Svolta storica: Trump firma il decreto per la cannabis in Tabella III ma Wall Street crolla

Maria Novella De Luca
18 Dec 2025

Dopo mezzo secolo di proibizionismo federale, gli Stati Uniti riconoscono ufficialmente il valore terapeutico della cannabis. Donald Trump ha firmato il decreto per il passaggio in Tabella III, aprendo la strada a rimborsi assicurativi per il CBD e agevolazioni fiscali per il settore. Tuttavia, l'entusiasmo iniziale dei mercati si trasforma in un pesante sell-off: gli investitori temono la nuova concorrenza e la mancanza di riforme sul credito.


Giovedì 18 dicembre 2025 rimarrà una data storica per la cannabis negli Stati Uniti, ma non nel modo in cui molti investitori avevano sperato. Il presidente Donald Trump ha firmato l'attesissimo ordine esecutivo per avviare formalmente la riclassificazione della marijuana. L’ordinanza, una volta finalizzata dalla Drug Enforcement Administration, sposterà la cannabis dalla Tabella I, dove era equiparata all'eroina e considerata priva di valore medico, alla Tabella III del Controlled Substances Act (CSA), che riguarda sostanze con “un potenziale da moderato a basso di dipendenza fisica e psicologica”, tra cui, tra gli altri, il paracetamolo con codeina, il testosterone, gli steroidi anabolizzanti e la ketamina.

Questo spostamento non è solo formale: per la prima volta dal 1970, il governo federale degli Stati Uniti riconosce ufficialmente che la cannabis ha un valore medico accettato e un potenziale di abuso inferiore rispetto alle droghe più pesanti.

Durante l'annuncio nello Studio Ovale, Trump ha sottolineato come la decisione sia stata spinta dalle richieste incessanti di cittadini e veterani: "Abbiamo persone che mi supplicano di farlo, persone che soffrono da decenni. Questa azione è stata richiesta da pazienti americani affetti da dolori estremi, malattie incurabili, tumori aggressivi e disturbi neurologici".

Il Presidente ha però tenuto a precisare che l'ordine non legalizza la cannabis a scopo ricreativo a livello federale, ma mira a regolarizzare la posizione dei pazienti e delle imprese che operano negli stati dove la cannabis è già legale.

Cosa cambia concretamente? Tasse, ricerca e CBD

Il passaggio in Tabella III porta con sé tre rivoluzioni fondamentali:

  1. Fine della "tassa punitiva" (280E): Le aziende di cannabis legalmente autorizzate negli stati USA potranno finalmente dedurre le spese aziendali dalle tasse federali, cosa finora vietata dal codice IRS 280E, che trattava i dispensari alla stregua di trafficanti di droga.
  2. Ricerca scientifica: Verranno abbattute le barriere burocratiche che rendevano quasi impossibile studiare la pianta. Ora i ricercatori potranno utilizzare modelli "real-world" per valutare efficacia e sicurezza.
  3. Il CBD per gli anziani: L’ordine esecutivo contiene anche un elemento innovativo: l’apertura all’accesso al CBD tramite Medicare, un programma pilota che dovrebbe partire ad aprile e consentirà ad alcuni anziani coperti da Medicare di ricevere gratuitamente prodotti a base di CBD raccomandati dai medici, che devono essere conformi a tutte le leggi locali e statali in materia di qualità e sicurezza, secondo alti funzionari della Casa Bianca. I prodotti devono inoltre provenire da una fonte legalmente conforme e sottoporsi a test di terze parti per verificare i livelli di CBD e la presenza di contaminanti. Una misura che potrebbe avere un impatto enorme sulla popolazione anziana e che segna un primo riconoscimento istituzionale del ruolo del cannabidiolo nella sanità pubblica. 

Il Segretario della salute e dei servizi umani (HHS), Robert F. Kennedy Jr., ha supportato la manovra evidenziando come la questione abbia diviso il Paese per anni, ma che i dati sugli effetti "miracolosi" dei cannabinoidi su dolore cronico, epilessia e PTSD non possono più essere ignorati. La decisione completa un processo di revisione scientifica iniziato sotto l'amministrazione precedente, che ha visto il Dipartimento della Salute concludere che la Tabella III è la collocazione più appropriata per la pianta.

