Varietà di cannabis

Soft Secrets
19 May 2019

Nel 1753, Carlo Linneo classificò il regno vegetale per il mondo occidentale. Nel farlo, Linneo classificò e diede nome a genere e specie, la Cannabis sativa. Concluse che il genere Cannabis aveva un’unica specie, la sativa


Prima parte

Questo perché non era semplice viaggiare e comunicare negli anni 1750 e Linneo non conosceva dunque la C. indica e la C. ruderalis. Regno: Plantae—tutte le piante Divisione: Magnoliopsida— classe magnolia Ordine: Rosali—nove famiglie Famiglia: Cannabacee—famiglia della canapa, piante da fiore, circa 170 specie in 11 generi approssimativamente Genere: Cannabis—tre specie Specie: indica, sativa e ruderalis Varietà (nome sbagliato dell’inglese “strain”): infinite combinazioni. Ecco un modo semplice per ricordare tre termini importanti utilizzati spesso in questo libro: genere = cognome specie = nome varietà = nickname

Qualità della cannabis

1. Erba dioica con fioritura annuale 2. Fiori imperfetti (dioici) = maschio e femmina + piante intersex (ossia ermafrodite) 3. Produce cannabinoidi concentrati nei tricomi ghiandolari che compaiono sul fogliame, soprattutto sui gruppi di fiori 4. Polline trasportato dal vento 5. Piante a “giornata breve” tranne la C. ruderalis—le varietà equatoriali sono potenzialmente autofiorenti e potrebbero prescindere dall’ “effetto giornata”

Varietà di cannabis

Legalmente, tutta la cannabis, che si tratti di corda o gangia, viene classificata Cannabis sativa (C. sativa). A prescindere dalle sue origini, tutta la cannabis è considerata C. sativa nel diritto internazionale. Tuttavia, secondo gli autori di Hemp Diseases and Pests, il Dr. J. M. McPartland, R. C. Clarke, e D. P. Watson, come anche secondo CAB International, la Cannabis sativa può essere ulteriormente classificata in: Cannabis sativa (= C. sativa var. sativa), Cannabis indica (= C. sativa var. indica), Cannabis ruderalis (= C. sativa var. spontanea), Cannabis afghanica (= C. sativa var. afghanica). Ciascuna di esse ha un modello di crescita, un aspetto, un odore e un sapore diversi. In questo libro, ho trattato la C. afghanica come sottospecie della C. indica. È così che viene classificata dalla maggior parte dei selezionatori e dei coltivatori di cannabis. La Cannabis sativa, la C. indica e la C. ruderalis vengono spesso selezionate insieme. I selezionatori incrociano le “varietà” e selezionano le caratteristiche più desiderabili nella progenie. Chi coltiva cannabis per uso medico, lo fa utilizzando diversi profili cannabinoidi. I profili cannabinoidi possono variare da pianta a pianta. Le varietà con un elevato contenuto di THC e CBD presentano il valore terapeutico più elevato.

