Perde la gamba a Malta: Rinato grazie alla Cannabis
Luciano Muscarella era emigrato nell'isola per fare il cuoco ma un brutto incidente gli ha stravolto la vita: "Ho la sindrome dell'arto mancante, sento dolori cronici. Grazie alla marijuana terapeutica ho eliminato ogni altra medicina"
Perde la gamba in un incidente stradale e si cura con la Cannabis: «Finalmente posso anche coltivarla». Luciano Muscarella è un giovane palermitano emigrato a Malta che, proprio in questi giorni, sta essiccando il suo primo raccolto di Cannabis terapeutica necessaria per trattare la sua sindrome da arto fantasma. Nell’isola infatti dall’inizio dell’anno è stata legalizzata la coltivazione fino a quattro piante.
«Per molti può sembrare assurdo ma quando si subisce l’amputazione di un arto può capitare di sentire dolori forti e costanti proprio all’arto mancante - spiega Muscarella - nel mio caso per 25 anni il mio cervello ha mandato impulsi nervosi alla gamba, alla caviglia, alle dita dei piedi. Oggi che non ho più la gamba mi capita di avvertire spasmi incontrollabili e dolori fortissimi che solo con la Cannabis sono riuscito finalmente a controllare».
L’arrivo di Luciano nell’isola è un percorso comune a tanti giovani talenti italiani che, spinti dalla necessità e dalla ricerca di un lavoro migliore, decidono di recarsi all’estero per tentar fortuna.
«Ho studiato cucina, prima dell’incidente ero uno chef - spiega Muscarella - dopo alcune esperienze molto deludenti nella mia terra, soprattutto legate a retribuzioni molto lontane dalle mie aspettative, ho deciso il 28 giugno di 10 anni fa di trasferirmi a Malta dove sapevo ci fossero ottime condizioni lavorative».
A soli 22 anni e in pochissimo tempo Luciano riesce a realizzare il suo sogno e fare carriera nel settore della ristorazione: «Mi sembrava di essere sbarcato in un altro pianeta - continua il giovane - paghe giuste, assunzioni immediate, possibilità di carriera, ovvero tutto quello che in Italia mi era negato. In pochissimo tempo ho lavorato in hotel cinque stelle e altre strutture al top».
Poi però, un giorno, l’incidente che gli ha cambiato la vita: «Sono stato vittima di un brutto incidente sullo scooter che ha causato la necessità di amputare l’arto, la gamba sinistra - prosegue Muscarella - era il 15 luglio 2015. La vita mi è crollata addosso, non solo avevo messo fine ai miei sogni ma mi ritrovavo anche con un arto mancante da dover curare con moltissime medicine».
Paracetamolo a cui il ragazzo era allergico, antibiotici, codeina per il dolore, sonniferi per dormire la notte. Lo sconforto di Luciano dura fino alla scoperta degli effetti benefici della Cannabis. «Un giorno mi sono fatto portare in ospedale della Cannabis. Sono sceso con la sedia a rotelle e ho fumato dopo circa un mese e mezzo di astinenza. Ricordo benissimo il primissimo effetto: dopo un mese di catetere sono finalmente riuscito ad urinare in autonomia. Tutti i muscoli erano rilassati, non avevo più l’addome contratto né i dolori. Il mio animo cupo e triste si è liberato e sono scoppiato in una fragorosa risata nonostante fosse il periodo più buio della mia vita. Mi sono trovato ad esclamare “Ma come fanno a dire che è una droga!?”».
LEGGI ANCHE: Malato e senza cure: "Coltivare Cannabis è l'unica via"
In pochissimo tempo Luciano smette di prendere tutte le medicine visto che, a Malta, è possibile acquistare Cannabis terapeutica in farmacia con prescrizione medica. «Mi sono imbattuto per fortuna nel dottor Andrew Agius della Pain Clinic - continua il ragazzo - mi ha spiegato come potevo usare la Cannabis, come assumerla e ora ho una prescrizione di circa 1,5 grammi al giorno, che utilizzo per combattere i dolori cronici».
Recentemente però Malta ha anche varato una legge per liberare la coltivazione (leggi l'articolo) il che permetterà a Luciano di sperimentare l’autoproduzione: «Quando ho appreso la notizia non ci potevo credere - spiega trionfante il ragazzo - spendo circa 450 euro al mese in Cannabis e ora posso produrre in maniera autonoma la mia medicina, perché è di questo che stiamo parlando, di una bomba di medicina. Proprio in questi giorni ho raccolto la mia prima pianta. Non è accettabile che i paesi ostacolino l’utilizzo della Cannabis, servono più ricerche, più campi di applicazione perché quello che ho sperimentato io possa essere d’aiuto anche per altri pazienti. Ho eliminato quattro o cinque farmaci e tutta la mia terapia si riassume nell’utilizzo medico della Cannabis, una pianta che coltivo nel mio appartamento. Si tratta di una pianta miracolosa che mi ha permesso di continuare a vivere, infatti oggi, dopo che la carriera come cuoco è stata interrotta, gestisco insieme alla mia compagna un minimarket e, grazie anche alla protesi che mi è stata fornita dal servizio sanitario nazionale, ho di nuovo ampie prospettive per il futuro».