Erba agli ultravioletti per aumentare il Thc

Marco Ribechi
04 Nov 2021

La luce che si fornisce alle piante può spingerle ad aumentare la crescita, a ridurla o anche ad incrementare la produzione di resina e di Thc, come nel caso dei raggi UVA. Una illuminazione adeguata può fruttare anche la presenza del 50% di terpeni in più potenziando la coltivazione


Ogni radiazione luminosa innesca una risposta nella pianta modulando il suo comportamento. Quando la pianta riceve molta luce blu, capisce di aver raggiunto l'altezza massima di cui ha bisogno, quindi decide di ridurre la distanza tra i suoi nodi e ingrossare i suoi fusti e le sue radici. Al contrario, quando le piante ricevono un minor rapporto tra luce blu e rossa, capiscono che devono comunque sforzarsi per raggiungere un'altezza maggiore, aumentando così la loro distanza internodale e allungando le foglie. Nel caso della luce ultravioletta, le piante capiscono che sono cresciute troppo e che la radiazione potrebbe ferirle, quindi si difendono producendo resina, con più terpeni e più THC. Per questo il tipo di luce di cui abbiamo bisogno durante la coltivazione delle nostre piante indoor è proprio l’ultravioletta.

Quando si affronta il tema di come illuminare le proprie piante per coltivazioni indoor è importante chiarire sin da subito quale sia la natura delle radiazioni luminose dello spettro elettromagnetico. Il nostro occhio umano è in grado di percepire solo la frazione di luce visibile. ma l'energia emessa dal sole sotto forma di luce è di diversi tipi a seconda della sua lunghezza d'onda: raggi X, raggi gamma, onde radio, microonde, luce visibile, luce infrarossa e luce ultravioletta. La luce ultravioletta è una radiazione compresa tra 100 e 400 nm, cioè nell'area adiacente al colore viola dello spettro visibile. La luce ultravioletta occupa il lato ad alta energia dello spettro elettromagnetico, di seguito i raggi X e i raggi gamma. Al contrario, le radiazioni infrarosse e le microonde sono a bassa energia.

All'interno della frazione di luce ultravioletta dello spettro elettromagnetico, se ne possono distinguere tre tipi: UVA, UVB e UVC. Da 315 a 400 nm si definisce radiazione UVA, che è la tipologia che penetra maggiormente nell'atmosfera, raggiungendo il 7-8%. Da 280 a 315 nm c'è la radiazione UVB, che penetra solo l'1% nella nostra atmosfera, e da 100 a 280 nm la radiazione UVC è totalmente bloccata dall'atmosfera. La radiazione utile per la coltivazione della cannabis è l'UVA poiché, come confermato dagli esperti di illuminazione di BioLED Lighting, da 365 a 425 nm la pianta di cannabis stimola la sua produzione di cannabinoidi e terpeni. Il ricercatore David W. Pate ha indicato negli anni '80 la relazione tra il contenuto di THC e l'irradiazione della luce UVB. Pate notò che le varietà con il più alto contenuto di THC coincidevano con quelle presenti in aree che ricevono più radiazioni UV come i tropici, l'equatore e le zone di alta montagna. In quello stesso articolo indicò che utilizzando le radiazioni UV il contenuto di terpeni può essere aumentato fino al 50% e ne possono persino apparire di nuovi. Sebbene sia possibile aumentare la quantità di THC, si nota che le radiazioni UVB riducono la quantità di CBD. Un altro vantaggio della luce UV è che aiuta a prevenire i parassiti. Nel caso dei funghi, la luce UV riduce la crescita del micelio e la germinazione delle spore. Inoltre, previene i parassiti degli insetti. Secondo le raccomandazioni sull'illuminazione BioLED è ottimale utilizzare tra il 2 e il 10% di luce UV. Bisogna però fare attenzione all'esposizione diretta alla pelle, indossare sempre indumenti e occhiali adeguati con filtro UV400. Va tenuto presente che la radiazione UVB riduce la crescita, quindi la quantità di luce UV deve essere adeguatamente incorporata per ottenere l'equilibrio ottimale tra qualità e quantità. 

 


Credits: Elizabeth Erhardt Soft Secrets Spain

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Marco Ribechi