Polizia al The Hemp Club: prese terapie e cellulare

Marco Ribechi
29 Nov 2022

Nuova ispezione da parte delle forze dell’ordine al The Hemp Club di Milano: gli agenti se ne vanno con le terapie dei pazienti e con il cellulare del presidente Raffaello D’Ambrosio


Dopo l’incursione del 22 giugno nel primo circolo milanese, creato sul modello dei social club spagnoli per coltivare piante di marijuana medica da destinare ai pazienti che non vengono riforniti di cure dallo Stato italiano, arriva un nuovo accertamento nella sede del “The Hemp Club”, punto di riferimento per malati e attivisti nella capitale del nord.

Il 13 novembre a presentarsi sono stati ben 16 agenti della polizia con quattro volanti, inviati sia dal commissariato centrale di Turati che da quello di Comasina. Gli agenti, allo scopo di accertare che non ci fossero illeciti, hanno effettuato il sequestro di cinque barattoli contenenti terapie con la motivazione che essi risultavano già aperti e, per questo, non potevano essere presenti nella sede.

«Purtroppo gli agenti non hanno cognizione di quello che succede - spiega il presidente Raffaello D’Ambrosio - persino le leggi sono contrastanti e loro non riescono a vederci chiaro. Noi siamo un’associazione di persone in cura che possono decidere se lasciare la loro terapia in sede oppure se portarla a casa. Per le forze dell’ordine invece un paziente che cede la sua terapia può essere imputato per spaccio, non c’è proprio la comprensione che si tratta di una terapia alla stregua di tutte le altre».

Oltre alle terapie gli agenti hanno anche preso alcune buste vuote, un coltello sporco di estratti, la macchina per il sottovuoto, e portato in caserma per l’intera nottata il presidente D’Ambrosio a cui è stato anche sequestrato il cellulare per eseguire delle indagini.

«Secondo lo Stato è più importante controllare me piuttosto che garantire ai suoi cittadini il diritto alla cura - prosegue D’Ambrosio - vorrei fare un appello alle forze dell’ordine e al Ministero dell’Interno affinché sia dato modo agli agenti di istruirsi e così comprendere i diritti e doveri dei pazienti che allo stato attuale non conoscono. Solo così si potrà evitare il ripresentarsi di queste spiacevoli situazioni, che tra l’altro costituiscono un’inutile spesa pubblica. Abbiamo già svariate denunce ma sempre siamo riusciti a dimostrare la nostra buona fede, non ci faremo spaventare da qualche controllo, il nostro obiettivo è troppo elevato». A fine settembre il circolo aveva promosso anche la Milano Fashion Weed per discutere sugli sprechi del comparto moda e promuovere uno stile di vita più sostenibile.

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Marco Ribechi