«Anche a Malta è successo, poi decriminalizzazione»
Antonella Soldo di Meglio Legale commenta il caso dell'insegnante milanese fermata con 750 grammi di Cannabis e tre piante grandi: "Un tassello per smantellare il testo unico sugli stupefacenti, ora manca la legge"
«La vicenda mi ricorda quella di un’insegnante di Malta, anche lei trovata in possesso di alcune piantine e dichiarata innocente. Il caso ha aperto la strada alla decriminalizzazione nell’isola». Antonella Soldo di Meglio Legale commenta così la vicenda dell’insegnante milanese trovata con 750 grammi di Cannabis e tre piante grandi in fioritura, dichiarata “non colpevole perché il fatto non sussiste” dal giudice di Milano in secondo appello.
La straordinarietà del caso milanese è legata a quattro fattori principali: l’ingente quantità di Cannabis rinvenuta nell’appartamento, l’aver riconosciuto che il possesso di piante non è in sé indice di spaccio, il non essere ricorsi all’uso medico/terapeutico nonostante il possesso di regolare ricetta e, infine, il fatto che a decidere sentenza sia stato direttamente il giudice senza rimandare alla Cassazione. Tutti questi fattori congiunti hanno fatto sì che il caso divenisse un esempio di come, in Italia, ci si stia lentamente rendendo conto dei danni sociali, economici e burocratici causati dall’enorme mole di processi per uso e detenzione di Cannabis.
«Questa sentenza rappresenta un ulteriore tassello nel percorso di smantellamento del testo unico sugli stupefacenti - prosegue Antonella Soldo - resta il fatto che i tribunali tutto quello che potevano dire sull’argomento l’hanno già detto, ciò che manca è che questi pronunciamenti non si traducono automaticamente in una legge, quindi chi viene dopo, anche se nella situazione, deve affrontare un inutile, lungo e costoso processo».
L’esempio dell’isola di Malta però può lasciare un po’ di ottimismo: «Il caso di Milano mi ha fatto venire in mente quello che ha aperto alla depenalizzazione a Malta - dice Soldo - un’insegnante trovata in possesso di alcune piante e accusata di spaccio, il giudice la riconobbe innocente grazie all’uso personale e quella sentenza fu mandata direttamente in Commissione Giustizia al Parlamento maltese. Dopo si è prodotta la legge sulla decriminalizzazione». All’epoca dei fatti la società maltese era molto conservatrice sul tema Cannabis nonostante già da alcuni anni gli attivisti avessero iniziato apertamente un dibattito molto ampio. La legge però era ben più feroce di quella attualmente in vigore in Italia infatti, nell’isola, per il possesso di piante o di una bustina di sostanza si poteva essere accusati di traffico e addirittura essere incarcerati a vita. Dopo ci si rese conto che quella non era più una guerra contro le droghe ma contro le persone e, con tutte le limitazioni del caso, la situazione cambiò notevolmente e oggi è possibile coltivare fino a tre piante.
Credits video: Maria Novella de Luca