Elena Battaglia un veterinario che guarda al futuro

Soft Secrets
12 May 2019

Incontriamo Elena Battaglia, veterinaria dal 1997 che, per aiutare il suo husky Simba a convivere con l’artrosi, ha sperimentato il CBD ed ha avuto un ottimo riscontro. Le potenzialità della cannabis in medicina veterinaria sono spesso ignorate, per questo motivo le parole di Elena ci aiutano a comprendere quali cammini sia auspicabile percorrere


Intervista a Elena Battaglia

SSIT: Durante la tua formazione accademica hai seguito lezioni riguardo l'uso di cannabinoidi sugli animali?

Assolutamente no, quando ero all'Università non si sapeva nulla della terapia a base di cannabinoidi.

SSIT: Ciò non stupisce considerando che, attualmente, nemmeno i medici per gli uomini sono formati a livello accademico. Credi che se avessi avuto una formazione in tale senso avresti potuto fornire un servizio più completo per curare i tuoi pazienti? Ti risulta che oggi insegnino queste terapie a livello veterinario?

Per quel che so non rientrano ancora nel programma di studi. Può essere che la collega Prof. Giorgia della Rocca all'Università di Perugia, dopo aver organizzato la prima giornata sulla terapia con la cannabis negli animali in una Facoltà di Veterinaria, tenga qualche lezione a riguardo. Personalmente, se avessi avuto le basi, avrei potuto aiutare i miei pazienti prima e probabilmente si sarebbero risparmiati tanti farmaci che alla lunga possono dare altri problemi.

SSIT: Elena Battaglia, come nasce la tua curiosità?

È tutto nato grazie al mio cane Simba. Non potevo sopportare che la mia huskina di 17 anni non riuscisse più a camminare. Mi sono informata e ho scoperto che negli Stati Uniti esistevano già prodotti a base di CBD per animali. Mentre ero in vacanza ne ho comprato uno e l'ho riportato in Italia. Dopo 4 giorni che Simba lo prendeva è tornata a camminare e tirarsi su senza problemi. Ha vissuto il resto dei suoi giorni senza prendere più alcun tipo di antinfiammatorio o cortisonico. In quel momento ho capito che una terapia così efficace doveva essere a disposizione di tutti.

SSIT: Che tipo di prodotto era? Con quali concentrazioni? Come si assumeva?

Il prodotto era Canna Companion ed era una capsula che andava somministrata due volte al giorno. La concentrazione era per il suo peso, nel senso che le capsule erano tarate sulle taglie dei cani.

SSIT: Attualmente quanti pazienti segui con queste terapie? Con quali riscontri?

Ho perso il conto ormai di quanti pazienti ho in terapia con il CBD perché sono tantissimi in tutta Italia e devo dire che un buon 95% si è trovata benissimo e del restante 5%, un 3% ha dovuto ricorrere alla cannabis terapeutica con notevole successo. Quindi in pratica direi che c'è un 2% che non risponde alle terapie.

SSIT: Quando sottolinei che il 3% ha dovuto ricorrere alla cannabis terapeutica, cosa intendi dire?

Che invece di fermarci al solo CBD (l'effetto non era sufficiente per la patologia in questione), si è utilizzato cannabis terapeutica come il Bediol e l'FM2, che hanno una certa quantità di THC perché serviva anche il suo effetto.

SSIT: Elena Battaglia, che opinione ti sei fatta della cannabis terapeutica nel tuo campo?

È una risorsa fondamentale per risolvere tantissimi problemi dall'artrosi all'ansia, per non parlare dei notevoli risultati ottenuti con certi tipi di tumori. Diciamo, però, che non tutti i colleghi sono entusiasti, forse perchè magari hanno qualche pregiudizio. Altri invece hanno imbracciato questa terapia e mi ringraziano spessissimo.

SSIT: Che tipo di risultati hai ottenuto con i tumori che citi? Sino ad oggi si sapeva che in laboratorio e su cavie animali il THC avesse un forte potenziale anticancerogeno. Tu invece sembri sottolineare le potenzialità del CBD. Puoi portarci qualche caso concreto?

Ho ottenuto ottimi risultati sia con la cannabis terapeutica che con l'RSO (Rick Simpson's Oil), che utilizzo più spesso in caso di tumori. Fare un elenco non è facile perché sono veramente tanti gli animali che hanno beneficiato dall'utilizzo di questo tipo di terapia. Tanto per citarne uno, un gatto con una forma linfoplasmacellulare, tra stomaco e intestino, che continuava a vomitare e non riusciva ad alimentarsi. È migliorato notevolmente con il CBD, quando poi siamo passati al Bediol, la massa è diminuita di dimensioni fino a quasi scomparire nell'arco di un paio di settimane di terapia. Per quel che riguarda l'RSO sono diversi i casi di animali che stavano per essere soppressi e invece grazie all'RSO sono vissuti ancora per diverso tempo e soprattutto sono vissuti senza prendere altri farmaci con una qualità della vita normale (tra i tumori che hanno beneficiato dell'RSO abbiamo osteosarcoma, vari tipi di linfoma, fibrosarcoma, carcinoma solo per citarne alcuni). Di Fabrizio Dentini

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