La storia della Cannabis dall'antica Cina ad oggi

Marco Ribechi
01 Apr 2025

Un viaggio nella storia della pianta, dai primi usi artigianali e medici testimoniati nei reperti archeologici fino alla nuova classificazione ONU del 2023


Archeologia, prime tracce in Asia 

Le prime prove dell’uso della cannabis e della canapa intorno al 5000 a.C. si basano su ritrovamenti archeologici e fonti storiche. 

Alcuni dei principali reperti includono: 

Taiwan (circa 8000 a.C.) – Resti di fibre di canapa intrecciate sono stati trovati in ceramiche neolitiche, suggerendo che la canapa fosse già utilizzata per tessuti e corde. 

Cina (circa 5000 a.C.) – Siti archeologici della cultura Yangshao (provincia di Henan) hanno rivelato impronte di fibre di canapa su ceramiche, indicando l’uso della pianta per scopi tessili. 

Siberia (circa 3000 a.C.) – Semi di cannabis sono stati rinvenuti in tombe appartenenti a culture nomadi, suggerendo un uso sia rituale che medicinale. Questi reperti suggeriscono che la canapa fosse una delle prime piante coltivate dall’uomo per scopi pratici, ben prima dell’uso psicoattivo documentato.

 2000 a.C. – L’India e l’uso rituale della cannabis 

Le prime testimonianze dell’uso rituale e medicinale della cannabis in India risalgono ad almeno il 2000 a.C. Nel Atharvaveda (1200-1000 a.C.), la cannabis è citata come una delle cinque erbe sacre e usata in pratiche spirituali. 

450 a.C. – Gli Sciti e l’uso fumato della cannabis 

Erodoto descrive gli Sciti, una popolazione nomade dell’Asia centrale, che inalavano i vapori della cannabis durante rituali funebri. Secondo le sue parole, gli Sciti gettavano semi di cannabis su pietre roventi e inalavano il fumo con piacere, usandola come parte delle loro cerimonie di purificazione. 

Prove archeologiche: 

Tomba di Pazyryk (Altai, Siberia, 1947): In una sepoltura scita del V secolo a.C. nel sito di Pazyryk, gli archeologi hanno trovato semi di cannabis bruciati in un contenitore di bronzo, insieme a bracieri che sembrano essere stati utilizzati per inalare il fumo. Questo è uno dei primi esempi diretti di uso rituale di cannabis da parte degli Sciti. 

Kurgan di Jirzankal (Pamir, Cina, 2019): In un kurgan scita del III secolo a.C. scoperto nella regione del Pamir, sono stati trovati bracieri che contenevano tracce di THC. Questo rinvenimento è stato confermato tramite analisi chimiche e rappresenta la prima prova scientificamente documentata di utilizzo della cannabis per inalazione durante i rituali sciti. 

Sciiti
Il territorio degli Sciiti, tra Mongolia, Cina e Iran

I secoli di Cristo – La cannabis nell’Impero Romano 

I Romani usavano la cannabis per corde e vele delle loro navi. Plinio il Vecchio e Dioscoride citano le sue proprietà medicinali nei loro trattati. Inoltre sembra che anche l’olio per l’unzione usato da Cristo e dai suoi discepoli fosse a base di cannabis (leggi l’articolo). 

VIII-IX secolo – Il mondo islamico e l’hashish

 La diffusione dell’hashish avviene nel mondo arabo, con riferimenti nelle Mille e una notte. Alcuni leader islamici ne tollerano l’uso, altri lo reprimono. La setta degli Hashashin (da cui deriva la parola "assassino") guidata da Hasan-i Sabbah si dice usasse hashish per rituali e preparazione alle missioni segrete (leggi l’articolo). 

1484 – La bolla papale contro la cannabis 

Papa Innocenzo VIII emette una bolla che condanna l’uso della cannabis tra gli eretici e le streghe, contribuendo alla demonizzazione della pianta nel mondo cristiano. 

XVI-XVII secolo – La canapa nelle colonie americane 

In Inghilterra e nelle colonie americane, la canapa è una coltivazione obbligatoria per scopi industriali (corde, carta, tessuti). George Washington e Thomas Jefferson coltivavano canapa. 

