Appello alle Associazioni

Soft Secrets
05 Dec 2019

A tutte le Associazioni che si occupano di cannabis, con particolare riferimento a quelle che si occupano di cannabis terapeutica


- visto il riconoscimento internazionale del valore terapeutico della cannabis e la sua non pericolosità,

-  visto l'uso in ambito terapeutico sempre più diffuso per sempre più problemi di salute,

- visto la crescente domanda da parte di pazienti bisognosi di tale sostanza e la reticenza da parte di alcuni medici e del sistema sanitario nel fornirla (reticenza data dalla non conoscenza della sostanza, dovuta a un secolo di proibizionismo e di conseguenti informazioni errate),

-  visto l'articolo 32 della Costituzione Italiana: "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana."

-  visto la non preparazione riguardo alla produzione, conservazione ed uso (essendo vietata non è mai stata insegnata "ufficialmente") del personale addetto alla cannabis terapeutica reperibile legalmente in Italia, con conseguenti lamentele da parte di pazienti riguardo alle preparazioni cannabiche mediche prodotte in Italia (non efficacia del prodotto, reazioni fisiche negative come nausea, reazioni allergiche, ecc.), FM1 e FM2,

- vista la difficile reperibilità in farmacia di prodotti cannabici, le difficoltà burocratiche per ottenerli e prescriverli da parte di medici, farmacisti e pazienti,

- vista la reticenza da parte di molti medici nel prescrivere una sostanza che spesso non conoscono e la stessa reticenza nell'informarsi senza pregiudizi ideologici,

- vista la situazione italiana, dove moltissimi bisognosi di cannabis, non trovandola in farmacia sono costretti nuovamente a rivolgersi ad un mercato nero, mentre fino a ieri si poteva almeno trovare un sostituto (anche se spesso non rispondente ai reali bisogni), la cosiddetta "cannabis light" ora sotto attacco da parte di una reazione proibizionista ottusa,

- vista la continua ricerca, che ci dice che gran parte degli effetti terapeutici della cannabis non sono dovuti soltanto ai cannabinoidi ma in gran parte al fitocomplesso, terpeni e flavonoidi,

- vista la enorme quantità di diverse varietà di cannabis, con spettri di fitocomplessi diversi e la ridotta disponibilità di varietà ad uso terapeutico,

- visti i metodi di produzione delle varietà "terapeutiche", riconosciuti da chi usa la sostanza come "non adatti ad un prodotto con valore terapeutico" (uso di substrati riconosciuti cancerogeni, di fertilizzanti sintetici, sterilizzazione, trinciatura del prodotto, ecc.),

- visto il maggior interesse nella produzione e utilizzo di prodotti di qualità sia da parte del paziente che da parte di altri soggetti coinvolti,

-  vista l'incapacità dello stato e del sistema sanitario nazionale di garantire la continuità terapeutica a tutti i malati (si stimano più di un milione - fino a cinque milioni - di pazienti che potrebbero trarre beneficio dalla cannabis).

Si propone a tutte le Associazioni che si occupano di Cannabis Terapeutica:

- di costituire una rete di medici prescrittori che non abbiano timore di difendere la propria professionalità e i diritti loro e dei propri pazienti,

- di dare assistenza tecnica a tutti quei pazienti iscritti che intendano coltivarsi la propria medicina, la varietà più consona alla loro cura per quantitativi equivalenti ai loro bisogni (con riferimento alla ricetta personale),

- di avere uno o più legali comuni di riferimento, pronti a intervenire nella difesa di pazienti che subiscano tentativi di sequestro della propria medicina o, peggio, limitazioni della libertà personale. A tal scopo ogni associazione dovrebbe garantire un minimo di denaro necessario a coprire le eventuali spese legali di chi venisse colpito (si propone un intervento comune),

- di promuovere la conoscenza della cannabis anche con conferenze, eventi, corsi e seminari.

L'Associazione potrebbe mantenere un registro (segreto) con i nominativi, le ricette, le varietà e le quantità di cannabis da coltivare. Siamo convinti che la cura sia il primo passo verso un miglioramento che inizia quando si pensa di mettere un seme nella terra. Ci saranno pazienti che, fisicamente, non saranno in grado di occuparsi delle piante. Sarà nei compiti dei membri dell'associazione con conoscenze e capacità aiutare i bisognosi (ad es. nell'allestimento di impianti e cura delle piante). Chiaramente almeno le spese dovranno essere pagate da chi richiede i lavori.

L'Associazione si prenderà cura della tutela legale anche di chi fornisce aiuto. Per questo, e per evitare abusi, chi fornisce aiuto avrà una fotocopia delle ricette di bisognosi (da cui dedurre le quantità e le varietà coltivabili, da mantenere segreto per la privacy del paziente) e una dichiarazione, rilasciata dall'Associazione, che sta aiutando il paziente XXX (segreto, da esibire solo in caso di tentativo di sequestro) .

Come primo passo bisogna arrivare al riconoscimento che ogni persona bisognosa possa avere una ricetta con quantità e qualità adatte ai suoi bisogni (cercare, informare e creare una rete di medici prescrittori. Sarebbe bene far capire che può essere anche fonte di guadagno...). Ogni possessore di ricetta deve potersi coltivare un quantitativo annuo equivalente (un poco superiore per eventuali scarti, come per ogni prodotto) al suo bisogno in ricetta. Chi coltiva per altri (con ricetta, riconosciuto dall'Ass.) non deve subire conseguenze penali.

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Soft Secrets