“Abbiamo fatto tanta strada in questi anni, siamo arrivati anche ad avere incontri con il Ministero, tutti però conclusi con un arrivederci” spiega Alessandro Raudino di Cannabis Cura Sicilia di Siracusa. “Io ho la sclerosi multipla, sono venti anni che combatto con una malattia neurodegenerativa e grazie a una pianta benedetta come la cannabis, e non alle cure che avevo in ospedale, oggi riesco a camminare e avere una vita normale. Chi mi deve vietare questa vita? Non certo la politica che mi dice che non posso coltivare una pianta. Io l’ho fatto e continuerò a farlo fin quando i problemi che ci sono non verranno risolti”.

Anche Marco Lai dell'associazione A.P.S. Seminiamo Principi di Torino ribadisce l'importanza di avere una legge che tuteli i pazienti ma soprattutto che sia permesso loro di prodursi la propria medicina se lo Stato non è in grado di assicurare la continuità terapeutica a chi ne ha bisogno. "La nostra associazione non è mai stata controllata dalle autorità  perché sono consapevoli che a noi fa bene. Ma siamo sempre indietro, siamo noi a dover fare tutto, soprattutto a dover trovare le risorse per poterci curare".

Siamo pazienti non delinquenti
Un momento della manifestazione. Foto Maria Novella De Luca

Il 16 Febbraio è stato richiesto anche un incontro con il Ministero per capire chi sono i nuovi interlocutori e provare a iniziare, anzi a ricominciare, un dialogo anche con loro, nella speranza che questa volta il dibattito non resti fermo all’incontro conoscitivo.

Attendere in piazza insieme agli amici attivisti e sostenitori come Marco Perduca dell’Associazione Luca Coscioni, Leonardo Fiorentini di Forum Droghe, Luca Guidi co-portavoce dei giovani europeisti verdi del Lazio, Gianluca Peciola del gruppo Alleanza Verdi Sinistra al Senato, ha avuto i suoi frutti. Infatti i rappresentanti sono stati accolti dal Dott. Patacchia che si è dimostrato comprensivo nei confronti dei problemi esposti dai pazienti e nella scelta di autoprodurre la propria medicina.

“Il Dott. Patacchia ci ha dato un’email a cui ha suggerito di scrivere per dare seguito agli incontri del tavolo tecnico aperto lo scorso anno” ci ha raccontato Carlo Monaco del Canapa Caffè di Roma, all’uscita dall’incontro. “Noi abbiamo ribadito che al prossimo tavolo tecnico dovranno partecipare anche gli altri ministeri in quanto l’autorizzazione all’autoproduzione non può arrivare solo da un ministero. C’è tutto il nostro impegno per mandare avanti i progetti avviati in questi anni, come ad esempio quelli con l’Università Torvergata, ma prima di tutto chiediamo l’autorizzazione all’autoproduzione”.

Siamo pazienti non delinquenti
Un momento della manifestazione. Foto Maria Novella De Luca

“Se abbiamo una legge lo dobbiamo a chi ha sperimentato sulla propria pelle la violazione di un diritto umano universale che è il diritto alla salute” ricorda Perduca nel suo intervento. Ha sottolineato inoltre che quello che i pazienti continuano a chiedere da anni è un dialogo con le istituzioni. Da tre anni a questa parte la cannabis è stata cancellata dalla tabella IV della convenzione del 1961, è ritenuta non essere più pericolosa in virtù del fatto che è utile alla salute individuale e che quindi gli Stati che hanno ratificato quella convenzione possono più facilmente coltivare, importare, distribuire, far prescrivere e far trovare nelle farmacie la cannabis e a questo punto, farla coltivare in casa propria.

“Credo che quando non si può praticare il campo nazionale bisogna praticare quello internazionale. Le vostre cartelle cliniche, il vostro corpo possono diventare degli atti di accusa davanti alle Nazioni Unite. Ci vuole tempo per avere delle risposte ma quando queste arrivano raramente prendono la parte degli Stati ma bensì quella di chi ha un diritto umano violato, obbligando lo Stato a cambiare le propie leggi. Nel nostro caso, tra l’altro si tratterebbe solo di farle rispettare, perché noi prevediamo che si possa prescrivere qualcosa che poi non si trova o se si trova non è prodotta come prevede la legge” conclude Perduca.

Leonardo Fiorentini ha portato anche la solidarietà di Forum Droghe e Fuoriluogo, sottolineando che la situazione che vivono ormai da troppi anni, molti malati, è incomprensibile. “Solo un approccio ideologico verso questa pianta può giustificare il fatto che in questo Paese non si possa avere la quantità di cannabis necessaria a curare le persone che con essa si curano.

È in atto da anni una persecuzione nei confronti di chi usa questa pianta che è assolutamente tragica quando colpisce chi la usa come terapia. Noi siamo stati tra i protagonisti di una azione atta a sensibilizzare le autorità internazionale rispetto alla violazione dei diritti umani che le politiche sulle droghe in Italia fanno nei confronti dei consumatori di sostanze. Il Comitato per i diritti economici, sociali e culturali dell’Onu a ottobre scorso ha richiamato il governo italiano che dovrà rispondere per l’eccessiva criminalizzazione delle leggi sulle droghe e per la mancanza di un adeguata proposta di servizi di riduzione del danno. Crediamo che molti tra voi siano oggetto di violazione di diritti, per cui vi chiederemo aiuto nell’individuazione di casi da portare all’attenzione del Cescr a Ginevra.

Siamo pazienti non delinquenti
Un momento della manifestazione. Foto Maria Novella De Luca

Ci uniamo alla solidarietà di tutti coloro che sono intervenuti alla manifestazione e continueremo a stare accanto ai pazienti per cercare di dar voce alla loro richiesta di ascolto e del riconoscimento del diritto alla cura.

Leggi anche Malati ultimatum al Governo: "Coltiveremo Cannabis" (VIDEO)

Siamo pazienti non delinquenti
Un momento della manifestazione. Foto Maria Novella De Luca
M
Maria Novella De Luca