Perché il Marocco è leader nella produzione di hashish?

Marco Ribechi
08 Mar 2023

Il paese del Maghreb è uno dei leader mondiali nella produzione di hashish coltivato nella zona del Rif. Le autorità, nonostante cerchino di contrastare il traffico illegale, non bloccano l'attività dei coltivatori per cui la Cannabis rappresenta una delle principali fonti di reddito


Il Marocco è uno dei maggiori produttori mondiali di hashish, secondo le stime, il paese produce circa il 70% dell'hashish consumato in Europa. La produzione di hashish è una realtà consolidata da decenni nel paese nordafricano grazie anche alle ottime condizioni climatiche e geografiche della regione del Rif, situata a nord del Marocco, che favoriscono la coltivazione della cannabis. 

La coltivazione di cannabis e la produzione di hashish rappresentano un'importante fonte di reddito per molte persone in Marocco, a volte però queste attività sono gestite da organizzazioni criminali che controllano il traffico di droga e sfruttano le persone più vulnerabili della società per la coltivazione e la raccolta della cannabis. Il governo marocchino ha tentato di contrastare la produzione di hashish nel paese, promuovendo la coltivazione di altri prodotti agricoli nella regione del Rif ma l'economia marocchina è stata storicamente basata sull'agricoltura e sulla produzione di prodotti agricoli, il che ha reso la produzione di hashish una scelta logica per molte comunità rurali. La cannabis è anche stata utilizzata per scopi medici e religiosi in Marocco per secoli, il che ha creato una cultura della cannabis che si riflette nella produzione di hashish.

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La produzione di hashish in Marocco è considerata illegale ai sensi della legge marocchina. Tuttavia, la sua produzione e il suo traffico sono stati tollerati dalle autorità per decenni. Ci sono diverse ragioni per questo atteggiamento delle autorità marocchine. In primo luogo l’impatto economico positivo in regioni estremamente povere. In secondo luogo, la produzione di hashish è considerata una tradizione culturale in alcune regioni del Marocco, dove la coltivazione della cannabis risale a secoli fa.

Ci sono anche fattori storici che hanno contribuito alla diffusione della cannabis in Marocco. Durante il periodo coloniale francese la cannabis era utilizzata come analgesico dai soldati francesi che combattevano in Algeria. La produzione di cannabis è stata quindi incoraggiata dalle autorità francesi. Infine, le autorità marocchine hanno spesso scelto di concentrare i propri sforzi sulla lotta al traffico di droga, piuttosto che sulla produzione. In questo modo, le autorità mirano a combattere le organizzazioni criminali e a ridurre l'impatto negativo del traffico di droga sulla società, senza però penalizzare le persone coinvolte nella produzione di hashish. In sintesi, la produzione di hashish in Marocco è considerata illegale, ma le autorità marocchine hanno scelto di tollerarla per diverse ragioni, tra cui la sua importanza economica, la sua tradizione culturale e la priorità data alla lotta al traffico di droga.

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La legalizzazione della cannabis in alcuni paesi europei potrebbe avere un impatto sulla produzione di hashish in Marocco, in quanto la domanda di hashish marocchino potrebbe diminuire. Tuttavia, al momento la produzione di hashish nel paese continua a essere una fonte significativa di reddito per molte persone. In Marocco vengono prodotte diverse tipologie di hashish, che differiscono per il metodo di produzione e la qualità. Le principali sono: 

Sift hashish: prodotto a partire dalla separazione dei tricomi dalla pianta di cannabis attraverso un setaccio; 

Hand-rolled hashish: prodotto lavorando la resina ottenuta dalle piante di cannabis con le mani; 

Hashish pressato: prodotto pressando insieme i tricomi della pianta di cannabis. 

La maggior parte della produzione di hashish in Marocco avviene nella regione del Rif, situata a nord del paese. Qui, la cannabis viene coltivata all'aperto in grandi piantagioni, spesso visitate anche da turisti nonostante sia una pratica illegale e a cui prestare la massima attenzione.

 

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Marco Ribechi