Chi ha scoperto la Cannabis?
Seguendo molte prove archeologiche si può capire come la Cannabis fosse usata già migliaia di anni fa in differenti culture. Pianta cerimoniale dalla rilevanza spirituale e religiosa è sempre stata apprezzata anche come medicina grazie ai suoi effetti anestetici. Ma gli antichi non disdegnavano neanche l’uso ricreativo, a differenza delle moderne società proibizioniste…
La cannabis ha iniziato a diffondersi dalle steppe dell'Asia Centrale, quelle che oggi sono la Siberia e la Mongolia, per svilupparsi in seguito in tutto il mondo. Più di una cultura antica ne conosceva le proprietà psicoattive e sembra che alcune popolazioni abbiano preso a coltivarla per ottenere più materiale psicoattivo da utilizzare nelle cerimonie religiose o nelle pratiche di guarigione.
Uno studio suggerisce che la cannabis veniva fumata almeno 2.500 anni fa e potrebbe essere stata usata nelle cerimonie rituali tra gli antichi cinesi. Le tracce della pianta sono state individuate in bruciatori lignei rinvenuti nelle necropoli. Altre prove suggeriscono che la cannabis come medicina fosse usata anche prima, intorno al 4000 a.C., come anestetico, sempre in Cina. La medicina della pianta di cannabis era elencata nella farmacopea dell'imperatore Shen Nung in una pubblicazione ufficiale che elenca tutte le droghe medicinali, il loro uso e i loro effetti.
Secondo la tradizione indù, a Shiva, divinità associata alla creazione e alla distruzione del mondo, fu anche dato il titolo Il Signore del Bhang, immaginando che si nutrisse della pianta della Cannabis. Gli antichi indù credevano che i suoi benefici medicinali potessero essere spiegati proprio dal fatto che la pianta era amata da Shiva.
In Medio Oriente, l'hashish veniva fumato già nell'VIII (leggi l’articolo) secolo poiché, mentre l'Islam disapprovava il consumo di alcolici, nulla del genere veniva menzionato sulla cannabis. Nell'Europa medievale, tedeschi e vichinghi usavano la cannabis per alleviare il mal di denti e durante il parto. Solo di recente, all'inizio del XX secolo, la cannabis è stata demonizzata e alla fine ampiamente bandita e proibita classificando come sostanza illegale una pianta che, fin dalla notte dei tempi, è sempre stata venerata dall’essere umano di ogni civiltà.
Quando si parla di Cannabis, tuttavia, è importante distinguere tra le diverse sottospecie di piante. I diversi tipi di cannabis sono stati scoperti, nominati o identificati da vari scienziati a volte anche a secoli di distanza.
Quella che chiamiamo marijuana è conosciuta come Cannabis sativa. Una seconda sottospecie è la Cannabis sativa L. dove la lettera "L" è in onore del botanico del XVIII secolo Carl Linnaeus. Cannabis sativa L. identifica la canapa, il tipo non psicoattivo oggi ampiamente utilizzato per produrre prodotti a base di CBD ma anche tessuti, corde e vestiti perché è una coltura ricca di fibre.
Poi, il naturalista francese Jean-Baptiste Lamarck, vissuto tra il XVIII e l'inizio del XIX secolo, scoprì una seconda specie psicoattiva della pianta di cannabis, ovvero la Cannabis indica. Nel 1924, il botanico russo D.E. Janischevisky ha identificato un'altra sottospecie mentre esaminava le cultivar di cannabis lungo il Volga. Si è imbattuto nella Cannabis ruderalis, che contiene solo piccole quantità di THC e non ha molti usi. Se parliamo di THC, il composto chimico che genera i principali effetti della Cannabis, fu isolato per la prima volta nel 1964 dal ricercatore israeliano Raphael Mechoulam (leggi l’articolo).
Insomma, la storia della Cannabis è più complessa di quanto si possa pensare perché non c'è stato uno scopritore della Cannabis, ma molti usi in differenti contesti. Volendo però identificare un luogo nella Terra che ne ha permesso la diffusione questo è sicuramente tra gli antichi popoli che vissero tra l’India e la Cina.