Quali paesi sono leader nelle esportazioni di Cannabis?

I produttori americani di Cannabis americani hanno iniziato a esportare semi e altri prodotti, e gli effetti dell’aumento del commercio si vedranno nei prossimi anni. La regolamentazione è il principale ostacolo alle esportazioni internazionali, ma quali sono i principali paesi esportatori di cannabis e quali sfide affrontano?
Canada
Dal 2018, anno della legalizzazione totale, il Canada è diventato il principale esportatore nordamericano di cannabis. Nel 2023 ha spedito 79,3 tonnellate di cannabis secca, mentre nei primi sei mesi del 2024 ne ha esportate 68 tonnellate. Anche l’olio di cannabis per scopi medicinali è un prodotto chiave, con circa 2.800 galloni esportati nella prima metà del 2024. Le esportazioni valgono oltre 200 milioni di dollari all’anno. I principali mercati di destinazione sono Australia, Israele, Germania, Argentina, Regno Unito e Stati Uniti. Tuttavia, la concorrenza dal Messico e un’eventuale apertura internazionale del mercato USA rappresentano una sfida.
Regno Unito
Il Regno Unito è uno dei maggiori produttori ed esportatori di cannabis legale per usi medici e scientifici. Nel 2021 ha rappresentato il 43% della produzione globale, con 329 tonnellate destinate a ricerca e medicina. Tuttavia, a livello interno, vi è una carenza di farmaci a base di cannabis, costringendo molte famiglie a cercarli all’estero, soprattutto nei Paesi Bassi.
Marocco
Secondo l’ONU, il Marocco è il principale produttore mondiale di marijuana, con il cuore della produzione nel Rif. Dal 2021 il governo ha regolamentato la coltivazione per scopi medici e industriali, scontrandosi con le reti criminali locali. Il paese esporta circa il 20% dell’hashish mondiale (40.000 tonnellate all’anno), generando fino al 10% del PIL. Oltre un milione di persone nel Rif dipendono dalla cannabis. Il Marocco ha inviato i primi carichi legali in Svizzera nel 2024 e si prevede che le esportazioni verso l’Europa genereranno oltre 500 milioni di dollari all’anno.
Paraguay
Nel febbraio 2025, il Paraguay ha completato la sua prima spedizione legale di cannabis industriale in Europa. Il mercato della cannabis del paese dovrebbe raggiungere i 33,94 milioni di dollari entro la fine dell’anno. È il più grande produttore mondiale di concentrati di cannabis, venduti a basso prezzo in Sud America, Canada, USA e Australia, spesso con problemi di qualità e contaminazione.
India
Nonostante la cannabis sia illegale dal 1985, l’India è il maggiore consumatore mondiale e il principale produttore di charas, un tipo di hashish molto ricercato. Esportato regolarmente nei Paesi Bassi, il charas è tra i prodotti più costosi nel mercato dell’hashish, con il paese che compete direttamente con il Marocco e l’Afghanistan.
Libano
Le entrate dalla cannabis in Libano dovrebbero raggiungere i 25,85 milioni di dollari nel 2025. Il paese ha avviato la regolamentazione per la cannabis medica, attirando investimenti stranieri. Il Libano ha un clima ideale e varietà genetiche pregiate, contribuendo al 6% della produzione globale di hashish. Tuttavia, i conflitti regionali restano il principale ostacolo allo sviluppo del settore.
Le principali sfide per il commercio globale della cannabis
Nonostante la crescita del mercato della cannabis in molte parti del mondo, il commercio internazionale di questa pianta affronta ancora numerosi ostacoli. Dalla rigidità delle normative alla concorrenza con il mercato nero, fino ai conflitti geopolitici, diversi fattori rallentano lo sviluppo di un settore che potrebbe generare enormi profitti su scala globale.
Regolamentazione restrittiva: un freno anche per i mercati più forti
Uno dei principali problemi che ostacola il commercio globale della cannabis è la mancanza di normative chiare e uniformi tra i vari paesi. Gli Stati Uniti ne sono un esempio emblematico: nonostante vantino il più grande mercato legale al mondo, con stati come la California che generano miliardi di dollari in vendite, le restrizioni a livello federale impediscono l’esportazione e persino il commercio tra stati. Ciò porta a situazioni paradossali, in cui grandi quantità di cannabis coltivata legalmente vengono distrutte ogni anno per mancanza di sbocchi commerciali. Anche in Canada, che pure ha una solida industria di esportazione, si verificano sprechi simili. Tuttavia, sempre più paesi stanno iniziando a riconoscere le opportunità economiche offerte dalla cannabis, spingendosi verso una regolamentazione più aperta e favorevole al commercio internazionale.
Mercato nero e transizione alla legalità: un processo complesso
Un altro ostacolo significativo è rappresentato dal mercato nero, che in molti paesi è ancora dominante. Decenni di proibizionismo hanno favorito la nascita di reti criminali ben radicate, che controllano la produzione e la distribuzione della cannabis. La transizione verso un mercato legale non è semplice: richiede un impegno politico e finanziario per regolamentare il settore, oltre a strategie efficaci per contrastare le economie illegali. Il caso del Marocco è particolarmente emblematico: il paese sta cercando di legalizzare e regolamentare la produzione di cannabis per uso medico e industriale, ma deve ancora affrontare la resistenza delle reti criminali e la necessità di offrire alternative economiche ai coltivatori tradizionali. Anche nei Paesi Bassi, dove i coffeeshop vendono cannabis in modo legale, esiste ancora una zona grigia nella produzione, che è stata tollerata per anni senza una regolamentazione chiara.
Conflitti e instabilità geopolitica: un freno al commercio internazionale
Infine, la cannabis è spesso coinvolta in dinamiche geopolitiche complesse. Paesi come l’Afghanistan producono alcune delle varietà di cannabis e hashish più pregiate al mondo, ma decenni di guerre e instabilità impediscono lo sviluppo di un mercato legale e competitivo. Anche il Libano, con la sua lunga tradizione nella produzione di hashish, potrebbe trarre enormi benefici dall’export regolamentato, ma le tensioni politiche e i conflitti regionali limitano le opportunità di crescita. A livello globale, la crescente rivalità tra le grandi potenze economiche potrebbe avere ripercussioni anche sul settore della cannabis, così come accade per altri mercati emergenti. In definitiva, il commercio internazionale della cannabis ha davanti a sé un enorme potenziale, ma il suo sviluppo dipende dalla capacità dei governi di superare questi ostacoli, creando un quadro normativo chiaro, contrastando il mercato nero e garantendo la stabilità necessaria per attrarre investimenti e promuovere il commercio su larga scala.