Eppure, nonostante la portata storica, il mercato azionario ha reagito con un brusco calo, bruciando i guadagni record della settimana.

L'euforia di Wall Street si trasforma in ritirata

Dopo un inizio di giornata brillante, con titoli che segnavano rialzi oltre il 12%, la chiusura è stata brutale per il settore "green". La firma del decreto, invece di alimentare ulteriormente il rally, ha innescato una massiccia ondata di vendite:

  • Canopy Growth: -12% (dopo un picco pomeridiano del +12%)
  • Tilray Brands: -4,2%
  • Aurora Cannabis: -3,4%
  • SNDL: -1,5%
  • AdvisorShares Pure US Cannabis ETF (MSOS): -26,8%

Ancora peggiore la situazione per gli operatori americani (MSO): Trulieve ha perso quasi il 23% e Green Thumb Industries oltre il 16%.

Perché i mercati sono crollati?

Secondo gli analisti, il crollo è dovuto a un mix di delusione e nuovi timori strategici. In primo luogo, l'ordine di Trump non include il tanto sperato mandato per il banking della cannabis (il SAFER Banking Act), lasciando le aziende ancora in una zona grigia per quanto riguarda l'accesso al credito e ai servizi finanziari tradizionali. Il finanziamento, infatti, rimane una delle maggiori sfide per i produttori di cannabis, poiché le restrizioni federali tengono la maggior parte delle banche e degli investitori istituzionali fuori dal settore, costringendo i produttori di marijuana a ricorrere a prestiti costosi o a finanziatori alternativi. Il mercato nero prospera anche a causa degli elevati costi di gestione.

In secondo luogo, la riclassificazione in Tabella III apre le porte a una concorrenza spietata. Come sottolineato da alcuni osservatori, il passaggio della marijuana sotto la supervisione della DEA e della FDA potrebbe facilitare l'ingresso dei giganti farmaceutici nel settore, pronti a fare pressione sugli attuali operatori. Inoltre, gli investitori temono che le aziende internazionali possano ora entrare più facilmente nel mercato USA, minacciando il dominio dei conglomerati nazionali.

"Sell the news": la speculazione batte la realtà

"Ogni volta che c'è stato un passo avanti, c'è stato un breve boom seguito da un calo", ha spiegato Art Hogan, chief market strategist di B. Riley Wealth. Per ora, la cannabis rimane una "scommessa speculativa". Molti investitori retail si aspettavano una riclassificazione immediata e unilaterale da parte di Trump, mentre l'ordine esecutivo in realtà incarica il Procuratore Generale di finalizzare un processo che dovrà comunque passare per il vaglio della DEA e periodi di consultazione pubblica.

Nonostante il bagno di sangue in borsa, i benefici strutturali rimangono. La fine della Sezione 280E permetterà comunque alle aziende di risparmiare milioni in tasse federali, potendo finalmente dedurre le spese aziendali. Inoltre, la ricerca scientifica potrà finalmente decollare senza i vincoli estremi della Tabella I.

potremmo dire che, mentre il decreto di Trump normalizza la cannabis a livello medico e fiscale, Wall Street ha capito che la "terra promessa" della piena legalizzazione è ancora lontana e che il mercato diventerà molto più affollato e competitivo.

Un segnale per l'Europa e l'Italia?

Mentre l'Italia discute restrizioni sulla Cannabis Light, questo cambiamento epocale negli Stati Uniti lancia una sfida culturale e legislativa al resto del mondo e invia un segnale potente: la cannabis medica è una questione di salute pubblica e "buon senso", non di ideologia. La riclassificazione americana potrebbe spingere molti altri stati a modernizzare le proprie politiche, rimuovendo lo stigma che per 50 anni ha bloccato il progresso scientifico. 

Sarà pronto il nostro Paese a seguire le orme americane?

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Maria Novella De Luca