Imprenditore del Cbd perde lavoro, soldi e terapia
A seguito di un controllo della Finanza con l'unità cinofila il giovane imprenditore pugliese Federico Re, fondatore della Green Paradise, si è visto sequestrare la propria attività e i suoi introiti senza apparenti motivi. I militari hanno poi ispezionato la sua casa accusandolo di spacciare i 9 grammi di Bedrocan rinvenuti e acquistati in farmacia con regolare scontrino. "Devo rientrare al lavoro, ho 500 piante di cbd da curare che potrebbero morire da un momento all'altro"
Investe in Cbd ma lo Stato gli toglie soldi, lavoro e pure la terapia, inoltre è accusato di spacciare il proprio Bedrocan regolarmente acquistato in farmacia. Ha perso tutto in un solo giorno Federico Re, giovane ventinovenne pugliese fondatore della Green Paradise, azienda legalmente registrata attiva nel settore del Cbd. A causa di alcuni controlli da parte della Guardia di Finanza di Porto Cesareo e Lecce, insieme all’unità cinofila, si è visto confiscare il lavoro di un anno e recapitare un’accusa di spaccio dovuta al possesso di 9 grammi di Bedrocan regolarmente acquistati con prescrizione medica.
«Il 14 luglio ho ricevuto la visita delle forze dell’ordine - spiega Federico Re - che desideravano fare un’ispezione della mia azienda. Qui erano presenti tre serre contenenti circa 500 piante che mi sono state confiscate senza alcuna apparente ragione visto che l’azienda che ho fondato, la Green Paradise, ha tutte le carte in regola per svolgere la propria attività, ovvero la coltivazione di canapa Cbd».
Gli agenti si sono poi recati nell’abitazione di Re per svolgere ulteriori controlli. «A casa hanno trovato 20 kg di Cbd provvisti di analisi, cartellini e passaporti - prosegue Re - infatti avevo già pagato ed effettuato le analisi presso il laboratorio di Foggia. Anche questa merce, che avrei dovuto vendere e con cui avrei ricavato gli introiti della mia attività, è stata posta sotto sequestro».
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Ma non è finita qui perché gli agenti, avendo rinvenuto circa 3mila euro in contanti, hanno proceduto anche alla confisca del denaro. «Questo ha dell’assurdo poiché avevo mostrato loro il blocchetto delle fatture che certificava che i soldi erano frutto di un’attività legale, su cui tra l’altro pago anche le tasse - spiega sgomento l’imprenditore - ma non è finita qui, il bello deve ancora arrivare».
I militari infatti, avendo rinvenuto 9 grammi di Bedrocan, hanno accusato Re di spacciare la propria medicina: «Quel Bedrocan l’avevo acquistato con prescrizione medica alla farmacia di Alliste pagandolo circa 12 euro al grammo - dice l’interessato - soffro di ansia e insonnia e ho la regolare prescrizione medica nonché le ricevute di acquisto».
Attualmente quindi Federico Re ha perso tutto: «Devo chiedere soldi a mia madre, non posso curarmi e sarò costretto a rivolgermi al mercato nero, non ho la merce che avrei dovuto vendere e mi hanno anche confiscato l’azienda dove, se non riuscirò ad entrare il prima possibile, rischio di perdere le 500 piante ovvero il lavoro di un anno, con questo caldo rischiano di seccarsi, sarebbe un danno quantificabile in circa 25 mila euro».
Il tutto perché colpevole di coltivare Cbd. «Questo accanimento contro chi tratta la canapa è inammissibile - dice turbato il giovane - prima ti permettono di aprire un’azienda poi ti trattano come un drogato o uno spacciatore, accade solo in Italia, nel resto d’Europa non esiste una punizione preventiva così repressiva e tra l’altro immotivata».
Federico Re è rientrato da circa due anni in Italia dopo aver vissuto a Tenerife dove lavorava in un social club. «Sono rientrato in Puglia perché qui possiedo molta terra - spiega Re - allora mi sono detto perché pagare l’affitto agli spagnoli quando posso produrre a casa mia? La Puglia è una regione in cui è difficile lavorare e ancor più difficile fare impresa, io a soli 29 anni e con le mie forze avevo messo in piedi la mia attività tra mille difficoltà, oggi mi è stato tolto tutto e non so perché. Gli agenti che hanno fatto l’ispezione non sapevano se le analisi fossero vere, non conoscevano nemmeno la legge 242/2016. Perché noi l’abbiamo studiata e le persone che invece sono preposte ai controlli non la conoscono? Sono arrivati a casa mia pensando di trovare il peggiore dei criminali, 10 agenti con i cani per colpire un’attività legale di una sola persona. Mi hanno umiliato come uomo, come lavoratore e come paziente permettendosi di sequestrare anche la mia medicina».
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