Cannabis sativa

La Cannabis sativa (= C. sativa var. sativa) è nata soprattutto nei climi da caldi a tropicali di Asia, America e Africa. Ogni zona d’origine attribuisce determinate caratteristiche, ma tutte le Sative hanno questi caratteri generali: alte, a volte sottili con una distanza maggiore fra gli internodi rispetto alla C. indica; un grande apparato radicale che si allarga, grandi foglie con lamine strette che tendono ad avere sfumature verde chiaro; e cime piuttosto sparse, soprattutto se coltivata indoor sotto fonti di luce o in presenza di poca luce. I fiori femmina iniziano in corrispondenza dei nodi sui rami e in genere si sviluppano per tutta la lunghezza del gambo e dei rami, anziché raggrupparsi attorno ai nodi dei rami. La formazione dei fiori è più lenta e meno densa rispetto alla C. indica. Le cime di C. sativa godono di maggiore circolazione d’aria e hanno meno probabilità di formare muffe. Nel complesso, le varietà di sativa fioriscono più tardi rispetto alle varietà di indica. Buone produttrici all’aperto, spesso arrivano a 4,6 metri o più, indoor le varietà di sativa pura diventano troppo alte e troppo in fretta per essere pratiche per l’utilizzo in stanza di coltura. Alcune varietà di sativa crescono fino a 2,5 metri in 3 mesi! [caption id="attachment_9509" align="alignnone" width="800"] La Cannabis indica è più bassa, di forma conica e ha foglie relativamente larghe.[/caption] Le sative centroafricane, fra cui la potente ‘Congolese’ ricca di THC, cresce in modo simile alle varietà colombiane con una struttura alta ed esile, raggiungendo spesso oltre 4,6 metri di altezza con cime poco dense. Il Sudafrica ha vari porti importanti. I marinai hanno portato la C. sativa da molti luoghi diversi e l’hanno piantata in Sudafrica. Di conseguenza, la potenza della cannabis sudafricana può essere molto elevata o molto bassa e può essere bassa, alta, esile, folta, ecc. La famosa ‘Durban Poison’ produce cime precoci di color verde pallido e potenti ed è nota come varietà sudafricana. [caption id="attachment_9511" align="alignnone" width="800"] La Cannabis ruderalis in genere è bassa con pochi rami. Fiorisce dopo 3 - 5 settimane di crescita a prescindere dal fotoperiodo.[/caption] Le sative asiatiche, ivi incluse la Tailandese, Vietnamita, Laotiana, Cambogiana e Nepalese, hanno diverse caratteristiche di crescita e una potenza che può variare notevolmente. Mentre la Tailandese e altre sative della zona sono spesso molto potenti, sono anche fra le più difficili da coltivare indoor e fra le più lente a maturare. Le varietà tailandesi producono cime leggere e sottili dopo una fioritura di circa quattro mesi su piante con rami grandi e che si espandono. Le sative tailandesi, vietnamite, cambogiane e laotiane sono più inclini a diventare adulti ermafroditi. [caption id="attachment_9512" align="alignnone" width="800"] La ‘Peyote Purple’ di CannaBioGen è un buon esempio di come le foglie di C. indica possano anche essere strette.[/caption] Le sative nepalesi possono sviluppare foglie di grandi dimensioni su piante alte ed esili che producono cime sparse e tardive, ma altre varietà di questa regione diventano piante corte e compatte che fioriscono prima. La produzione di Tetraidrocannabinolo (THC) e la potenza sono spesso piuttosto elevate, ma possono anche essere di livello più basso. [caption id="attachment_9514" align="alignnone" width="800"] La ‘Jamaican Grape’ di Next Generation Seeds cresce con una maggior distanza internodale dei rami.[/caption] La canapa industriale è la C. sativa. Le varietà alte producono le fibre più lunghe per un’ampia gamma di utilizzi industriali. La canapa, chiamata affettuosamente “corda”, viene spesso seminata e contiene livelli di THC estremamente bassi e livelli molto elevati di CBD. La C. sativa per uso ricreativo provoca in genere un effetto energetico, cerebrale e stimolante, spesso seguito dal desiderio di mangiare (soprattutto dolci) - ossia “la fame chimica”. Bramare cibo è particolarmente importante per i pazienti che soffrono di nausea o mancanza di appetito mentre si sottopongono a chemioterapia, terapie per HIV/AIDS e altre procedure. Le varietà Messicana, Colombiana, Tailandese e Giamaicana possono essere molto potenti, con un elevato rapporto THC:CBD che produce un effetto in salita, energetico, “veloce”. Ma la potenza può anche essere minima, con bassi livelli di THC. La maggior parte della cannabis Colombiana, Messicana, Tailandese e Giamaicana esportata viene trattata poco durante la vita e rovinata una volta essiccata e confezionata. Questo porta a un degrado più rapido del THC. Di conseguenza, i semi di una buona pianta sono spesso più potenti dei progenitori. Le varietà di C. sativa coltivate indoor sono state incrociate con la C. indica per ridurne l'altezza e il tempo di fioritura. Gli ibridi di Sativa-indica in genere impiegano un po’ più di tempo a fiorire rispetto alla C. indica. Cannabis indica La Cannabis indica (= C. sativa var indica) è stata classificata dal botanico europeo Jean-Baptiste de Lamarck nel 1785 a partire da campioni che riteneva provenire dall'India. Oggi gli studiosi concordano ampiamente sul fatto che la Cannabis indica L. sia nata nel subcontinente asiatico o forse nell'attuale Afghanistan. La C. indica è diffusa fra i coltivatori indoor, outdoor e in serra, oltre che fra i selezionatori, per la sua crescita tozza e folta, per il sistema radicolare condensato, per i gambi robusti e spessi, per le foglie larghe con lamine ampie e per le cime dense, cariche di THC, grasse e pesanti. In genere, l’indica raggiunge un’altezza massima di 1,9 metri e produce più rami laterali rispetto alla sativa. In genere, le foglie sono di un verde molto scuro e in alcune varietà le foglie intorno alle cime diventano da rossastre a viola. Gli stigmi corti e biancastri possono diventare da rossastri a viola sotto la luce del sole. La formazione dei fiori inizia attorno ai nodi dei rami e si sviluppano fitti gruppi di cime. Il peso del fiore secco generalmente è di gran lunga maggiore per l’indica rispetto alla sativa. Le varietà di C. indica generalmente hanno un rapporto più elevato di CBD:THC e spesso contengono più CBN della C. sativa. L’indica tende a produrre più effetti corporei, spesso descritti come un effetto “inchiodamento al divano” più fisico, rilassante e persino inabilitante. Possono verificarsi anche effetti collaterali come la secchezza delle fauci. In alcuni casi l’indica ha un odore caratteristico simile a quello di una puzzola o di urina di gatto, mentre in altri ha una fragranza dolce ed esotica. Le piante fortemente cariche di resina tendono ad essere le più resistenti alle muffe e ai parassiti. In pochi casi l’indica con cime pesanti, dense e compatte resiste alla muffa grigia (cime). La Cannabis afghanica (= C. sativa var. Afghanica) potrebbe essere classificata come una sottospecie della C. indica. È nata vicino all'attuale Afghanistan. È piuttosto bassa, raramente raggiunge 1,8 metri, ha foglioline e foglie caratteristiche, larghe, di colore verde scuro. La ramificazione densa e gli internodi corti, il più delle volte con lunghi fusti fogliari (piccioli), caratterizzano ampiamente il profilo della C. afghanica. Fra gli esempi più diffusi di C. afghanica figurano le numerose varietà di hashish e le varietà afgane. La C. afghanica viene coltivata esclusivamente come droga, gran parte della resina viene trasformata in hashish. È nota per l’elevato contenuto di cannabinoidi. Molti coltivatori e selezionatori non distinguono la C. afghanica dalla C. indica e le fanno rientrare entrambe nella categoria C. indica. La ‘Hash Plant’, di cui esistono numerosi esemplari, è una delle varietà classiche di C. afghanica. Nella prossima pagina, la conclusione.

Jorge Cervantes è l’autore della Cannabis Encyclopedia (596 pagine, oltre 2.000 immagini a colori, in formato A4) e di Marijuana Horticulture (ossia la Bibbia). Entrambi sono disponibili in vendita su Amazon a livello internazionale. La Cannabis Encyclopedia contiene un ottimo capitolo sui nutrienti. Contattate Jorge su www.marijuanagrowing.com

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