Honduras: Santa Cannabis per uscire dal sottosviluppo
Il vice presidente Salvador Nasralla ha annunciato il suo piano di sviluppo per l'esportazione di piante medicinali. La Cannabis può rappresentare una salvezza per uno dei paesi con la qualità di vita più bassa dell'America Latina, flagellato dal narcotraffico, disoccupazione e povertà
Honduras, il vicepresidente Salvador Nasralla, propone di legalizzare la coltivazione della Cannabis. La notizia è stata diffusa attraverso un video autoprodotto e ha subito scosso l’opinione pubblica, soprattutto per gli 85mila nuovi posti lavoro che il politico ha promesso di realizzare attraverso l’industria della pianta. L’Honduras infatti ha un alto tasso di disoccupazione, circa una persona su dieci non produce reddito per un totale di un milione di cittadini.
«La Cannabis per i paesi equatoriali rappresenta un business milionario - ha spiegato Nasralla in una videointervista al periodico El Planteo - abbiamo le condizioni climatiche ideali per creare una produzione a costi bassi grazie al fatto che abbiamo 13 ore di luce. Produrre un grammo potrebbe costare attorno ai 15 centesimi contro un dollaro negli Stati Uniti o in Europa. Non prevedo però un prodotto da consumare in Honduras, piuttosto vivai a produzione controllata per l'esportazione».
L’idea è che nel giro di qualche anno anche i paesi limitrofi come Panama, Costa Rica e Guatemala potranno avere introiti significativi attraverso la Cannabis poiché sono già iniziati progetti simili, per questo l’Honduras non deve restare indietro.
«Molto del nostro terreno agricolo non viene utilizzato correttamente - prosegue il vice presidente - possiamo coltivare direttamente con una rendita per lo Stato, oppure affittare la terra ad aziende straniere pronte ad investire qui da noi, si potrebbero occupare anche della trasformazione e della sicurezza degli impianti».
La storia politica di Salvador Alejandro César Nasralla Salumn è iniziata nel 2011 dopo una carriera nella Tv che gli è valsa il soprannome di “signore della televisione". È stato fondatore del Partito Anticorruzione e candidato alla presidenza per l'Alleanza di opposizione contro la dittatura. Nel 2021 ha fondato il Partito Salvador dell'Honduras (PSH). La sua base elettorale è formata da giovani sotto i 40 anni che potrebbero supportare il progetto di legalizzazione anche se, gran parte del paese, vive nel pregiudizio.
«Il nostro ex presidente è stato appena estradato negli Stati Uniti perché a capo della criminalità organizzata della cocaina - prosegue Nasralla - siamo considerati un paese di narcotrafficanti, per questo voglio creare una produzione medica e non per il consumo locale. La cannabis usata per la medicina viene considerata una benedizione da chi la usa ad esempio per la chemioterapia o per alleviare alcuni tipi di dolore. La gente pensa sia una droga ma la maggior parte delle persone non ha avuto informazioni a riguardo, è rimasta un argomento tabù. Purtroppo le tonnellate di cocaina che passano attraverso l'Honduras mensilmente, che continuano a passare e sicuramente continueranno a passare, creano una mentalità piuttosto conservatrice» .
In Honduras il tasso della qualità di vita è uno dei peggiori dell’America latina poiché una considerevole parte della popolazione non ha lavoro, non ha accesso alla sanità e all’istruzione, non ha da mangiare.
«Ogni volta mi chiedono se voglio legalizzare la cannabis - spiega il vice presidente - io dico che l'Honduras deve utilizzare la sua terra per avere vantaggi economici e generare occupazione, che è il bisogno più grande che il Paese ha oggi. Oltre alla Cannabis dobbiamo anche valutare le possibilità della canapa, dobbiamo fare uno studio per capire quali prodotti ci possono permettere di uscire dal sottosviluppo perché si stima che la Colombia avrà profitti per 5 miliardi di dollari nel 2025. Sono importi incredibili per un singolo prodotto, a parte la generazione di occupazione. Il nostro paese è economicamente molto depresso, gli investimenti sono scesi di un quinto negli ultimi anni, dipendiamo dagli Stati Uniti e dagli honduregni che sono scappati e che mandano qui dollari, senza loro avremmo praticamente un'economia 0 perché quello che viene prodotto localmente è diminuito. Quindi è necessario un forte impulso e su questo stiamo lavorando con il nuovo governo per creare certezza giuridica che dia agli investitori la fiducia per investire qui, quella fiducia che avevano 20 o 30 anni fa».