Epilessia e Cannabis: olio di Cbd per ridurre le crisi
L'epilessia è una condizione cerebrale che induce convulsioni ricorrenti e non provocate. La parola "epilessia" significa "disturbo convulsivo" ma non aggiunge alcuna informazione sulla causa delle convulsioni della persona o sulla loro gravità. Per i pazienti affetti da questa patologia il Cbd può essere un prezioso alleato visto che tra i farmaci approvati c’è anche l’Epidyolex che contiene CBD puro
L'epilessia è una patologia molto diffusa al livello mondiale dove si stima vivano oltre 50 milioni di persone affette da epilessia attiva, cioè con crisi recenti o in trattamento. Il numero aumenta se si considera anche chi non manifesta crisi da molto tempo. In Italia la popolazione costretta ad affrontare questo disturbo è di circa 500mila persone, di cui una fetta tra il 15 e il 37% (a seconda dei campioni esaminati) refrattaria ai trattamenti farmacologici. Solo in Italia si contano ogni anno circa 30mila nuovi casi che spesso si manifestano in età piuttosto bassa con un andamento ondulatorio che aumenta e poi diminuisce nel corso dell'intera vita.
In generale, quando la causa principale delle convulsioni non è nota, ci si riferisce a epilessia primaria o idiopatica. In altri casi invece esiste una causa scatenante come una predisposizione di tipo genetico, traumi cranici, ictus e tumori. Concorrono anche alcune malattie infettive quali la meningite, l’AIDS, l’encefalite virale, nonché disturbi dello sviluppo e alcune lesioni pre e perinatali. L’epilessia può essere anche una manifestazione di altre patologie o infezioni come la malaria cerebrale, la toxoplasmosi, il morbo di Alzheimer e la sclerosi multipla. Ma le convulsioni possono apparire anche per cause più semplici quali insonnia, stress, l’esposizione a luci lampeggianti o a rumori improvvisi.
Per quanto riguarda l’uso della cannabis terapeutica è ormai risaputo che a giocare il ruolo principale è il CBD, principio attivo dalle mille applicazioni, in grado di ridurre le crisi anche fino al 50%. Infatti, tra i vari farmaci utilizzabili per il trattamento della patologia, esiste l’Epidyolex a base di cannabidiolo, prescrivibile dai soli medici appartenenti a centri ospedalieri o specialisti in neurologia, neuropsichiatria infantile, pediatria. Il CBD può essere utilizzato in forma di olio o di capsule ad ogni età poiché non ha effetti psicotropi né collaterali, nemmeno ad alti dosaggi. I dati mostrano, nella maggior parte dei casi, ampi benefici per il paziente che, in generale, si vede proporre questa soluzione a fronte dell’inefficacia delle altre terapie farmacologiche.
L’epilessia viene diagnosticata dopo un’attenta analisi sulla tipologia di crisi e convulsioni subite e sulla loro tempistica. Il soggetto viene sottoposto a una serie di esami tra cui quello neurologico, test neuropsicologici, analisi del sangue ed elettroencefalogramma, oltre a indagini specifiche per escludere altre patologie.
L’epilessia, almeno nelle sue crisi parziali, è anticipata da un evento premonitore, definito aura: si caratterizza per una serie di manifestazioni visive e olfattive, compresi movimenti e spasmi muscolari e automatismi, come schioccare la lingua. Le convulsioni generalizzate invece si dividono in crisi di assenza, toniche, cloniche, atone, miocloniche e tonico-cloniche: si palesano tutte all’improvviso, senza segni premonitori, e comportano la perdita di coscienza. Le crisi di assenza sono tipiche dei più piccoli e dei giovani, durano pochi secondi e comportano una rapida perdita di coscienza. Le toniche si manifestano con un irrigidimento dei muscoli del tronco e delle gambe, con relativa caduta a terra.
Uno degli studi principali su Cannabis e epilessia è stato svolto proprio a Roma, al Centro di epilessia terziaria dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù. Qui sono stati studiati pazienti di età compresa tra 1 e 18 anni con encefalopatia epilettica e convulsioni farmacoresistenti. Quindi un estratto cristallino di cannabidiolo in polvere (puro al 98-99%) in una formulazione di olio artigianale è stato aggiunto alla normale terapia antiepilettica e i pazienti sono stati trattati per almeno 6 mesi. L’efficacia, la sicurezza e la tollerabilità del trattamento con cannabidiolo sono state valutate in base alla frequenza delle crisi e grazie alle segnalazioni di effetti avversi. Si è visto che il 37,9% dei pazienti studiati hanno avuto un miglioramento ≥ 50% nella frequenza delle crisi; un paziente addirittura è diventato libero da crisi. Nessuno dei pazienti ha riportato un peggioramento della frequenza delle crisi; tuttavia il 62,1% non hanno avuto effetti benefici sulla frequenza delle crisi. Sono stati riportati effetti avversi nel 24,14% dei pazienti, più comunemente sonnolenza, diminuzione dell’appetito e diarrea. Gli eventi avversi sono stati lievi e transitori e non è stata richiesta alcuna modifica della dose di cannabidiolo o altri farmaci antiepilettici.