XIX secolo – L’hashish nei circoli letterari europei 

Il Club des Hashischins a Parigi, con membri come Baudelaire, Gautier e Dumas, sperimenta l’uso dell’hashish per scopi artistici e ricreativi. 

1839 – L’introduzione della cannabis nella medicina occidentale 

Nel 1839, il medico irlandese William O’Shaughnessy, lavorando in India, pubblicò uno studio fondamentale sulle proprietà terapeutiche della cannabis. Dopo aver osservato l'uso della pianta nella medicina tradizionale indiana, documentò gli effetti positivi della cannabis nel trattare dolori cronici, convulsioni, e disturbi psichici come l'ansia. Il suo lavoro, intitolato "On the Preparations of the Indian Hemp", influenzò notevolmente la medicina occidentale, diffondendo l'uso terapeutico della cannabis in Europa e negli USA. La cannabis divenne parte delle farmacopee ufficiali e veniva prescritta per vari disturbi, come malattie neurologiche e dolori muscolari. La ricerca di O’Shaughnessy ha avuto un impatto duraturo sulla riscoperta della cannabis come medicina nei secoli successivi. 

1850 – La cannabis entra nella Farmacopea degli Stati Uniti

Nel XIX secolo, la cannabis è inclusa nella Farmacopea U.S.A., riconosciuta ufficialmente come rimedio per diversi disturbi, tra cui dolore, insonnia e spasmi muscolari. 

William O’Shaughnessy
William O’Shaughnessy

1937 – La proibizione della cannabis negli USA 

Il Marihuana Tax Act del 1937 criminalizzò l'uso della cannabis negli Stati Uniti, segnando l'inizio di una lunga e controversa storia di proibizione. Sebbene la cannabis fosse utilizzata da secoli in medicina e come fibra, la sua criminalizzazione fu spinta principalmente da interessi industriali e da campagne mediatiche razziste. Il funzionario governativo Harry Anslinger, che divenne il capo dell’Ufficio per il Narcotico, promosse una narrativa xenofoba e discriminatoria, associando la cannabis alle minoranze etniche, in particolare agli afroamericani e ai migranti messicani, creando un’immagine di violenza e pericolo legato all'uso della pianta. Anslinger usò il razzismo per giustificare la proibizione, alimentando paure infondate con dichiarazioni come quella che la cannabis portasse gli "afroamericani" a diventare violenti e i messicani a "corrompere" la società. Questa criminalizzazione razziale della cannabis ebbe effetti devastanti, contribuendo alla discriminazione e incarcerazione di minoranze per decenni. La decisione del 1937 non si basava su motivazioni scientifiche, ma su una strategia mirata a reprimere e marginalizzare gruppi etnici specifici. La cannabis, quindi, fu vittima non solo di interessi economici, ma anche di una vera e propria strumentalizzazione razzista della politica. 

1940 – Scoperta del CBD 

Roger Adams, un chimico americano, isola per la prima volta il cannabidiolo (CBD), uno dei principali composti non psicoattivi della cannabis, che oggi è al centro di numerose ricerche mediche.

1964 – La scoperta del THC

 Lo scienziato israeliano Raphael Mechoulam isola e identifica il delta-9-tetraidrocannabinolo (THC), il principale composto psicoattivo della cannabis (leggi l’articolo). 

1971 – La "War on Drugs" di Nixon 

Il presidente Richard Nixon avvia la guerra alla droga, classificando la cannabis come una droga di "Schedule I" (altamente pericolosa e senza uso medico). 

1996 – La prima legalizzazione per uso medico

La California diventa il primo stato USA a legalizzare l’uso della cannabis per scopi medici con il Compassionate Use Act. Nel 2012 invece si ha la prima legalizzazione per uso ricreativo. Il Colorado e Washington diventano i primi stati USA a legalizzare la cannabis per uso ricreativo, aprendo la strada a una rivoluzione globale. 

2023 – L’ONU rivede la classificazione della cannabis 

L’ONU rimuove la cannabis dall’elenco delle droghe più pericolose, riconoscendone il valore medico e aprendo la strada a nuove regolamentazioni internazionali. 

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Marco Ribechi